58 - volcano parte 1

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Yuta pov

Sentii del liquido freddo versarsi sul mio petto. Mi diede un leggero fastidio, tanto che riuscii a grattarmi, anche le mie mani erano diventate umide. Iniziai a sentirlo anche verso la pancia. Cos'era? Stavo per caso sognando?

L'aria entrò di prepotenza, sbattendo le finestre di camera mia. Sobbalzai e per poco non caddi dalla poltrona. Mi ero sdraiato, mettendo la testa su un bracciolo e le gambe sull'altro. La posizione era davvero scomoda ma in un certo senso stavo bene, tanto che mi ero addormentato. 

Guardai verso la mia sveglia, posizionata sopra al comodino. Segnava le 11:53 p.m. a breve sarebbe arrivato l'anno nuovo, era il 31 Dicembre. 

Mi accorsi che avevo tutta la maglietta bagnata, mi ero rovesciato addosso il resto dell'alcool del bicchiere che tenevo in mano. Mi alzai velocemente cercando di asciugarmi con un fazzoletto, caddi poco dopo. Non mi sentivo praticamente più le gambe. La verità è che ero ubriaco, un'ora prima mi ero scolato una bottiglia di vino e due bicchieri di liquore alla nocciola. Avevo ancora il sapore in bocca.

Cercai di rialzarmi per andare a chiudere le finestre, stava entrando un freddo assurdo. 

Mi sdraiai poi sul mio letto, ero distrutto, il mio corpo non mi apparteneva più, non lo sentivo. Guardai il cellulare e notai che Mark mi aveva chiamato per ben 5 volte. Lo buttai contro il cuscino, non avevo per niente voglia di avere compagnia. Non avrei festeggiato tanto.

Mi salì un forte mal di testa, non ci potevo credere. 

Iniziai a pensare alle parole che mi aveva detto Hunter prima di partire. Al fatto che per lei non sarebbe stato male andare dai genitori di Jungwoo, alla fine si erano presi cura di me e anche tutt'ora lo stavano facendo. 

Ripensai al modo in cui le avevo risposto. In cuor mio lo sapevo che aveva ragione, che dovevo farlo, eppure era più facile per me diventare scontroso e farle da capire che sarebbe stata una cattiva idea. 

Mi mancava tornare nella mia vecchia camera, nella quale avevo passato gli ultimi anni della mia adolescenza. Proprio per questo ci ero andato durante la festa. 

Non sarebbe stato poi così male tornare, salutarli, farci quattro parole e stare un po' nella mia stanza. Alla fine era stato il padre di Jungwoo a mettermi lì alla Soongsil, grazie a lui stavo studiando gratuitamente. 

Hunter avrebbe voluto che ci andassi. Avrei passato una normale giornata durante le vacanze di natale con la mia famiglia affidataria, non c'era di cui preoccuparsi. 

Iniziai a pensare che forse sarei potuto andare da loro il giorno successivo, per fare gli auguri di buon anno, alla madre di Jungwoo avrebbe fatto piacere. 

Mi rigirai nel letto, finchè non decisi di andarci. Mi addormentai nuovamente nonostante furono scoppiati i festeggiamenti in tutto il dormitorio. Mi calai in un sonno profondo. 

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Il giorno dopo mi svegliai relativamente presto, quando il sole entrò diretto in camera mia. Mi preparai, vestendomi il più elegante possibile. Fumai qualche sigaretta finchè non decisi di uscire dal dormitorio. Non c'era nessuno, era tutto così silenzioso, non avevo mai visto una scena così desertica. 

Pensai di avviarmi a piedi, così da pensare in modo calmo e tranquillo, non avevo fretta. Tutto lo spazio circostante, gli edifici, i locali non mostravano neanche un segno di vita. A quanto pare tutte le persone erano ancora a letto, considerando i festeggiamenti prolungati. 

Gli alberi delle varie vie erano fermi immobili, anche l'aria aveva smesso di esistere. Mi accesi una sigaretta e aspirai profondamente. Potevo sentire solo il rumore delle mie suole. 

Mezz'ora più tardi arrivai davanti alla casa della famiglia Kim. Ogni volta che ci tornavo diventava sempre più imponente o forse ero io che mi dimenticavo di quanto fossero ricchi. Guardai l'orario dal mio cellulare, erano le 10 in punto. 

Mi appoggiai con la schiena al loro muretto, che divideva la casa dal viale. Mi ricordai di quando durante l'ultima festa avevo scavalcato la recinzione per poi arrampicarmi verso il magazzino fino sopra all'ultimo piano, ero pazzo. 

Mi accesi un'ultima sigaretta prima di entrare. Misi le mani nelle tasche della giacca, si stava congelando. Mi guardai un po' attorno ma non notai niente di curioso, le solite cose. I nostri vicini li avevo sempre detestati, ogni volta che li vedevo mi parlavano alle spalle. Sapevano che ragazzino fossi, cosa facevo in giro, forse era questo il fulcro dei loro argomenti, non mi era mai importato più di tanto. 

Quando la finii la spensi per terra calpestandola. Cercai di trovare coraggio e suonai al campanello, sperando fossero già alzati. Il cuore iniziò a battermi velocissimo.

Poco dopo vidi una figura avvicinarsi alla porta principale, era minuta, era sicuramente la madre di Jungwoo, mi rasserenai. Successivamente la aprì, rimanendo sorpresa di trovarmi dall'altra parte. 

<< Yuta, mai mi sarei aspettata di trovarti qui questa mattina >> si avvicinò accarezzandomi un braccio, mi sorrise leggermente << tutto bene? >>

<< Buongiorno Cheri >> le dissi inchinandomi quanto bastava per poi riguardarla negli occhi << Sono venuto a salutarvi e a farvi gli auguri per il nuovo anno >> 

Lei continuò a sorridermi e per qualche secondo non disse niente.

<< Vuoi entrare? Vieni caro >> mi aprii di più la porta. Mi feci coraggio e varcai la soglia, per poi togliermi le scarpe poco dopo. 

Lei si diresse subito verso la cucina, guardandomi con la coda dell'occhio. Mi pietrificai, qualche metro più avanti mi ritrovai Jungwoo. Si stava dirigendo verso il salotto. Mi guardò male senza aprire bocca. Poco dopo scomparve dalla mia vista.

<< Vuoi qualcosa Yuta? Hai già fatto colazione? >> mi chiese molto gentilmente sua madre schiarendomi i pensieri che si stavano creando nella mia testa.

<< No grazie Cheri, di solito non faccio mai colazione >> annuii per poi posizionarmi dall'altra parte del ripiano della cucina. Lei iniziò a tirare fuori qualcosa da alcuni ripiani.

<< Dovresti mangiare, ti vedo sempre più magro, così non va molto bene >> 

Mi posizionò davanti un po' di riso e una zuppa che aveva fatto lei. Era sempre stata fin troppo gentile con me, forse perchè era la migliore amica di mia madre e in un certo senso le ricordavo lei.

Mi indicò le sedie davanti al ripiano e mi sedetti lì. Lei mi avvicinò i piatti per poi versarmi un bicchiere di acqua.

<< Dopo vai a salutare Dae-hyun, gli farebbe piacere >> mi disse riferendosi al padre di Jungwoo, per poi concludere <<Ora è nel suo studio, però non ha del lavoro da sbrigare, non ti preoccupare, vallo pure a trovare >>

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Spazio autore

Ci tenevo a specificare che non so i nomi dei veri genitori di Jungwoo, me li sono inventati. Spero vi stia piacendo la storia! 

Anemone | Yuta NakamotoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora