Parte 24

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VENERDÌ
"Com'è andata?" Chiedo quando rientra in casa accompagnato dal padre.
Guardo l'orologio di vetro e sono le 2:30 del pomeriggio, suppongo abbiano saltato il pranzo.
"Bene diciamo" dice freddo e sale le scale intimandomi di seguirlo.
"Ehi?" Dico.
"Diavolo!"borbotta.
"Cos'è successo?" Chiedo andandogli in contro.
"Forse sono in pericolo, o siamo, quindi devi andartene" borbotta dirigendosi verso di me.
"Voglio sapere" dico convinta.
"Quello per cui lavoravo, crede che sia stato io a parlare e mi ha promesso un inferno, devo farti andare via da qui, al più presto, devo risolvere e se tornerò ne riparleremo" racconta velocemente.

Riesco a formulare le parole un pò troppo tardi e quando mi risveglio dai miei pensieri lui sta già buttando le mie cose nella valigia.
"Non me ne vado, ce la caveremo insieme e gli faremo capire" dico
"Non complicare le cose, piccola, vai ti raggiungerò" si avvicina abbracciandomi e inebriandomi del suo profumo.
"Okay" sussurro sul suo petto.

"Ti amo" dice sulla mia bocca, nel parcheggio desolato dell'aereoporto. Sorrido pensando a quante ne abbiamo passato e a quante ne passeremo.

"Bene bene chi abbiamo qui" una risata falsa e roca ci distrae dai nostri momenti e appena gli occhi del mio ragazzo incontrano quelli di un uomo sui 32 anni, mi si para davanti.
Sbircio mentre i due si scambiano sguardi di intesa.
Tre uomini sono posti al suo fianco. Alti, con grandi spalle tutti in nero.
Il tipo di prima ghigna cercando di avvicinarsi e sento Matteo irrigidirsi.

"Prendete la ragazza" ordina a due uomini che si avvicinano a passo felpato.
"Non provateci nemmeno" sibila Matteo bloccando i passi dei due.
"Muovetevi non abbiamo tutta la vita!" Esclama quello che credo sia il capo.
"Fermi ho detto!" Detta rabbioso il mio ragazzo. Deve esserci qualcosa sotto se quegli omoni obbediscono agli ordini di Matt. Tremo leggermente afferrando il braccio del mio ragazzo, non mi muoverò da qui.

"Ribelle il ragazzo" esclama con sguardo di sfida.
Matteo stringe i pugni guardandolo.
Lo affianco ricevendo un occhiata di rimprovero. Non permetterò che facciano del male a Matt. Cerco con tutta me stessa di reprimere la paura mentra la mia coscienza non dice altro che darmela a gambe.
"Cosa vuoi?" Chiede riportando lo sguardo sull'uomo.
"Vendetta" mormora con rabbia.
"Su cosa?" Chiede Matt.
"Su di te" dice non abbassando lo sguardo.
"Sapevo che questo momento sarebbe arrivato, ma credevo fossi un pò più ingegnoso, invece di farmi fuori in un posto quasi sorvegliato" ghigna Matteo.
Farlo fuori? Mi tremano le gambe al pensiero e sussulto leggermente
"Che posto migliore c'è se non davanti alla tua amata ragazzina?"

"Ragazzina a chi?"mi intrometto io irritata.
"Marty" ringhia Matteo.
"Ohoh! La piccola ha la lingua quindi" ridacchia l'uomo.
Lo guardo incenerendolo.
"Sta zitta" mi ringhia Matteo.
"McCartey fa parlare la ragazzina!" Sogghigna.
"Cosa vuoi?" Chiedo ignorando le occhiate di Matt.
"Lo già detto, tesoro, vendetta -si accende in un sorriso- o potrei avere di meglio" mi fissa il corpo leccandosi le labbra. Che schifo.
"Scordatelo" Matteo mi si para davanti di nuovo.
"Non facciamola lunga, sapevi le conseguenze e i rischi, la tua vita o la ragazza" dice duro l'uomo.
Matteo ringhia spazientendo l'uomo.
"bene, PRENDETE LA RAGAZZA" urla agli uomini.
Matteo indietreggia facendo indietreggiare anche me.
L'uomo sorride e con un cenno della testa i due bloccano Matt e l'altro mi blocca dalle braccia allontanandomi nonostante i miei tentativi di fuga da Matt.
Scalcio e cerco di allentare la sua presa ma non molla.
"Lasciami cazzo" ringhio rabbiosa all'uomo dietro di me il quale rafforza la presa.
Ringhio ancora irritata. Odio chi mi blocca. Lancio uno sguardo a Matt che si sta smuovendo come un pazzo.

"LASCIALA" urla Matt alla bestia dietro di me cercando di liberarsi di quei due.
L'uomo ride guardandoci.
"Ti farò passare l'inferno e giuro che non ne uscirai" ringhia Matteo facendo tornare serio l'uomo.
Lo guarda e con un movimento veloce esce dal giaccone di pelle una Calibro 9 e spara su Matt.
Urlo, urlo e urlo. Schiacciando il piede all'uomo mentre i miei occhi sono sommessi dalle lacrime mentre guardo la figura del mio ragazzo accasciarsi a terra.

Infondo sono gli ostacoli a renderci forti.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora