Parte 25

701 21 6
                                    

Finalmente fuori di qui.
"Mi ami?" Mi chiede sussurrando, una volta seduti sul sedile posteriore dell'auto del padre.
Annuisco confusa mentre Anne e il padre sono immersi in una conversazione.
"Allora perché non te ne sei andata quando te lo chiesto?" Sussurra stringendomi a se.
"Perché dovevo farlo?" Sussurro anch'io.
"Eri in pericolo qui" mi fulmina con lo sguardo.
Scrollo le spalle e gioco con le nostre mani unite.

"Piano" sbotta il padre quando Matt comincia a salire le scale da solo.
Sorrido all'uomo e vado verso il mio ragazzo.
"C'è la faccio" brontola quando lo affianco.
"Zitto" sbuffo.

Entriamo in camera e si avvicina ad un comodino, nel frattempo mi siedo sul letto.
"Fra 3 giorni torniamo a Roma" mi sorride mostrando i biglietti.
"Ma i controlli?" Chiedo confusa.
"Al diavolo, li farò lì se servirà" ridacchia.
Sorrido.

Sorrido alla sua forza e sorrido al suo coraggio.
"Piccola, non sei contenta?" Mi chiede una volta inginocchiato di fronte a me.
Mi alzo lasciandolo ai piedi del letto.
"Giurami che una volta tornati resti a Roma, e non che sparisci" gli dico dura.
"Eh?" Chiede confuso
"Dove dovrei andare scusa?" Aggiunge.
"Qui, non far finta di niente" affermo.
So che vuole lasciarmi lì e poi tornare qui, sono testarda lo so ma non ci torno a Roma se lui non viene e resta.

"Ma cosa dici?" Si alza
"Cosa dico? -rido innervosita- non puoi portarmi a Roma con l'inganno e lasciarmi lì mentre tu fai ritorno qui" sbotto.
Spalanca gli occhi leggermente e resta in silenzio.
"Sono testarda okay, ma non sono scema!" Esclamo.
"Una sola domanda" cerca di parlarmi lui.
"Che? Come lo so? Vediamo, quando mai sei stato contento di fare ritorno a Roma? Collega le cose che non è difficile capire le tue intenzioni" spiego senza dargli il tempo di rispondermi.
Si siede sul letto e sbuffa.

"Come devo fare con te?" Chiede sottovoce
"Guarda che ti sento" esclamo.
Sorride.
"Quindi?" Dico restando dura.
"Quindi o ci torni da sola o ti riporto io" mi spiega allargando le braccia come se fosse una cosa ovvia.
"Quindi non hai capito un cazzo" lo imito allargando le braccia.
"O vieni e resti a Roma con me, o resto io qui con te"

"Vuoi comandare tu adesso eh?" Sorride.
Lo guardo torva continuando a restare dura.
Si avvicina e io mi allontano.
"Decidi" mi volto e cerco di allontanarmi ma mi afferra dal braccio e mi tira addosso a lui.
"Altrimenti?" Scimmiotta.
"Fai per una volta il serio" ringhio con la voce ovattata dal suo petto.

"No, per una volta tu non fare la bambina!" Esclama al termine del controllo.
"Cosa?" Sbotto irritata.
Bambina? Io? Ma stiamo scherzando?
"Hai capito fottutamente bene, per una volta ascoltami e non fare di testa tua, ho sbagliato a portarti qui e devi andartene al più presto" ringhia.
"No!"
"Al diavolo te, e i tuoi capricci, tu te ne andrai di qui con le buone o con le cattive, SONO STATO CHIARO?" urla bloccando le mie prossime parole.
Annuisco guardandolo negli occhi, sapendo che se dovrò tornarci da sola mi assicurerò di farlo fin troppo bene.

"Non dici niente?" Si calma guardandomi uscire la valigia da sotto il letto.
Alzo le spalle indifferente e ferita.
"Bene" borbotta continuando a guardarmi fare avanti e indietro.
"Una cosa" dico d'un tratto.
Mi guarda sollevando il sopracciglio.
"Puoi anticiparmi la partenza?" Sbotto continuando a fare avanti e indietro.
"Io non ti capisco, fino a dieci minuti fa non volevi andartene ed ora vuoi anticipare anche la partenza. E sentiamo a quando, stasera?" Borbotta.
"No fra un'oretta" ripiego le maglie e le poso nella valigia.
"Eh?"
"Che c'è, sei per caso sordo?" Sollevo un attimo lo sguardo per poi riportarlo fra la mia roba.

Sbuffa portandosi le mani nei capelli.
"Perché?"
Perché? Un semplice perché?
Fingo di non aver sentito e continuo a sistemare la valigia.
"Ho chiesto perché?" Sbotta a voce più alza prendendomi le braccia e portandomi di fronte a lui.
"Mi stai di nuovo chiudendo fuori dalla tua vita, e io ti sto semplicemente assecondando, se è questo che vuoi fai pure" lo fulmino e tolgo le braccia dalla sua presa con prepotenza.
"Di nuovo? E quando lo avrei già fatto?" Chiede
"In Germania."
"Smettila cazzo" si passa le mani nei capelli

Infondo sono gli ostacoli a renderci forti.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora