Il Testamento

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-Cosa diavolo sarebbe questa merda?
Hange era ormai partita da un po' e Levi si trovava nell'ufficio del Comandante Pixis assieme a lui. Era seduto davanti alla scrivania dell'anziano uomo e, tra le mani, aveva dei fogli che aveva appena finito di leggere con molta attenzione.
Il Comandante, intanto che lui ricontrollava nervosamente la prima pagina, aveva riempito due bicchieri con del liquore.
-Credo che sia palese che...
-Ho capito che si tratta del testamento di Hange! - rispose subito Levi, visibilmente seccato – Fa decisamente schifo!
-Non hai tutti i torti... - gli confidò l'uomo a bassa voce per non farsi sentire da orecchie indiscrete.
-Tsk!
Levi era su tutte le furie: possibile che Hange avesse già stilato un testamento, senza considerare la sua opinione? Aveva scritto che Erwin avrebbe ereditato il suo vero cognome solo alla fine della guerra, quando si presupponeva che tutti si sarebbero dimenticati degli impicci degli Ackerman. Ma non era questo ciò che lo innervosiva, ma il fatto che nella mente della donna ci fosse costantemente l'idea della morte. Forse, in cuor suo, Hange pensava che non sarebbe mai arrivata a vedere la fine della guerra. Ciò lo incupiva particolarmente, visto che voleva trascorrere il resto della vita con la famiglia che avevano creato.
Il Comandante Pixis allungò un bicchiere verso Levi e lo guardò dritto negli occhi.
-Questo è uno dei motivi per cui ti ho fatto rimanere qui. Dato che ci sono dentro anche io in questa storia e ci tengo moltissimo a voi soprattutto al piccolo, desidero che tu cominci ad avere a che fare con tutto quello che Hange ha combinato prima che si convincesse a dirti tutta la verità. E inoltre ad Eveline farebbe comodo per un po' la presenza di un uomo in casa, che la aiuti con i bambini che sono ancora così piccoli. È un modo per recuperare il tempo perduto e, contemporaneamente, pensare al futuro di Erwin, visto che la guerra non è ancora finita.
Levi posò quei documenti sulla scrivania e poi prese il suo bicchiere, bevendo in un solo sorso tutto il liquido che vi era contenuto. Il comandate Pixis afferrò il suo e cominciò a rotearlo con una mano, senza togliere gli occhi di dosso da Levi, la cui espressione lasciava trapelare solo rabbia e frustrazione.
-Se stai ingenuamente pensando che Hange ti abbia omesso dal testamento per mera dimenticanza, sappi che ti stai sbagliando di grosso! - gli disse bevendo un sorso di liquore.
-Che cosa vorresti dire? - gli domandò Levi, incrociando le gambe e fulminandolo con lo sguardo.
-Hange non ha omesso che tu sei il padre del suo bambino, visto che ha scritto a caratteri cubitali che erediterà il tuo cognome alla fine della guerra. Semplicemente, in tutto questo, io ho intuito che lei teme di non sopravvivere quando tutto questo finirà...e quindi ha fatto in modo che tu ed Erwin stiate bene, anche senza di lei - gli rispose il Comandante, chinando lo sguardo verso il bicchiere.
Per Levi, questa conferma alla sua supposizione, fu come un pugno nello stomaco.
-Come se non fosse sicura...
-Esattamente, mio caro Levi. Tu sei l'uomo più forte al servizio dell'umanità e come tale, io credo che lei pensi che non potrebbe mai accaderti nulla di male...per questo non sei stato citato nel testamento perché, alla fine di tutto, tu vivrai e ti prenderai cura di vostro figlio come stai facendo adesso - continuò l'anziano uomo, massaggiandosi il mento.
-Ma questa è una grossa stronzata! - sbottò Levi, furibondo - Anche se tutti pensate che io sia l'uomo più forte al servizio dell'umanità, vi ricordo che sono dannatissimo mortale, come tutti voi!
-Levi! Abbassa la voce... - gli sussurrò il Comandante, a mo' di rimprovero.
-Tsk! Merda! Quando mi capita tra le mani, giuro che...le lavo il cervello con il sapone! Magari riuscirò a farle sparire queste stupide convinzioni!
Il Comandante Pixis finì di bere e subito dopo riempì nuovamente entrambi i bicchieri.
-Non essere arrabbiato! Te l'ho già detto una volta: Hange è così! Deve avere il controllo della situazione su ogni cosa e, ora che deve essere lontana per i motivi che tutti sappiamo, deve averlo anche sulla vita di vostro figlio.
-Questa cosa finirà! Prima poteva avere senso, quando io ancora non sapevo nulla...ma adesso che ci sono dentro, le cose cambieranno e faremo anche a modo mio! - gli disse Levi, riafferrando il suo bicchiere.
Il Comandante Pixis sogghignò.
-Bene! Allora credo che sappiamo entrambi cosa bisogna fare...a parte gettare queste carte nel fuoco - gli disse con leggera ironia.
Levi non gli rispose. Bevve l'ultimo sorso di liquore e poi posò pesantemente il bicchiere sul tavolo. Posò entrambe le mani su di esso e si sollevò in piedi.
-Vado! Ho delle faccende da sbrigare! Ci vediamo domani - disse guardando il Comandante con decisione.
Il Comandante Pixis annuì e il suo sguardo soddisfatto lo seguì finché non uscì dalla stanza. Prima che entrasse la sua assistente, piegò il testamento di Hange e lo ripose in un cassetto.
-Vedo che vi siete dati nuovamente alla pazza gioia! - esclamò la ragazza, vedendo i due bicchieri e la bottiglia quasi vuota sulla scrivania.
-Ogni tanto ci può stare... - le rispose il Comandante afferrando la bottiglia di liquore per riempirsi il bicchiere, ma la ragazza gliela sfilò dalla mano.
-Questa robaccia le starà mandando in poltiglia il fegato! Ah! Se avessi saputo che mi sarei arruolata per finire a farle da baby-sitter, ci avrei pensato un milione di volte!
Il Comandante Pixis sbuffò e si posò allo schienale della sedia.
-Il Capitano Levi ha trentadue anni e ancora si può permettere di bere qualche bicchiere di troppo! Lei è ultrasettantenne e deve darsi una regolata...sempre che non abbia intenzione di morire prima! - continuò l'assistente, riponendo la bottiglia in un cassetto.
-Beh, ora che il mio sogno di morire divorato da una Gigante Femmina bellissima è andato in fumo...
La ragazza si avvicinò a lui: gli diede una forte pacca confidenziale sulla spalla e poi prese i due bicchieri per portarli a lavare.

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