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Hunter pov

Le giornate stavano passando velocemente, nonostante fossero sempre le stesse. Mi alzavo abbastanza tardi, quando le tende di camera mia non riuscivano più a tenere così tanta luce. Poi mi dirigevo giù a fare colazione, il più delle volte i miei genitori erano al lavoro, perciò facevo sempre un giro della casa. Mi soffermavo a guardare ogni piccolo angolo, così da memorizzarlo nella mia testa. Mi prendevo sempre alcuni minuti, quando arrivavo di fronte il mobiletto del corridoio, per guardare le nostre vecchie foto. Mia sorella era davvero bella, il suo sorriso mi tirava su di morale ogni volta, nonostante tenesse dentro di sé tanto dolore.

Per i primi giorni non trovai il coraggio di entrare in camera sua, fortunatamente i miei genitori alla fine non avevano deciso di chiuderla a chiave. Forse anche loro ogni tanto si prendevano dei momenti per sedersi sul suo letto, ammirare lo spazio circostante. Le sue cose erano rimaste lì ferme, nessuno ebbe il coraggio di spostarle. Una parte di lei era rimasta nella sua camera, almeno questo era quello che sentivo io.

Aveva sempre adorato i film horror e le pareti della sua stanza erano pieni di poster dedicati. La libreria posta di fianco alla sua scrivania era piena di libri, sia di arte che di cinema. Li accarezzai leggermente. Pensai un attimo di prenderli per sfogliarli, ma decisi di lasciarli lì dove erano. Non trovai il coraggio di prendere le sue cose. In quella camera il tempo si era fermato ed era giusto che io non lo cambiassi. 

Non trovai neanche le lacrime per piangere, nonostante sentissi dentro di me un grande vuoto. Ero andata via di casa proprio per non sentirlo più e ora che ero tornata lo potevo sentire ancora più forte. Distaccarmi da questo spazio mi aveva fatta bene, ma in un certo senso anche male. Mi sentii in colpa per tante cose in quel momento.

Tornai in camera mia e iniziai a studiare, come al solito. Ero messa abbastanza bene, considerando che gli esami sarebbero stati tra un mese.

Il Natale era andato bene, non avevamo fatto grandi cose se non cenare insieme. Non c'erano regali, non me ne avevano fatto neanche uno, ma se per questo neanche io a loro. Perciò eravamo alla pari. 

Mia madre aveva addobbato un po' la casa con decorazioni natalizie, alcune lucine alle porte, apprezzai il suo gesto, alla fine lo aveva fatto per me, per farmi felice. 

In generale non parlammo molto, mio padre rimase quasi sempre zitto. Ogni tanto se mi vedeva per la casa mi salutava, ma il tutto si fermava lì. Ero quasi un'estranea per loro. Ero stata un'ingenua a tornare pensando di fare un bel gesto, per dimostrare che alla fine gli volevo bene. A loro non importava, era questa la verità.

Durante il pomeriggio di solito stavo un po' al telefono con Yuta. Parlavamo di quello che stava succedendo alla Soongsil, del fatto che Mark era andato a trovare Miyeon a Incheon e infine di come si stava deprimendo in mezzo ai libri. Io ero messa uguale. Mi dispiaceva così tanto non essere là con lui. 

Lo sentii un po' giù, ma alla fine lo ero anche io. Gli chiesi più di una volta se stava bevendo e fumando tanto ma lui trovava sempre il modo di cambiare discorso. 

Quello era il momento più bello della giornata per me, distrarmi un attimo e sentire la sua voce, mi faceva stare sempre così bene. Ogni tanto ascoltavamo musica insieme, la mettevo io dal computer e lui se ne stava in silenzio ad ascoltare. Sapevo che anche lui riusciva a trovare serenità solo quando stava in chiamata con me. Mancava solo poco più di una settimana, potevamo farcela.

Quel pomeriggio però, dopo averlo salutato e aver messo giù, mi squillò di nuovo il telefono. Pensavo per un attimo fosse Miyeon, considerando che di solito mi chiamava a caso durante il giorno. Invece era Taeil.

Per qualche secondo lo lasciai squillare, non sapevo bene come comportarmi, ma non potevo mettere di certo giù. Poco dopo risposi.

<< Ciao Taeil >> dissi un po' energicamente, nonostante mi avesse colto di sorpresa.

<< Ciao Hunter, ti disturbo? Stavi studiando? >> mi chiese un po' preoccupato. Come mai mi aveva chiamato?

<< No non ti preoccupare, è successo qualcosa? >> mi alzai dalla sedia della mia scrivania dirigendomi sul letto, per poi sedermi nuovamente. Rimasi in silenzio qualche secondo ad ascoltare.

<< Volevo solo sentirti >> mi disse con voce ferma prima di continuare << Era da qualche giorno che volevo chiamarti, ho preso coraggio solo oggi >> 

Mi sembrò così schietto e diretto. Spalancai leggermente la bocca, non me lo sarei mai aspettato.

<< Hai fatto bene >> risposi cercando di riprendermi. Alla fine mi faceva piacere sentirlo, avevamo ricominciato a parlare da poco tempo, perciò mi sembrò una bella cosa. 

<< Come stai? >> mi chiese nuovamente con voce profonda. Mi ricordai come qualche mese prima fosse così pieno di energia, sempre sorridente e a farmi ridere. In quel momento mi sembrò così diversa la sua voce.

Sussultai e poco dopo mi schiarii la voce. Non stavo molto bene, questa era la verità. Tornare a Londra e a casa mia mi aveva fatta stare male. Questo non era il mio posto, ma non potevo dirglielo.

<< Sto bene dai >> sospirai poco dopo, cercando di non fargli sentire l'ansia che mi stava scorrendo nelle vene << tu come stai Taeil? Anche tu sei immerso nello studio? >> sbuffai ridendo sarcasticamente. Anche lui lo fece per una frazione di secondo.

<< Va tutto bene. Si sto studiando molto >> mi sembrò così freddo e distaccato. Come mai mi aveva chiamata allora? Non riuscivo proprio a capirlo.

<< Volevo farti gli auguri di Natale, scusami per il ritardo. Sei a Londra giusto? >> Lo sentii sgranchirsi dall'altra parte del telefono.

<< Non ti preoccupare, auguri anche a te >> risposi cercando di risollevare la conversazione << Si sono a Londra, torno tra poco più di una settimana >> 

Rimase in silenzio qualche secondo dall'altra parte del telefono. Io aspettai una sua risposta. Perchè stava diventando così imbarazzante questa conversazione?

<< Fai buon viaggio Hunter. Ci vediamo alla Soongsil >> poi continuò poco dopo sempre con voce ferma << mi ha fatto piacere sentirti, ora devo andare. Ciao Hunter >> 

Chiuse la chiamata e io rimasi ferma seduta sul letto, ancora incredula da quello che era appena successo. 

Anemone | Yuta NakamotoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora