11 - light bulb

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Yuta pov

Il sole stava ormai tramontando del tutto. L'oscurità della notte stava per regnare. Un leggero vento freddo entrò dalla finestra, mi scompigliò leggermente i ciuffi davanti, tanto da sentire prurito agli occhi. Me li strofinai leggermente e mi riappoggiai la sigaretta alle labbra. Aspirai intensamente per buttare tutto il fumo nei polmoni, fino in fondo, questo mi fece tossire leggermente, ma solo così potevo sentire realmente il mio corpo, sentire che alla fine non ero vuoto dentro di me. Il fumo iniziò ad uscire dalla mia bocca, lo guardai, andarsene su per la finestra oltre il dormitorio. Appoggiai la sigaretta al portacenere sottostante, sul piccolo davanzale della finestra. Dentro ci saranno state almeno altre 40 sigarette ormai tutte consumate. Dovrei svuotarlo, ancora, pensai. La spensi con forza su altre accatastate, ormai l'avevo finita.

In quell'esatto momento sentii bussare alla porta. Doveva essere Mark, l'avevo sentito qualche minuto prima, sarebbe passato a breve.

Mi avvicinai e aprii la porta. Mark aveva un mega sorriso stampato in viso. Questa cosa ogni tanto mi faceva innervosire, lo odiavo quando faceva così, riusciva a sorridere per ogni minima cosa, lo faceva soprattutto per far star meglio gli altri. Per questo lo odiavo, non riusciva mai a pensare a sé. 

<< Ciao Yuta, non vieni a mangiare? >> Mi chiese entrando in camera, per poi continuare << Madonna che puzza di fumo ma come fai a vivere qui dentro >>

Io abbozzai un sorriso, sapeva che ogni volta questo argomento mi irritava, eppure me lo diceva apposta per provocarmi, per avere una reazione da parte mia.

<< No non ho fame, sto meglio qui nella mia camera >> mi sembrò un po' eccessivo, così lo invitai a sedersi nella poltrona vicino al mio letto. Tolsi alcune cose che avevo sopra, posizionandole sopra la scrivania.

<< Come stai Mark? >> Non avevo tanta voglia di parlare di me, volevo un po' distrarmi sentendo la sua giornata e quello che gli era capitato, di solito mi piace quando mi racconta gossip o cose sue personali. 

<< Ma sto bene hyung >> disse lanciandosi sulla poltrona << chiudi la finestra si sta gelando qua dentro, come fai a stare con una semplice maglietta? >> mi fulminò con gli occhi strofinandosi le braccia dopo aver avuto un brivido. Io feci spallucce, stavo bene al freddo, mi sporsi per chiudere le due vetrate. 

<< Come è andata oggi ? >> gli chiesi prendendo fuori due birre dal frigorifero minuscolo che mi ritrovavo sotto l'armadietto dove tenevo l'alcool e alcune cose da mangiare.

<< Bene, la lezione di scienze naturali è andata molto bene, però devo fare una ricerca entro prossima settimana >> sospirò << Ogni tanto vorrei essere come te >>

Gli porsi una delle due bottiglie dopo averle stappate. 

<< No, secondo me non lo pensi davvero >> gli dissi lasciandogli uno sguardo minaccioso. Aveva appena detto un'assurdità.

<< Yuta, non volevo dire quello, cazzo devi sempre prenderla sul personale >> poi continuò: << era un complimento, hai una media eccellente >> si lasciò andare sulla poltrona buttando all'indietro la testa. Sospirò e buttò giù un po' di birra. Io mi sedetti sul letto, appoggiando i gomiti sulle mie ginocchia. Perchè rendevo le situazioni sempre così spinose?

<< Sai ho sentito che Jungwoo farà una festa questo sabato >> disse ridendo in modo sarcastico mentre avvicinava la bottiglia alla sua bocca

Pensai qualche secondo prima di rispondere. Volevo proprio vedere cosa avrebbe fatto quel verme.

<< Non sarebbe male andarci. Magari faccio un giro per vedere la mia vecchia camera, così da cambiare un po' aria >>

Mark si blocco e per poco non gli andò la birra di traverso.

<< Hyung dimmi che non sei serio >> vide che non stavo scherzando << Non ti farà mai entrare >>

<< Non mi interessa ormai conosco alla perfezione quella cosa, mi arrampicherò dal magazzino ed entrerò nella mia camera, nessuno ci andrà tanto >>

<< Tu sei pazzo Yuta >> disse ridendo, per poi continuare << Sai che lo verrà a sapere comunque in un qualche modo>>

<< Voglio solo fare un giro, cambiare aria, non mi muovo mai. Alla fine il padre di Jungwoo mi ha sempre detto che potevo tornare nella mia camera ogni volta che ne sentissi il bisogno >>

Mark fece spallucce tornando a bere. Ci fu un attimo di silenzio.

<< Vorrà dire che ti terrò d'occhio, mi sembra la cosa migliore, così nessuno saprà che eri lì >> 

Io gli sorrisi leggermente. So che non voleva essere appiccicoso nei mei confronti ma ogni tanto esagerava, potevo cavarmela da solo, ogni tanto dubitava di questa cosa. Ma questo mi faceva comunque piacere, era dalla mia parte.

-

Io e Mark parlammo molto quella sera, si fermò da me fino alle 23. Mi aiutò soprattutto a non toccare neanche una sigaretta, non mi lasciò neanche il tempo di desiderarne una. Perciò appena se ne andò mi buttai subito alla finestra. Avevo bisogno di rilassarmi.

Il vento era andato via, tutto era fermo, persino le nuvole in cielo. Non riuscivo a vedere molto se non la luce soffusa delle insegne. Stava uscendo un sacco di fumo, dato dal riscaldamento degli edifici. Questo offuscava il resto, sembrava uno scenario futuristico, il fumo si espandeva verso l'alto confondendosi poi con le nuvole. 

Aspirai e poi mi spostai i capelli dagli occhi, forse dovrei tagliarli o anche colorarli di un modo diverso. Mi hanno stancato, stanno diventando troppo lunghi.

Per un attimo, pensai a quella ragazza con i capelli blu. Forse dovrei farmeli anche io così, era davvero un bel colore. Mi starebbe bene il blu. Mi era capitato due volte di vederla, seguiva arte e si capiva dal suo modo di vestire, davvero strano vedere una persona così dentro la Soongsil. 

Scacciai quel pensiero assurdo, dovevo smetterla. Tutte le persone qui dentro fanno schifo, sono qui solo per avere un lavoro che gli permetta di avere un sacco si soldi. Tutti vengono qui solo per avere successo non perchè amano davvero quello che studiano. Per questo odio la Soongsil, sono tutti dei falsi ipocriti. Eppure, in lei, vedevo qualcosa di diverso. 

Anemone | Yuta NakamotoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora