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-Bene! - esclamò Historia, alzandosi e sollevando poi sua figlia in braccio - Tra un'ora sarà servito il pranzo. Restate pure qui: io devo sbrigare alcune pratiche urgenti.
I ragazzi si misero in piedi e chinarono il capo. Mentre usciva dalla stanza, la piccola Ymir li salutò con la manina e un bel sorriso.
Non appena la porta fu chiusa, i ragazzi si sedettero e tirano un sospiro di sollievo.
-Direi che non è andata male - commentò Jean, incrociando le gambe e allungando le braccia sullo schienale del divano.
-Già - sospirò Armin, sollevato - Ma me lo aspettavo: prima di diventare Regina, Historia è stata una di noi e ha visto con i suoi occhi quanto era tremendo il potere dei Giganti.
-E' vero! - disse Connie - Con lei sul trono, la pace sarà duratura. Mi auguro che le generazioni future la pensino allo stesso modo.
Per i ragazzi, soggiornare al Quartier Generale rievocò molti vecchi ricordi. Uno a uno, come dei fantasmi, vedevano i loro compagni caduti camminare lungo i corridoi. Riuscivano persino a udirne le voci: c'era Sasha che si lamentava perché aveva fame; c'era Hange che dava ordini; c'era persino Eren, che se ne stava in piedi, in silenzio, davanti alla finestra, a contemplare l'esterno. Erano ricordi felici ma allo stesso tempo molto tristi.
Ormai il sole era calato e aveva lasciato il posto alla notte quando Armin stava ricordando tutto questo. Stava sorseggiando un bicchiere di vino dolce davanti alla finestra e sogghignò non appena nella sua mente apparve il volto dell' amico. Con dei piccoli movimenti rotatori del polso, mescolò il vino e porse in avanti il bicchiere, come se volesse fare un brindisi.
-Al tuo ricordo, Eren! - sussurrò prima di berne un sorso.
Dopo alcuni minuti Annie, con addosso un pigiama e una vestaglia da camera, fece ingresso nel salottino.
-Reiner e gli altri stanno andando in una taverna. Ti volevo avvisare così potevi unirti a loro. Io sono stanca e me ne vado a letto - disse con i suoi modi apparentemente freddi.
Armin sogghignò, restando poi a riflettere per qualche istante.
-Annie...io...ho bisogno di parlarti...- le disse senza voltarsi ma continuando a guardare l'esterno.
La ragazza si avvicinò accanto a lui.
-Ti ho ascoltato per così tanto tempo quando ero nel bozzolo che posso farlo anche adesso - gli rispose con un leggero tono sarcastico.
Prima che si consumasse la terribile battaglia di Shiganshina, Annie, in possesso del potere del Gigante Femmina e al servizio di Marley, aveva fatto di tutto per rapire Eren ma durante uno scontro nella città di Stohess fu sconfitta e, per evitare di essere imprigionata e torturata, utilizzò il potere dell'indurimento per rinchiudersi in una sorta di guscio trasparente e indistruttibile a forma di bozzolo. Rimase lì dentro per anni, immersa in una sorta di sonno profondo custodita dal Corpo di Ricerca nei sotterranei del Quartier Generale di Stohess e Armin, tutte le volte che poteva, andava a trovarla e le raccontava ciò che accadeva nel Regno.
A quella risposta, Armin sogghignò nuovamente e abbassò lo sguardo per poi sorseggiare ancora un po' del vino.
-Annie, io...io non sono stato del tutto sincero con te - iniziò a dirle - Quelle volte non ti raccontavo davvero tutto e ora ho bisogno che tu sappia perché...ho bisogno del tuo aiuto.
-Sei sempre stato un tipo ambiguo - gli rispose Annie - Perché vuoi rendermi adesso partecipe di questa informazione?
-Al momento siamo a conoscenza di questo segreto soltanto io e Connie...lo era anche Sasha, prima che morisse...- aggiunse Armin.
Annie non proferì parola e rimase ad ascoltarlo.
-Annie, io e Connie non siamo qui solo come ambasciatori di pace. Noi siamo qui perché...perché dobbiamo trovare una persona...
Annie inarcò un sopracciglio.
-Un bambino, per la precisione - concluse subito Armin.
A quel punto, Annie spalancò gli occhi facendo cadere la sua perenne maschera di inespressività.
-Un...un bambino? - ripeté sorpresa.
-Si. Adesso non posso dirti altro. Ho paura che possano sentirci - le rispose Armin - Comunque, domani andremo a Trost.
Annie rimase in silenzio, a riflettere per qualche istante: conosceva Armin e sapeva che era inutile estorcergli altre informazioni. Tuttavia, non riusciva proprio a comprendere come mai fosse alla ricerca di un bambino.
-Come vuoi - gli disse infine sospirando - Me ne parlerai quando lo riterrai opportuno.
Armin sorrise e posò il bicchiere sul davanzale. Le si avvicinò e l'abbracciò: tra le sua braccia, la ragazza sembrava ancora più piccola e fragile.
-Grazie - le sussurrò con dolcezza.
Poi le accarezzò il viso, contemplando i suoi occhi azzurri e la baciò. Non appena ebbe un attimo di quiete, dopo la Marcia dei Colossali, Armin le rinnovò i suoi sentimenti e i due iniziarono a essere una coppia a tutti gli effetti. Anche se poteva sembrare il contrario, Annie era molto innamorata di lui. Apprezzava i suoi modi gentili, l'intelligenza e l'astuzia e inoltre, crescendo, Armin diventava sempre di più un bel ragazzo. Anche se sembrava essere una ragazza forte, fredda e indipendente, aveva sempre sognato di trovare un "principe azzurro" come quello delle fiabe. E Armin lo era davvero.

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