Parte 43

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"Molte volte è difficile comprenderti" mi dice Andre stringendo le sue braccia sulla mia pancia.

"Si, ma poche volte non mi capisci" rispondo giocando con le sue mani.

"Questa è una delle mie tante doti" si vanta da solo.

"E le altre quali sarebbero?" chiedo.

"Te ne ho mostrate diverse" scoppio a ridere seguita da lui.

Siamo sdraiati sul divano ed è pomeriggio inoltrato. Avvolti dal silenzio ci godiamo la quiete che abbiamo attorno.
Ho la testa poggiata sul suo petto mentre lui accarezza la mia pancia.
Non facciamo nulla in particolare, fissiamo entrambi il muro bianco di fronte a noi, provocandoci con le parole.

Andrò via tra un paio d'ore, stamattina Andre è uscito presto a ritirare la macchina dal meccanico, mentre io dormivo.

Ha deciso di non presentarsi in ufficio, restando a lavorare da casa. L'ho lasciato fare indisturbato, occupandomi del nostro pranzo o guardando la tv.

Mi mancava stare con lui, ero talmente abituata a vivere qui che quando mi sono allontanata mi sentivo spaesata.

Lei non ha mosso nulla, ha lasciato tutto come ricordavo. E questa cosa mi sorprende, credevo avrebbe rivoluzionato le vite di Andre e Christian oltre che la casa. Invece, probabilmente Andre, non le ha permesso il minimo movimento.

E questa cosa mi piace.

"Volevo chiederti una cosa" la sua voce mi distrae.

"Dimmi" dico sbrigativa.

"Venerdì ho una cena di beneficenza, ci vieni?" mi chiede di botto. Sapevo me lo avrebbe chiesto. Anzi, forse ci speravo anche.

"Ci vengo" annuisco ancora poggiata sul suo petto.

Gioca con il mio chignon disordinato.

"Niente storie?" chiede quasi sorpreso. Sorrido anche se non può vedermi.

"Ritieniti fortunato" gioco.

"Ma smettila" scoppia a ridere facendo vibrare il suo petto.

Mi volto nelle sue braccia, trovandomi faccia a faccia con il diretto interessato.

"Dovrei smettere di fare cosa, esattamente?' chiedo con voce languida e provocatrice.

Assottiglia gli occhi studiando il mio viso. Non si aspettava una mossa del genere.
Non si fa destabilizzare, rimanendo l'uomo sicuro che è.

"Parlami ancora così e l'unica cosa che vedrai, per l'intero pomeriggio, sarà il mio letto" mi risponde stampandosi un ghigno malizioso.

"Si? Ma non ho sonno" gioco con le dita sul suo viso. Sospira pesantemente.

"Il sonno è l'ultima cosa che avrai" mi morde l'indice in una segreta promessa.

"Vuoi giocare a fare macho men?" chiedo poggiando la testa sulla sua spalla e avvicinando le mie labbra al suo collo.

"Mi sento offeso" borbotta portando la sua mano sul mio sedere.

Lascia una piccola pacca in risposta alla mia provocazione ed io rilascio un morso sul suo collo, che prontamente lascia esposto.

"Cos'hai?" chiedo notando il suo estraniarsi.

"Non sono disposto a condividerti" sbotta duro, ammettendolo anche a sé stesso.

Mi prendo qualche secondo per riflettere. Ho capito benissimo a cosa si riferisce. Solo non pensavo lo esponesse così direttamente. Ma me lo aspettavo.

Infondo sono gli ostacoli a renderci forti.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora