Pericolose Insidie

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-Mamma! Mamma! Finalmente sei tornata!
Non appena Hange varcò la porta di casa, Erwin corse felice verso di lei e le saltò in braccio. Hange lo afferrò subito al volo e lo strinse forte a sé, ridendo e allo stesso tempo con le lacrime agli occhi per la gioia. Il bimbo le afferrò il viso con entrambe le manine ed iniziò a riempirla di baci dappertutto, come faceva quasi sempre.
-Amore della mamma! Amore della mamma! - gli disse al settimo cielo - Fatti vedere!
Gli accarezzò il visino morbido e tondo, specchiandosi in quei grandi e gioiosi occhi azzurri che la guardavano con la gioia e l'amore che solo un figlio più provare nei confronti della propria madre.
Erwin le sorrise felice e la cinse forte con entrambe le braccia, appoggiando la testa alla sua spalla. Poi abbassò lo sguardo e la sua espressione si fece cupa e pensierosa.
-Mamma...dov'è papà? Perché non è con te? - le domandò impensierito, constatando che Levi non era lì.
-Papà è a lavoro, tesoro, e dovrà restarci ancora per un po' - gli rispose Hange allegramente, per tranquillizzarlo.
-Ma...ma sta bene? - le chiese ancora sempre con preoccupazione.
-Certo, amore mio! Papà sta benissimo! Lo sai: lui è fortissimo...è solo che deve tenere a bada un cattivone che abbiamo catturato a Marley - gli spiegò Hange.
Erwin abbassò lo sguardo, pensieroso.
-Non preoccuparti. Papà mi manda a dirti che ti ama tantissimo e che non vede l'ora di abbracciarti e di giocare con te - gli disse Hange dandogli infine un bacio sul nasino.
Erwin sorrise e, nonostante fosse un po' triste per il fatto il suo papà non fosse lì con loro, riprese ad abbracciare la madre.
Hange sospirò ed iniziò ad accarezzargli la schiena quando avvertì qualcuno tirarle il pantalone: era Klaus che, guardandola dal basso verso l'alto con i suoi occhioni verdi, reclamava anche lui un po' di attenzioni.
-Ciao, zia! - le disse arrossendo poi per la timidezza - Bentornata!
-Oh! Ciao, Klaus! - esclamò Hange, piegandosi sulle ginocchia per posare Erwin a terra - Vieni, fatti dare un bacio!
Klaus si accucciò al suo petto, vicino ad Erwin, e lei gli diede un bel bacio sulla guancia mentre Eveline era in piedi a pochi passi da loro che assisteva alla scena intenerita e commossa. Hange li abbracciò poi entrambi e Klaus arrossì, correndo poi a rifugiarsi dietro la gonna della madre mentre Erwin continuava a riempire la sua di baci.
Alla fine Hange si avvicinò ad Eveline e la salutò con un lungo e forte abbraccio. Guardandola negli occhi, la ragazza aveva capito che l'animo della donna era profondamente turbato ma non le chiese nulla: quando i bambini sarebbero andati a dormire, le avrebbe parlato.
-Vuoi fare un bagno, prima di cena? - le domandò con la sua solita gentilezza.
-Si! Si! Mamma! Ti prego! Facciamo il bagnetto insieme! - la implorò Erwin, saltellando sul posto e tirandole i pantaloni.
Hange sorrise e si piegò di nuovo, poggiando le mani alle ginocchia.
-Ma non sei un po' grandicello per fare il bagno con la mamma? - gli domandò sorridendo.
-Ma no, mamma! Io sono piccolo e farò il bagnetto con te anche quando sarò grande! - le rispose Erwin con innocenza avvinghiandosi al suo collo.
Hange ridacchiò: lo abbracciò, e poi lo prese in braccio.
-Poi ne riparleremo tra qualche anno - gli disse dandogli un bacio - Forza! Andiamo a fare il bagnetto, così zia Eveline prepara la cena.
-Mamma, lo sai ho imparato a mangiare le verdure? - le rivelò Erwin con soddisfazione.
-Bravissimo, amore della mamma! Sono davvero felice!
-Solo che...volevo dirlo a papà...
Nuovamente, gli occhi del piccolo divennero tristi.
-Non ti preoccupare, glielo dirai quando tornerà!
Erwin annuì e abbracciò la madre, nascondendole i suoi occhietti tristi e pensierosi.
Dopo cena, Eveline mise a letto il suo Klaus mentre Hange portò Erwin a dormire nel suo lettone, promettendogli che avrebbero dormito insieme e che lo avrebbe raggiunto dopo aver finito di sistemare la cucina. Ma prima attese che si addormentasse mentre gli raccontava una delle sue solite favole sui Giganti.
Poi raggiuse Eveline e dopo averle raccontato cosa era successo a Marley, le disse infine che Sasha aveva perso la vita durante l'operazione. Incredula e sopraffatta dal dolore, Eveline si sedette sul divano e scoppiò a piangere, cercando di trattenersi per non svegliare i bambini.
-Non riesco a crederci...Sasha! - singhiozzò tra le braccia di Hange - La nostra Sasha...non è possibile...quando finirà tutto questo dolore? Quando?
Hange non sapeva cosa dirle per confortarla perché nessuna parola avrebbe avuto questo potere.
-Lo so, Eveline...mancherà a tutti noi... - riuscì a dirle con un nodo alla gola mentre le accarezzava il capo.
Ci volle molto tempo affinché Eveline si calmasse. Ancora con le lacrime agli occhi, la ragazza raggiunse la sua stanza e si sdraiò accanto al suo bambino, stringendolo al petto per cercare conforto. Anche Hange tornò nella sua camera e vide Erwin dormire beatamente a pancia insù, con il suo coniglietto sempre accanto. Indossò il pigiama e si stese accanto a lui cingendolo poi a sé con delicatezza per evitare di svegliarlo. Inconsciamente, Erwin si girò verso di lei affondò il viso nel suo petto, come faceva sempre sia con lei che con il padre. Guardandolo dormire così tranquillamente, Hange pensò che avrebbe tanto desiderato proteggere la sua innocenza per sempre. Tuttavia, l'ombra della reazione del mondo a ciò che era successo a Marley le pesava nell'animo come un macigno. Ma non si diede per vinta: era pronta ad affrontare persino l'inferno sulla Terra pur di proteggere le persone che amava, proprio come il suo bambino. Gli diede un soffice bacio sul capo, inspirando il buon profumo che emanavano i suoi capelli e poi chiuse gli occhi mandando con il pensiero la buonanotte anche a Levi, chiedendosi cosa stesse facendo in quel momento. Avrebbe voluto tanto che fosse lì, assieme a lei, a coccolare il loro bambino che dormiva tra le loro braccia. Per lei, non c'era spettacolo più bello nel vedere Levi in atteggiamenti affettuosi con il figlio. Ma il dovere era sempre il dovere e si addormentò con la certezza che, dopo aver sistemato la questione di Eren e Zeke, sarebbero giunti momenti migliori.

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