Parte 27

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Un mese dopo:

"Signorina è nella sua camera" mormora Larayna.
"Stia attenta la prego" continua guardandomi dolcemente.
Annuisco e ripenso a quando mi ha chiamata urgentemente Larayna. Mi sono precipitata qui.
"Cos'è successo?" chiedo guardando la casa in disordine. Oltre un vetro del mobiletto non c'è niente di rotto. Ma è tutto a terra.
"Non lo so, ora è in camera, sta parlando al cellulare"dice preoccupata.

"Porca puttana!" un urlo spiazzato dal piano superiore fa tremare leggermente la donna.
"Vado" mormoro toccando la spalla di Larayna.
Mi mima un "attenta".

Sono bloccata davanti alla porta chiusa.
"BOOM!" questo rumore, mi riscuoto e nonostante le sue urla apro la porta e nello stesso momento un oggetto mi vola contro, il suo cellulare.
Lo afferro prontamente a direzione del viso.
È girato di schiena e il suo corpo è scosso da singhiozzi.
Non si è ancora accorto di me.
Prendo coraggio e lentamente lascio il cellulare suo ed il mio sul letto e mi avvicino a lui.
È poggiato con i pugni al mobile accanto alla finestra.
Allungo le braccia e le faccio passare sul suo torace si riscuote leggermente spaventato ma poi si calma.
Appoggio la testa sulla sua schiena e stringo le mie braccia leggermente.

"Co-cosa ci fai qui?" queste parole interrompono i minuti di silenzio.
"Volevo stare con te" dico semplicemente staccandomi da lui.
Porta le sue mani alla sua faccia e poi le rilascia cadere lungo i fianchi. Si volta verso di me e studia il mio viso, gli sorrido leggermente.
Prendo la sua mano e lo guido verso il letto, spostando i cellulari sul comodino.
Ci sdraiamo e lui poggia la sua testa sul mio ventre.
Accarezzo i suoi capelli e li rigiro fra le mie mani.

"Ti ha chiamata Larayna eh?" borbotta giocando con la fine della mia felpa.
"Ora dormi, parliamo dopo" dico calma.
Alza la sua testa e si avvicina al mio viso.
Unisce le nostre labbra in un bacio bisognoso.
Si stacca e mi abbraccia incrociando le nostre mani e le nostre gambe.

Apro gli occhi e li strizzo per mettere a fuoco la stanza.
Il ragazzo è ancora attaccato a me. Piano mi libero dalle sue braccia e attraverso la stanza scendendo al piano inferiore.

"Ma tu non ti fermi mai?" chiedo sorridendo alla donna che spolvera.
"Mi piace lavorare" dice ricambiando il sorriso.
"Dai vieni con me" dico entrando in cucina.
Mi segue silenziosamente.
"Vuole della torta?" chiede aprendo il frigo.
Annuisco e prendo due piatti e due bicchieri.
Lei taglia due fette di torta e io riempio i bicchieri con del succo d'arancia.

Ci sediamo e cominciamo a spettegolare.
"Vado a svegliarlo" dico dopo un oretta passata con lei.
Annuisce e sorride.
"Vai a casa" le sorrido.
Scuote la testa e si alza anche lei.
"Tranquilla, ci penso io, vai a casa" le sorrido di più e mi ringrazia togliendosi il grembiulino.
La accompagno alla porta e poi la richiudo dopo averla salutata.
Sospiro prima di salire le scale.
Entro in camera ed è seduto sul letto che fuma.
"Ehi! Fuori!" indico la porta finestra che porta al balcone nella sua stanza.
Sorride scuotendo la testa e si alza andando fuori.

"Cos'è successo?" Chiedo quando rientra.
Scuote la tesra e diventa serio.
"Ehi -mi avvicino appoggiando una mano sulla sua guancia- è tutto okay! Non fa niente se non vuoi dirmelo" dico dolcemente ricevendo la sua attenzione.
"Devo dirtelo... ma -si passe le mani nei capelli frustato- non ce la faccio" si siede sul letto con le braccia sulle ginocchia e le mani in faccia.

Lo guardo terrorizzata mentre ricomincia a singhiozzare.
Cosa diavolo ha combinato?
Giuro che se sta volta è andato con un altra scateno la terza guerra mondiale.
Spero di no ma se non c'è la fa a dirmelo l'unica idea che ho è questa.
Faccio un passo in avanti bloccandomi di nuovo al pensiero di lui con un altra.

"Hai- hai fatto qualcosa?" Domando di botto con l'ansia intrappolata nello stomaco.
"Cosa?" Chiede confuso.
"Si intendo.."
"No no diamine, certo che no! Non sono stato con nessuna oltre te!" Alza la testa immediatamente quando capisce ciò che intendevo.
Rilascio un sospiro di sollievo. Incatena i suoi occhi nei mei e il suo verde è circondato dal rosso causato dalle lacrime.
Mi avvicino e mi siedo su di lui accarezzando i suoi capelli.

Infondo sono gli ostacoli a renderci forti.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora