Parte 42

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"Finiscila" lo minaccio con un fermacarte.

"Dovresti farmi paura?" mi rimbecca. Spiritoso.

"Dovresti tremare dalla paura" lo correggo seria.

"Uhh" fa finta di tremare avvicinandosi a me, indietreggio tenendo il braccio steso nella sua direzione con l'oggetto in mano.

"Non prendermi in giro!" mi lagno quando scoppia a ridere.

"No, scusa" dice facendo finta di aver paura. Scoppio a ridere quando assume una faccia terrorizzata, seguita da lui. In due falcate mi si para davanti. Le mie spalle si bloccano sulle finestre e non posso più indietreggiare.

"Ti faccio male" lo minaccio ancora.

"Ho paura" mi prende ancora in giro togliendomi l'oggetto dalle mani e lanciandolo con un gesto del braccio sulla scrivania, alla rinfusa. Atterra sulla superficie con un tonfo. Ora sono disarmata.

Ma chi volevi minacciare con quel cosino?

Ma tu sempre in mezzo stai?

Alzo gli occhi al cielo e poi mi rendo conto della vicinanza di Andre, poggia le mani sui miei fianchi avvicinando il suo viso al mio.

"Secondo me hai qualche amico immaginario" mi parla come se fossi una bambina.

"Si, vivo nel paese delle meraviglie ed il mio secondo nome è Alice" sbuffo io sorridendo.

"Sarei onorato di essere il Cappellaio Matto allora" mi sorride lui.

"Nah, sei già matto di tuo!" lo liquido io socchiudendo gli occhi. Risalgo con la mano dal suo torace al suo petto e lui mi fissa con occhi spalancati.

"Parla colei che voleva minacciarmi con un minuscolo fermacarte" mi beffeggia lui.

"Ti diverti a prendermi in giro?" lo spingo facendolo spostare. Metto il broncio comportandomi esattamente come una bambina.

Adoro scherzare con lui.

"Alice hai incontrato il Bianconiglio?" si poggia sorridendo alle vetrate incrociando le braccia al petto. I muscoli si flettono sotto il suo gesto rendendo la camicia bianca quasi stretta. Distolgo lo sguardo sotto il suo malizioso.

"No solo il Cappellaio" ruoto gli occhi sorridendo.

"E che ti ha detto?" mi beffeggia.

"Il segreto, cara Alice, è circondarsi di persone che ti facciano sorridere il cuore. È allora, solo allora, che troverai il Paese delle Meraviglie." Imito la frase del film che abbiamo visto molte volte insieme.

"Ed aveva ragione?" chiede mentre io gioco con le penne sulla sua scrivania.

"Potrebbe avere ragione" alzo le spalle sedendomi sul fantastico tavolo in legno scuro.

"Io credo che ce l'abbia, senza potrebbe" mi dice. Senza alzare lo sguardo noto che si sta muovendo verso la mia direzione.

"E perché?" chiedo afferrando la sua penna e facendo scattare la punta varie volte.

"Perché tu fai sorridere il mio" la sua frase mi lascia leggermente sorpresa. Avvicinandosi mi toglie la penna lasciandola cadere sulla scrivania e poggia le mani sulle mie gambe coperte da leggings di pelle nera.

"Andre..." rovino o no il momento? È questo il dilemma.

"Guardami" mi dice in un soffio talmente vicino. Alzo gli occhi che non si erano mossi dalle sue mani.

Senza comprendere come, la sua bocca è già sulla mia che non protesta né impone barriere.

Apre le mie gambe infilandosi il mezzo. Le mie mani salgono sulla sua nuca piegandolo ancora di più verso di me, mentre le sue salgono sulla mia camicia lunga azzurra per poi fermarsi sotto il cinturone in vita.

Infondo sono gli ostacoli a renderci forti.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora