91 - only human

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Yuta pov

Le luci delle insegne dei locali vicino la Soongsil entrarono dalla finestra, per poi riflettersi come sempre in parte sul muro e sul pavimento. Mi sembrò per un istante di essere tornato alla normalità, ero nella mia stanza e ancora non lo avevo realizzato.

Strinsi il bicchiere che avevo in mano e buttai giù l'ultimo sorso di Soju, scossi subito dopo la testa cercando di riprendermi. Ero così pieno di pensieri che cercai di allegerirmi con un po' di alcool. 

Il suo viso mi passò ancora davanti gli occhi, stava andando avanti così da diverse ore, da quando la vidi fuori dal dormitorio. In quel momento il mio cuore ricominciò come a vivere. 

Mi sembrò anche lei molto agitata, continuammo a guardaci per un po'. 

Cercai con tutto me stesso di farmi coraggio, richiamando la sua attenzione, per parlarle, ma fu un fiasco. Me lo potevo immaginare sarebbe andata a finire così e per questo non ci rimasi neanche troppo male. Le dovevo dare tempo.

Per mesi mi tormentai, immaginandomela nella mia testa, pensando a uno ipotetico cambiamento, anche estetico, ma quando la vidi capii che era sempre la stessa Hunter. I suoi capelli erano solo più lunghi ma sempre di un blu vivido, i suoi occhi ancora così espressivi. Aveva solo iniziato a fumare, quello sì che era stato un gesto stupido da parte sua, ma la capii.

Sprofondai nella poltrona, appoggiando la testa allo schienale e chiudendo gli occhi. Sospirai profondamente. 

Le cose qui alla Soongsil non erano cambiate di molto alla fine, sempre gli stessi studenti, tranne quelli nuovi del primo anno e sempre gli stessi professori. 

Avevo rivisto Mark, anche lui era rimasto sempre lo stesso, forse un po' più sdolcinato del solito. Nonostante fossi un po' invidioso della sua relazione con Miyeon ero davvero contento per lui, se lo meritava. 

Ten invece, nonostante avesse fatto fatica a salutarmi, mi parlò e fin da subito mi sembrò diverso. Il suo stile nell'abbigliamento si era trasformato radicalmente, lasciando spazio a capi più scuri ed eccentrici, mentre il suo atteggiamento risultò scontroso e apatico fin da subito.

Pensai poi al fatto che sarei dovuto andare a salutare la professoressa Ha Jiwon, non la sentivo da 9 mesi e sperai con tutto me stesso che le avrebbe fatto piacere rivedermi dopo così tanto tempo.

Lei fu stata la prima ad accorgersi che qualcosa non andava tra me, Jungwoo e suo padre, così iniziò a preoccuparsi. 

Notò poi la mia grande passione per l'arte, mi consigliò vari artisti, film, fotografie per aiutarmi a fare sempre meglio. Per questo molte volte prima delle lezioni passavo a trovarla, per mostrarle alcuni miei disegni e avere un parere da parte sua. Era l'unica a credere veramente in me.

Così Lunedi mattina, quando ancora gli altri studenti dovevano entrare nella sua aula, le feci visita. Anche lei non era cambiata di una virgola, mi sorrise non appena si rese conto che ero tornato. I suoi capelli erano leggermente raccolti in una coda bassa e si mossero quando si tirò su per venire nella mia direzione. 

<< Yuta, che bello rivederti. Dae-Hyun mi ha detto che saresti tornato >> strizzò gli occhi fermandosi a un metro da me. 

Le sorrisi subito, abbassando lo sguardo un po' imbarazzato.

<< Anche per me lo è, le chiedo scusa se prima di partire non sono venuto a salutarla. Mi è dispiaciuto tanto anche non dirle tutto quello che mi stava succedendo. Forse grazie a lei si sarebbero risolte le cose>> 

Lei mi accarezzò una spalla, una smorfia come di compassione si fece largo tra le sue labbra.

<< Non ti preoccupare. Sei sempre stato così, cerchi sempre di risolvere tutto da solo, non accorgendoti che puoi anche dare questo peso ad altre persone >> 

Anemone | Yuta NakamotoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora