65 - drippin'

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Hunter pov

Erano passati ormai alcuni giorni da quando Ten era stato dimesso dall'ospedale. Era tornato all'università, nonostante dovesse ancora curarsi bene le ferite. 

Passai molto tempo con lui nella sua stanza, era il  minimo che potessi fare alla fine. Lo facevo per tirargli su il morale e soprattutto per non pensare a Yuta.

Era il primo giorno di sole finalmente e questo mi aveva messo di buon umore. Era stata una settimana veramente impegnativa, considerando che avevo passato tutto il tempo all'ospedale.

Mi fece davvero tanto male al cuore sapere che Yuta non voleva vedermi. Non potevo crederci, ogni volta dava il permesso solo a Mark, il quale, dopo aver finito la visita, usciva come se nulla fosse successo. Non mi diede nessuna spiegazione e forse questo mi fece ancora più male. 

Continuò a dirmi che non voleva vedermi e basta, nessuna motivazione. Non potevo crederci, perciò andai anche il giorno dopo all'ospedale e mi rifiutò ancora. Riprovai il giorno successivo e sempre la stessa storia. Dopo una settimana mi ero stancata, era diventato così tanto doloroso per me che decisi di rimanere alla Soongsil ad aspettarlo. Non poteva evitarmi ancora a lungo, prima o poi sarebbe tornato.

Iniziai a scervellarmi in modo maniacale per capire se avessi fatto qualcosa di sbagliato, mi tormentai per tanto tempo, fino a quando non realizzai che non dovevo assumermi la colpa. La verità è che non mi sarei mai aspettata questo gesto da parte sua, eppure non vedevo l'ora di rivederlo e di riabbracciarlo, mi mancava così tanto.

La camera di Ten era così disordinata, almeno la sua parte. La sua scrivania era piena di fogli con sopra disegni, matite colorate ovunque e vari oggetti sparsi. Non sapevo neanche dove sedermi da quanto casino ci fosse. Lui si scusò più di una volta, spiegandomi che era sempre stato così, fin da piccolo.

Il suo compagno di camera, Qian Kun, era un ragazzo molto timido e riservato. Se ne stava sempre seduto sul suo letto ad ascoltare musica e a scrivere qualcosa su un taccuino. Ogni tanto ci osservava, per poi riportare gli occhi su ciò che stava facendo.

Cercai più di una volta di parlargli, per presentarmi, ma continuò ad evitarmi. Ten mi spiegò che si era trasferito da qualche mese a Seoul e che ancora non sapeva bene il coreano, era un tipo particolare e parlava poco, mi disse che non dovevo preoccuparmi e che gli stavo simpatica. Feci fatica a credergli ma cercai di non pensarci troppo, alla fine io ero lì per fargli compagnia, mi importava solo di lui.

Ten stava meglio ogni giorno di più, lo potevo vedere nei suoi occhi. Più di una volta lo accompagnai in infermeria per farsi sistemare i cerotti che aveva sul viso, ma sembrava che tutto andasse bene, si stava riprendendo del tutto.

Quel pomeriggio mi disse che voleva stare da solo, ne aveva bisogno, forse ormai gli avevo rotto le scatole, ero sempre da lui preoccupata. Mi disse che voleva starsene un po' in camera a leggere e che nel caso fosse successo qualcosa ci sarebbe stato Kun. Nonostante non mi fidassi molto del suo compagno di camera capii la situazione, perciò gli dissi che non sarei passata.

In quell'esatto momento, mentre ero in stanza con Miyeon, bussarono alla porta. Pensammo subito si trattasse di Mark, a quanto pare doveva passare per uscire con Miyeon. 

In quei giorni fu molto difficile per me vederli sempre insieme, ormai non si lasciavano più. Mangiavano insieme alla mensa, molte volte l'aspettava fuori dall'aula di archeologia e storia dell'arte classica e altre volte guardavano insieme dei film nella nostra camera. Era diventato insopportabile, non tanto perchè mi erano diventati antipatici, ma perchè non sapevo più cosa aspettarmi da Yuta, era ormai più di una settimana che non sapevo niente di lui. Non sapevo bene se eravamo ancora in una relazione o se non voleva più vedermi per sempre. Vederli insieme mi riportava alla mente tutti i momenti passati con lui e questo mi faceva stare male.

Miyeon andò ad aprire la porta e la vidi esitare, un po' imbarazzata, a quanto pare non era Mark. Il viso di Taeil comparve da dietro la porta, si guardò un po' in giro finchè non mi vide seduta sul mio letto. Mi sorrise leggermente e poco dopo Miyeon lo lasciò entrare.

<< Hunter, sono passato per chiederti se avevi voglia di uscire con me adesso, fuori c'è un bel sole. Sono passato da Ten ma mi ha detto che non saresti andata da lui oggi >> Disse tutto ad un fiato per poi sospirare profondamente. 

Abbassai un attimo lo sguardo un po' imbarazzata, era così carino quando se ne usciva con queste cose. Accettai, mi avrebbe fatto bene uscire un po' a cambiare aria, non avevo ancora avuto un momento per me stessa. 

Taeil mi aspettò fuori e dopo essermi cambiata velocemente lo raggiunsi, per poi scendere in giardino. Mi sembrò molto silenzioso, un po' come da qualche tempo a questa parte. Continuava a camminare di fianco a me con le mani nelle tasche della giacca nera. Indossava un paio di jeans chiari abbastanza larghi e un paio di scarpe sportive, era vestito comodo, un po' come me. 

Successivamente, appena girammo l'angolo, superando il chiosco, dirigendoci per il giardino di fronte l'entrata dell'università, notammo alcuni poliziotti. Due li riconobbi subito, erano gli stessi che ci aveva fatto le domande nella sala d'attesa all'ospedale. Se ne accorse anche Taeil.

<< Sono qui per Jungwoo secondo te? >> mi chiese schietto senza girarsi. Ci fermammo vicino alle mura laterali dell'edificio, aspettando di capire cosa stesse succedendo. 

<< Spero di sì >> la verità è che non vedevo l'ora che prendessero Jungwoo per portarlo in centrale. Dovevano andare infondo alla situazione. 

Poco dopo vedemmo l'auto della polizia arrivare davanti al cancello di entrata, e subito dopo due agenti uscirono dall'edificio trascinando Jungwoo.

Aveva lo sguardo abbassato, il ciuffo di capelli neri gli ricadeva sul viso, coprendogli gli occhi. Le sue mani erano ammanettate dietro la schiena. I due agenti lo stavano tenendo per le braccia, per portarlo nella macchina che stava aspettando davanti al cancello.

Stava davvero succedendo, io e Taeil rimanemmo in piedi con lo sguardo fisso su quello che stava accadendo, il silenzio si fece largo tra di noi. 

Jungwoo attraversò tutto il cortile, le altre persone si fermarono a guardare, tutta l'università si era fermata. Successivamente entrò in macchina, senza dire niente, sempre con la stessa espressione in viso. 

Taeil si girò verso di me, sorridendomi leggermente, per poi appoggiare una mano sul mio braccio. I nostri occhi si incontrarono, sapevo bene cosa mi volesse dire in quel momento. Sapeva che era stata dura per me, era in un certo senso il suo modo per dirmi che era contento che fosse andata a finire così. 

In quel momento avrei voluto correre da Yuta, fino all'ospedale, per dirgli di quanto fosse appena successo, del fatto che stavano portando Jungwoo in centrale. Potevo vedere il suo viso, era così vicino, me lo immaginai sorridere per qualche secondo. Yuta, d'ora in poi tornerà tutto alla normalità vedrai, potrai essere finalmente felice. Riuscii a pensare solo a questo, per poi accorgermi che forse niente sarebbe tornato alla normalità. 

Anemone | Yuta NakamotoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora