76 - good night

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Hunter pov

L'erba affianco a me iniziò a vibrare, producendo un suono a cui non avevo mai prestato troppa attenzione. Mi ricordò per un attimo il rumore che faceva mia sorella quando dava da bere alle sue piante, l'acqua scorreva nel terriccio, lo impregnava per poi scendere giù nel porta vaso. 

Questa volta però era il vento leggero che si annidava spingendosi dentro la terra del prato. Alcune ciocche dei miei capelli si spostarono e poco dopo sentii la mano di Taeil. Mi accarezzò leggermente la testa, il suo gesto era così delicato e ritmico che stava per farmi addormentare.

Eravamo seduti per terra, vicino ad un albero, il quale ci stava facendo ombra dal sole sempre più persistente di Seoul. Qualche minuto prima mi aveva invitato a mettere la testa sopra le sue gambe, per rilassarmi al meglio e godermi la splendida giornata. 

Aprii gli occhi e quello che riuscii a vedere era magnifico, le nuvole in cielo si stavano spostando in armonia tra loro, mentre le foglie dei rami interagivano con il vento, per un attimo mi sembrò stessero danzando.

Taeil era intento ad osservarmi, rimase in silenzio con un accenno di sorriso, i suoi occhi stavano brillando. Si distese con la schiena lungo la corteccia dell'albero e la catenina che stava indossando al collo si scontrò con il bordo della sua maglietta. 

Chiusi nuovamente gli occhi e nonostante cercassi in tutti i modi di tenere la mente libera iniziai subito a pensare. Erano stati giorni abbastanza pesanti, per quello che era successo a Jungwoo.

Quella mattina mai mi sarei aspettata di ricevere quella notizia da parte di Mark, ma ancora di più il tutto iniziò, come una sorta di domino, a crollare davanti a me. 

Io e Taeil rimanemmo zitti a riguardo, non parlammo con nessuno di quello che ci aveva riferito, era una questione molto delicata, eppure qualcun altro lo fece al nostro posto. Forse erano state varie voci, non lo spremo mai, ma in poco tempo tutta la Soongsil lo venne a sapere. 

Il padre di Jungwoo, il rettore Kim, ebbe un crollo psicologico, tanto che disse ufficialmente a tutti di volersi prendere una pausa dalla carica di preside. Non si faceva che parlare di quello che era avvenuto, perciò non rimanemmo neanche troppo stupiti da questa sua decisione. 

Nessuno lo andò a trovare all'ospedale, almeno da quello che si sapeva in giro, ma i suoi genitori tranquillizzarono tutti attraverso un discorso radiofonico tramite il microfono dell'università. Ci dissero che i medici lo avevano salvato e che ora piano piano si sarebbe ripreso, non sarebbe tornato alla Soongsil per un bel po'. 

Forse, la vecchia me, di qualche mese prima, avrebbe forse gioito davanti a quelle parole, ma in quel momento non riuscii a fiatare, rimasi ferma immobile per cercare di capire cosa stesse succedendo davvero. La verità è che ero veramente dispiaciuta per lui, data sicuramente la mia esperienza diretta con mia sorella. Mai avrei voluto si ripetesse un evento del genere, non lo avrei augurato a nessuno. 

I miei pensieri furono schiariti in quel momento dalle dita di Taeil, il quale stava tracciando il perimetro che separava i miei capelli dalla fronte. Aprii un occhio solo, strizzando l'altro per riuscire a vederci meglio. Era sempre nella stessa posizione, i nostri sguardi si incontrarono nuovamente. 

<< Pensavo stessi dormendo >> mi disse sorridendo, era così bello quando lo faceva in modo spontaneo. Sentii le maniche della sua giacca sulle mie spalle, appoggiò le mani sul terreno, vicino alle mie braccia.

<< No, stavo solo pensando >> poi continuai sbadigliando << Però non mi dispiacerebbe >> 

Taeil scoppiò a ridere, forse per via della faccia che avevo fatto, era così contagioso. Mi coprii il viso con entrambe le mani dall'imbarazzo.

Anemone | Yuta NakamotoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora