Parte 39

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"Sei splendida"  mi ripete Andre per la decima volta in venti minuti. Parcheggia vicino la villa.

"Andre continui a dirmelo da quando mi hai vista" gli dico sorridendo. Scende e fà il giro dell'auto.

"Prego" mi apre lo sportello della sua Mercedes per farmi scendere. Galante, sempre. 

"Grazie" gli dico reggendo il gioco. Tengo i piedi ben piantati a terra per evitare di cadere. si ci sono abituata ma queste scarpe rimangono pur sempre aggeggi infernali.

"E' che non trovo altre parole" mi dice chiudendo lo sportello e porgendomi il braccio da buon gentiluomo.

"Bhe, allora ti ringrazio per la decima volta" alzo gli occhi al cielo sfoggiando uno dei migliori sorrisi, con il colore rosso fuoco che contorna le mie labbra.

Ho un vestito liscio addosso dorato, ma non è un colore forte, al contrario è proprio delicato, mi calza a pennello, Ross aveva ragione. Ha uno scollo a cuore che mi tiene su la mia terza abbondante senza bisogno di ulteriori supporti. Ha delle spalline sottilissime che si confondo con i miei capelli lasciati sciolti ma arricciati. Ma la parte più bella è il profondo spacco sulla sinistra che ad ogni movimento lascia libera la mia gamba, partendo dalla coscia fino a mostrare le decollete che indosso. Ovviamente il copri abito lo lasciamo all'ingresso a dei camerieri vestiti peggio dei pinguini.

"Marty, c'è una cosa che devi sapere.." la sua insicurezza mi confonde per un attimo.

"E' incinta?" chiedo così su due piedi, è la prima cosa che mi è venuta in mente.

"Cos... no, no certo che no, e chi la tocca più!" dice troppo velocemente camminando per il lungo corridoio. Già, questo posto sembra enorme.

Scoppio a ridere per la sua sveltezza nel chiarire la situazione. Mi guarda divertito dalla mia risata.

Si ferma a guardarmi parandosi di fronte alla mia visuale. 

"Allora, ci sono uomini lì dentro..." indica la sala dove presumo metteremo piede tra poco.

"Che hanno e guardano una donna solo come oggetti" mi dice ferreo.

"Si, immaginavo già" lo liquido, chiedendomi qual'è il problema. Sapevo a cosa andassi incontro quanto ho accettato questa cosa folle.

"Solo, qualsiasi cosa succeda resta al mio fianco, e qualsiasi cosa dicano ribatti solo se necessario" e quasi mi offendo.

"Andre, se ti serviva una bambola da mostrare, hai sbagliato persona" gli dico seria, facendo ricadere le braccia lungo i miei fianchi.

"Non mi serviva una bambola" mi rifila un'occhiataccia truce.

"E allora stai certo che non starò a farmi trattare come un soprammobile." gli rifilo la stessa occhiata. Non è niente male, in realtà questo è sminuirlo anche. Sta troppo bene nei panni di un'avvocato serio. Dannatamente sexy se proprio devo dirlo. Quel completo nero opaco addosso gli sta a meraviglia, per non parlare della cravatta blu scura che gli contorna il collo. Non l'avevo mai visto così professionale. Quando tornava a casa arrivava senza giacca e non c'era l'ombra di una cravatta.

"E' per questo che mi piaci" mi sorride rimettendosi al mio fianco. Gli afferro nuovamente il braccio permettendogli di farci portare nella grande sala.

...

Continue e insulse occhiate di uomini vecchi, egoisti e cinici per tutta la serata. Non ne posso più di salutare gente a destra e manca al fianco di Andre. Non vedo l'ora che questa serata finisca al più presto.

"Balliamo" mi desta dai miei pensieri Andre. Non mi dà il tempo di replicare che già mi ha trascinato in pista.

"Raccontami chi sono" dico avvicinandomi al suo orecchio, cosa che mi risulta facile dato il lento che stiamo ballando. Voglio un pò capire con chi ho a che fare questa sera, chi è tutta questa gente e da dove vengono. Mi accorgo appunto di sapere poco di questo mondo, eppure non mi sembra orribile. Anzi mi attira anche.

Infondo sono gli ostacoli a renderci forti.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora