parte 9.-

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Apro gli occhi sbuffando per l'ennesima volta, scalcio via le coperte dal mio corpo proprio come quando ero bambina.

Sono stanca di rigirarmi fra le lenzuola e non riuscire più a recuperare il mio amato sonno.

È mattina presto, le luci dell'alba entrano dalle piccole fessure dalla finestra. In silenzio mi alzo e scendo al piano di sotto.

Questa casa è tanto bella quanto enorme per una persona sola.

Non capisco come abbia fatto a stare in spazi così ampi e ad essere l'unico che li occupava. Ci sta un mondo qua dentro.

Scalza mi dirigo in cucina ed afferrando un pentolino mi scaldo un po' di acqua. Mi farò una tisana.

Aspetto che l'acqua bolli e, come di routine la metto nella tazza insieme alla bustina aromatizzata.

Afferrando la mia tazza mi siedo sulla penisola nel centro della cucina, e volgo lo sguardo al giardino dalle vetrate.

I colori dell'alba sono molto più belli di quelli di un tramonto.

Il sorgere del giorno, quando ancora la natura è addormentata, e la città è silenziosa, è una sensazione che rapisce la mente ed estasia gli occhi.

Quello che poco prima sembrava impercettibile, lontano, e quasi pauroso, ora piano piano che il sole solleva lentamente il suo splendore, appare vestito di luce nuova, viva e sicura.

E tu sei lì inerme ed impotente, ad assistere al lento risveglio della natura in un susseguirsi di ombre e luci e gioco di colori che danno origine ad un nuovo giorno, trasformando il paesaggio in un nuovo dipinto, pieno di silenziose avventure.

"Che ci fai sveglia?" non mi volto nella direzione della voce, immaginandolo già alle mie spalle.

"Non riuscivo a dormire" dico in un sussurro, incantata ancora a guardare i colori affascinanti.

"Perché?" mi chiede e con un balzo si posiziona accanto a me, ancora svestito mentre io indosso una sua maglietta blu.

"Non lo so" alzo le spalle e porto la tazza alle mie labbra. Senza spostare lo sguardo allungo il braccio con la tisana nella sua direzione, e mentre la afferra per berci sento il suo sguardo addosso.

"C'è qualcosa che mi nascondi, ma non ho ancora capito cosa" la sua affermazione mi colpisce come un pugno, ma fingo di niente scuotendo la testa.

Sospira e da normalità mi attira a sé con un braccio sulle mie spalle. Mi rilasso contro il suo corpo mentre lui finisce di bere la mia tisana.

Mi sto comportando da stupida e meschina, nascondendogli una cosa che probabilmente, vista da fuori, è nulla.

Ma non per me. Quello lo considero un passo importante, non sono pronta a ritornare in quel posto, soprattutto dopo che ho fatto tanto per allontanare il ricordo.

Ma portarci una persona, oltre me stessa, lo considero troppo intimo. Far entrare qualcuno nella tua vita senza avere sicurezze stabili, e come spingersi su un filo mentre sotto di te scorrono fiumi di lava.

Nessuno si permetterebbe di rischiare tanto, ed io sono ancora in mezzo a loro. Non trovo il coraggio di dirgli quello che sento perché per me è ancora una ferita aperta, che non penso possa mai rimarginarsi.

"Ho fatto qualcosa?" chiede con la testa poggiata sulla mia stringendomi al suo petto.

"No, tranquillo" lo distraggo dai pensieri lasciandogli un bacio sulle labbra.

"Andiamo a dormire dai" salto giù dalla penisola, afferrando la tazza e poggiandola nel lavabo.

Sento i suoi passi dietro di me mentre continuo a salire le scale per poi affondare sul suo letto.

Infondo sono gli ostacoli a renderci forti.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora