26 - interlude: awaken the world

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Hunter pov

Giovedì sera lo passai a scrivere, a finire la tesina, nonostante trattenessi le lacrime da diverse ore. Non potevo farmi vedere così da Miyeon, non ancora almeno. 

Perchè mi aveva cacciata Yuta? Cosa gli avevo fatto di così tanto doloroso? Più ci pensavo più mi rimproveravo. Dovevo aspettarmelo, prima o poi mi avrebbe trattata così. Pensavo fosse una persona diversa e invece no. 

La notte non riuscii a dormire per colpa dei pensieri che avevo in testa. Il suo volto continuò a tormentarmi, i suoi occhi, la sua voce mentre mi disse di andarmene. La verità è che mi aveva ferita profondamente ed era giunto il momento di andare oltre, dovevo smetterla di pensarci. Più mi ripromettevo di farlo più non ci riuscivo, più ripensavo ai momenti che avevamo passato. 

Il giorno dopo avrei consegnato la tesina, anche a nome suo, lo avrei rivisto. Questa cosa mi agitò fortemente. Forse sarei scoppiata a piangere, ancora. Dovevo smetterla di dargli questa soddisfazione, ero più forte di così, eppure appena pensavo a lui ogni mia fragilità usciva fuori. 

Entrai in classe mezza distrutta, con i capelli davanti agli occhi, quest'ultimi gonfi e rossi. Non feci molto caso a quello che indossai quella mattina, volevo solo essere lasciata in pace, mi sarei ripresa pensai, abbastanza in fretta, avevo solo bisogno di una giornata così.

Mi sforzai di non guardare nella sua direzione. Sperai con tutta me stessa di non trovarmelo lì o tutto dentro di me sarebbe ancora crollato. Dopo poco Miyeon e Yuqi mi raggiunsero, sedendosi vicino a me. Lo sentii, mi stavano guardando, eppure rimasero in silenzio, forse anche loro incerte se chiedermi qualcosa. Non ne avevo ancora parlato con nessuno, mi stavo tenendo tutto dentro ormai da diverse ore e forse era meglio così.

Il professore arrivò, ci disse alcune cose ma io non lo ascoltai più di tanto, ogni cosa intorno a me si fece sfocata, le voci risuonarono in un modo incomprensibile. Ero nel mio mondo.

<< Hunter >> Mi chiamò Miyeon a bassa voce << A breve il professore vorrà le nostre tesine, vorrà anche un breve riassunto a voce, ti sei accordata con Yuta per caso? >> Mi domandò leggermente preoccupata, sapeva che era successo qualcosa la sera precedente, forse intuiva si trattasse di Yuta, lo potevo capire dalla sua voce.

Io scossi la testa. Cercai ancora di trattenere le lacrime. 

Il professore iniziò a chiamare alcuni di noi un po' per volta, vidi che alcuni miei compagni si alzarono per portare la tesina alla sua cattedra, per poi tornare al posto e spiegare velocemente l'argomento di cui hanno scritto. 

Non me la sentivo di parlare, non avrei trovato proprio le parole. Non sapevo neanche se in quell'aula insieme a me ci fosse anche Yuta, non volevo girarmi nella sua direzione.

Toccò a Miyeon e poco dopo ad altri miei compagni. Dopo qualche minuto sentii il mio cognome e quello di Yuta. Mi alzai di scatto. Mi risvegliai parzialmente dal mio stato. Estrassi la nostra ricerca a fatica e gliela portai, alzai lo sguardo, nonostante mi si leggesse in volto che non stavo bene. Nel mentre che mi girai vidi Yuta, a qualche metro da me. Era in piedi, anche lui era intento a guardarmi. In quel momento lo vidi molto giù, triste, poco dopo iniziò a parlare con voce tremolante. Stava stringendo i pugni con forza, si schiarì la voce e ricominciò a parlare in modo normale, come se stesse bene e non fosse successo niente. Lo vedevo che si stava trattenendo. Le sue mani erano sempre più viola, le sue nocche bianche. Il prof ci ringraziò e lo congedò. Lui si risedette, guardando fuori dalla finestra, per un momento vidi il suo volto riflesso. Le lacrime mi tornarono agli occhi.

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Fortunatamente le ore passarono molto velocemente. Riuscii a resistere, non lo guardai più, neanche quando si alzò per uscire dall'aula. Forse neanche lui lo fece.

Avevo bisogno di rimanere da sola. Decisi di tornare in corridoio per mettere apposto il libro e il quaderno che avevo usato per archeologia e storia dell'arte classica. Me ne sarei poi tornata in camera sotto le coperte a dormire.

Aprii l'armadietto, per poi tirare fuori le cose dallo zaino e posizionarle al suo interno. In quel momento sentii che alcuni ragazzi mi accerchiarono. Erano tutti molto più alti di me, potevo vedere le loro ombre davanti a me.

<< Lee Hunter, così ti chiami >> Quella poteva essere solo la voce di Jungwoo. Cosa voleva fare nel bel mezzo del corridoio dell'istituto, ridurmi come Yuta? 

Chiusi l'armadietto e mi girai. Non avevo proprio voglia di rotture di palle. Ci mancava solo questa.

Lui si avvicinò a me, posizionandosi davanti al mio viso. Potevo sentire un profumo strano provenire dal suo collo, forse uno di quei soliti costosi che fanno credere ai ragazzi di essere più virili. 

<< Qualcuno mi ha raccontato che fai coppia con Yuta, durante lezione e forse anche fuori eh?? Mai me lo sarei aspettato >> Disse sbuffando ridendo verso i suoi compagni, i quali lo guardarono con una smorfia in viso. 

<< Sai cosa non ho capito cara Hunter, cosa non va in te? Yuta è solo un verme >> Mi disse a bassa voce per poi farmi l'occhiolino. Cosa stava cercando di fare?

Si avvicinò al mio orecchio per poi sussurrarmi.

<< Io fossi in te starei attenta, a me non piace molto Yuta e ancora di più non mi piacciono quelli che gli stanno attorno >> poi continuò leccandosi le labbra << hai avuto del coraggio l'altra settimana ad aiutarlo, voglio vedere se sarai altrettanto fortunata >> 

Mi guardò fissa negli occhi. Non riuscii a dire niente. Mi stava minacciando? 

Lui e i suoi amici sparirono dietro l'angolo. In che razza di situazione mi ero cacciata? Non potevo starmene lì senza fare niente. Dovevo andare nell'ufficio del rettore. 

Anemone | Yuta NakamotoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora