Ormai era notte fonda quando Hange riaprì lentamente gli occhi, cercando di mettere a fuoco ciò che la circondava. La testa le stava letteralmente esplodendo e avvertiva dolori dappertutto, come se le avessero frantumato tutte le ossa o quasi. Sollevò leggermente la testa e vide Sasha, seduta su una sedia, che dormiva riversa sul letto, vicino ai suoi piedi. La ragazza aveva posizionato un pezzo di pietra luminescente di Gigante sulla scrivania, per evitare che la stanza fosse totalmente buia.
Distrutta, Hange si riaccasció sul cuscino, coprendosi il viso con un braccio. Ad un tratto, fece caso a qualcosa di strano che aveva alla sua destra. Sembrava un piccolo cuscino o una coperta raggomitolata. Si sollevò con il braccio, per cercare di guardare meglio e i suoi occhi si spalancarono, pieni di meraviglia e commozione. Adesso ricordava tutto, o quasi: proprio accanto a lei, c'era il suo bambino che dormiva profondamente con le manine strette a pugno, tutto pulito e avvolto in delle coperte. Le tornó in mente il momento esatto in cui riuscì ad afferrarlo e stringerlo a sé. Fu così preoccupata che iniziasse a respirare, che non aveva fatto caso nel vedere se fosse un maschietto o una femminuccia. Con le lacrime agli occhi per la gioia, spostò leggermente i lembi della copertina e osservò il corpicino nudo.
-Un maschietto! - sussurrò coprendosi la bocca per la sorpresa, tremando come una foglia per l'emozione.
Lo riavvolse nella coperta e avvicinó il fagottino al suo petto, cercando di tenerlo al caldo con il calore del suo corpo. Amorevolmente, iniziò ad osservare ogni minimo dettaglio del neonato: la pelle vellutata ancora arrossata, le piccole labbra a cuore, le guance morbide e soffici, e la massa di capelli neri che incorniciava la sua testolina. Sentiva l'aria mancarle per l'emozione e la gioia. Mise una mano davanti alla bocca, per trattere la risata di gioia. Poi, una goccia delle sue lacrime cadde proprio sul viso del piccolino che iniziò ad aprire lentamente gli occhi. Hange stava facendo davvero fatica a contenere la sua commozione. Il bimbo voltò gli occhi verso di lei e la guardò, con espressione assonnata e stravolta.
-Ciao...- gli sussurrò Hange dolcemente, sfiorandogli una guancia con la punta delle dita.
Il bimbo continuó a guardarla, con i suoi occhietti cerulei.
-Giornataccia, vero? Eh lo so, ma non potevi startene sempre dentro la mia pancia...eh si! Io sono la tua mamma!
Lo avvicinò ancora di più a sé e iniziò a baciargli la fronte con dolcezza. Il piccolo emise un verso e poi un fece uno sbadiglio.
Sasha, sentendo dei movimenti provenire da sotto le lenzuola si sveglió.
-Hange! Grazie al cielo, sei sveglia! - esclamò stropicciandosi gli occhi, felice nel vedere che la donna stava coccolando il suo bambino.
Si avvicinò a lei e l'aiutó a mettersi seduta sul letto e a tenere il piccolo tra le braccia.
-Grazie Sasha...io...non so cosa avrei potuto fare...senza di voi... - le disse Hange continuando a guardare il suo bambino commossa.
Sasha si asciugò le lacrime di commozione e si sedette sul letto, accanto a lei.
-Non devi ringraziarci... - le rispose guardando felice il piccolo.
-Guardalo! - disse Hange mentre giocherellava con la manina del figlio - Non è perfetto?
-Si...è davvero un bellissimo bambino! - rispose la ragazza, sfiorando i capelli del piccolo.
Hange sospirò e poi sorrise, mentre continuava ad guardarlo amorevolmente.
-Sei stato per più di nove mesi nella mia pancia...mi hai spossata con le nause...mi hai riempita di calci tutte le volte che ne avevi voglia...tanta fatica, e per cosa? Per assomigliare completamente a quel rompiscatole di tuo padre! - disse accarezzandogli i capelli nerissimi, come quelli di Levi.
Il suo sguardo, di colpo, divenne serio e triste al pensiero che Levi non avrebbe potuto conoscere il figlio per molto tempo. Sasha intuì i pensieri della donna e le cinse le spalle, abbracciandola. Hange chinò il capo verso quello della ragazza, come per cercare conforto.
-Non ti preoccupare Sasha...andrà tutto bene! - le disse cercando di dare forza soprattutto a sé stessa.
Improvvisamente, l'espressione sul volto del piccolo cambiò, divenendo sofferente: il faccino divenne tutto rosso e gli occhietti si serrarono, per poi esplodere in un pianto a dirotto.
-Oh, no! - esclamò Hange in preda al panico - E adesso che ti prende?
-Avrà fame! - rispose subito Sasha, scuotendo le spalle, come se la cosa fosse ovvia.
-Fame? - domandò la donna, confusa.
-Direi...non mangia da quando è nato!
-Accidenti e adesso come faccio! - esclamò Hange alzando gli occhi al cielo.
Sasha, incredula, si spostò, cercando di guardarla negli occhi. Hange, ignorandola, cercava di calmare il bambino. Poi sollevò lo sguardo e vide che la stava scrutando con espressione seria e minacciosa.
-Sasha, se stai pensando a quello che io penso che tu stia pensando, ti dico subito di no! - le disse abbassando gli occhi, per evitare lo scontro visivo.
-E invece si, Hange! Lo devi fare! - le rispose la ragazza con tono minaccioso.
-Assolutamente no!
-Invece si!
-No!
-Si!
-No!
-Si!
Intanto il bambino continuava a piangere disperato.
-No, Sasha! Non mi metterò a fare...quella cosa! - disse infine Hange, con le guance leggermente arrossate.
-Hange, non c'è nulla di strano ad allattare il proprio bambino! - esplose Sasha, alzando gli occhi al cielo per la frustrazione.
-Non posso...e non voglio! Quindi, per favore, vai a vedere se è rimasto del latte! - continuó cercando sempre di calmare il bambino, dai cui occhi uscivano dei goccioloni di lacrime.
-Non abbiamo latte! - le rispose Sasha incrociando le braccia - Quindi tocca a te!
Hange emise un verso di frustrazione. Già prima che il figlio nascesse, aveva deciso che non l'avrebbe allattato, affidando il compito alla balia che aveva chiesto al signor Flegel Reeves di reperirle. Grazie al fatto che Levi stava ritardando lo svolgimento della missione, avrebbe avuto almeno un mese o poco più per stare a Stohess, allenarsi il più possibile per recuperare la forma fisica e rientrare al Quartier Generale come se nulla fosse accaduto, dopo aver sistemato il bambino in un posto sicuro in città. I suoi scopi e la sua missione non avevano mai abbandonato la sua mente, nemmeno in quel momento, mentre stringeva suo figlio tra le braccia. La sua nascita non aveva assolutamente cambiato i suoi piani.
-Ti decidi oppure hai intenzione di farlo morire di fame? - le domandó Sasha, spazientita.
Hange la guardò con un misto di noia, rabbia e frustrazione, con le labbra completamente serrate.
-Solo finché non arriveremo a Stohess! - disse infine, dopo un grande sospiro di resa.
Con il volto totalmente rosso per l'imbarazzo, iniziò a sbottonarsi la veste, con le dita che le tremavano. Sasha non le toglieva gli occhi di dosso.
-Per favore...aiutami! - disse alla ragazza mentre cercava di abbassare la manica per scoprire il seno.
Sasha, con delicatezza, le abbassò la manica, mentre Hange si copriva il seno con una mano e contemporaneamente sorreggeva il bambino con l'altro braccio. Anche se era diventata madre, era una cosa che le provocava un enorme imbarazzo, nonostante l'allattamento fosse il gesto più naturale del mondo.
-Hange, la vuoi finire? - la rimproveró Sasha.
-Hai ragione, Sasha, ma vedi...io non avrei mai e mai immaginato che avrei vissuto tutto questo! Io ero convinta che avrei trascorso tutti i giorni della mia vita completamente immersa nei miei studi per aiutare la Squadra di Ricerca...ma poi è arrivato lui...quella mezza tacca...quel maniaco della pulizia che ha sconvolto totalmente i miei piani...rendendo la mia vita totalmente imprevedibile!
Avvicinò il bambino al suo piccolo seno e con le dita avvicinò il capezzolo alle sue piccole labbra. Inizialmente fece un pó di storie ma poi riuscì a tenerlo in bocca, iniziando a succhiare il latte con voracità.
-Ahi! Accidenti, quanto fai male! Piano! - esclamò Hange piangendo e ridendo contemporaneamente per la situazione che stava vivendo.
Sasha tirò un respiro di sollievo non appena il bimbo smise di piagnucolare che, per concentrarsi a mangiare, aveva il piccolo viso tutto rosso.
-Chi diavolo l'avrebbe mai immaginato che avrei allattato un bambino! - singhiozzó la donna, mentre guardava con dolcezza suo figlio.
-Hange, nessuno avrebbe mai immaginato che la propria vita si sarebbe evoluta in questo! Io immaginavo di trascorrere tutta la mia vita nel mio villaggio, dedicandomi alla caccia, con mio padre - iniziò a confessarle Sasha - Poi i Giganti hanno aperto una breccia tra le Mura e decisi di arruolarmi...patendo la fame ogni giorno. Se non l'avessi fatto, non avrei mai conosciuto te, Connie, Armin e tutti gli altri amici che sono felice di aver incontrato in questo lungo percorso. Non possiamo prevedere, in modo assoluto, quello che ci accadrà: è impossibile! Possiamo solo adeguarci alla situazione.
Hange spalancò gli occhi: Sasha aveva ragione. Poteva forse prevedere le mosse del nemico, ma non poteva di certo farlo con gli eventi della sua vita. Forse, se non fossero accaduti determinati episodi, lei avrebbe continuato la sua vita, sommersa nei suoi studi ed esperimenti, e molto probabilmente lei e Levi non si sarebbero mai innamorati. Ma ora non voleva pensare a ciò che sarebbe, o no, potuto accadere. Tra le sue braccia, proprio in quegli istanti c'era il suo bambino, frutto dell'amore tra lei e Levi. Era qualcosa di così bello, che le procurava il tremolio al cuore e le lacrime agli occhi: un'emozione che non riusciva a descrivere. Questo era il presente ed era questo, quello che importava davvero.
Con dolcezza, volse lo sguardo verso suo figlio, che continuava a succhiare il latte dal suo seno. Gli passò una mano sulla testa, per sistemare i capelli tutti scompigliati. Poi si posò sullo schienale del letto, aiutata da Sasha che le sistemò i cuscini per farla stare più comoda.
-Ahia! - esclamò di nuovo - Meno male che non hai i denti!
Sasha sorrise felice vedendo che l'espressione sul volto della donna era più serena.
-Hai già deciso che nome dargli? - le domandò.
-Si... - le rispose Hange, mentre guardava dolcemente suo figlio, che le stringeva un dito con la sua manina.
-E come lo chiamerai?
-Avrà il nome dell'uomo che ha cambiato totalmente la vita dei suoi genitori, nel bene o nel male...ma chi può dirlo! Del resto, anche lui, a modo suo, cambierà le nostre vite - iniziò a spiegare la donna, senza togliere lo sguardo dal figlio.
-E quindi? - le domandò Sasha impaziente e in preda alla curiosità.
Hange sollevò lo sguardo e la guardò dritta negli occhi, con il suo solito sorriso sulle labbra. Poi ritornò a guardare suo figlio e si chinò per baciargli il capo, con infinita dolcezza.
-Erwin...il suo nome sarà Erwin!
Sasha le sorrise, consapevole del fatto che sia lei che il Capitano Levi erano stati molto legati al precedente Comandante.
Stanca, si sedette sulla sedia, e fece un lungo respiro di sollievo, quando il suo naso iniziò a fiutare uno strano odore.
-Ma cosa...
-Senti anche tu questo...strano odore? - le domandò subito Hange.
-Si...proviene proprio da te... - le risposte la ragazza, con una piccola smorfia di disgusto sulle labbra.
Hange iniziò a fiutare il piccolo Erwin, che continuava ad allattare.
-Ho la netta sensazione che dovremo buttare via questa coperta! - disse poi ridacchiando, divertita.

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Offri il tuo cuore - A Levihan Story.
FanfictionAmmetto di essere in ritardo ma, come molti, sono rimasta estremamente colpita dal personaggio di Hanji/Hange Zoe dell'anime e manga di Hajime Isayama noto come "Attacco dei Giganti" . Ovviamente ho letto molte storie che fantasticavano di una ipot...