-Svegliatevi ragazzi! Svegliatevi tutti! Sta nevicando! È pieno di neve dappertutto!
Armin era fuori di sé dalla gioia ma gli altri erano ancora nei loro letti a dormire, quando si sveglió e uscì fuori casa per prendere una boccata d'aria fresca. La sera precedente avevano notato che la temperatura era calata un pó più del solito e Hange disse che molto probabilmente sarebbe nevicato: infatti si recò subito nel suo piccolo orto, a raccogliere quella poca verdura che era riuscita a spuntare, per evitare che il gelo la rovinasse. E così fu: i grossi fiocchi di neve continuavano a scendere copiosamente e il paesaggio era ormai del tutto innevato. Era semplicemente stupendo.
-Forza Connie, svegliati! - disse Armin scuotendo l'amico, che dormiva beatamente avvolto nella coperta.
-Armin...che diavolo sta...succedendo? - borbottó il ragazzo, intontito.
-Sta nevicando, Connie! Sta nevicando! Fuori è pieno di neve! Forza, alzati! - gli rispose Armin con eccitazione, come se avesse scoperto una cosa nuova e importantissima.
-Dannazione! In questa casa non si riesce mai a dormire in santa pace! - esclamò Connie infastidito, raggomitolandosi ancora di più nella coperta - Torna a dormire!
Come risposta, Armin gli tirò via le coperte e il ragazzo si rannicchió su se stesso per l'improvviso freddo.
-Basta dormire! È già mattino! Vado a svegliare Hange a Sasha! - gli disse Armin uscendo dalla stanza.
Connie si sollevò sui gomiti e lentamente si sedette sulla sponda del letto. Fece un grande sbadiglio e si stropicció gli occhi, pensando ironicamente che un giorno lo avrebbe ucciso.
-Hange! Sasha! Svegliatevi! - esclamò Armin irrompendo, senza nemmeno bussare, nella stanza in cui dormivano entrambe.
Sentendo tutto quel trambusto, Hange fece capolino dalle coperte.
-Armin...cosa è successo? - gli domandò, cercando di afferrare i suoi occhiali sul comodino.
-C'è la neve, Hange! La neve! Andiamo tutti fuori! - le rispose Armin sempre con grande entusiasmo.
Mentre indossava i suoi occhiali, Hange gli sorrise intenerita.
-Arrivo subito...dammi solo qualche minuto! - gli rispose massaggiandosi la testa tutta scompigliata.
-Intanto che vi preparate, ci penso io alla colazione! - disse infine il ragazzo correndo subito verso la cucina.
Lentamente, Hange si sedette sulla sponda del letto e avvertì un calcio.
-Vedo che questa mattina siamo pieni di energie - sussurrò contenta, dando due leggeri colpetti al pancione con un dito.
Era gennaio inoltrato e il pancione stava crescendo sempre di più. Ogni tanto, quando era da sola, si metteva a leggere i suoi libri di argomento scientifico ad alta voce, sperando che il bambino la potesse sentire: sperava tanto che un giorno fosse stato curioso e desideroso di sapere, proprio come lei. Levi non era certo uno stupido, ma alcune cose non gli interessavano: era un uomo che badava più agli aspetti pratici ma secondo lei, nella vita, c'era anche bisogno dello studio teorico oltre a quello pratico, ovviamente.
Si voltò verso il letto in cui dormiva Sasha: la ragazza non si era minimamente accorta di tutto quel baccano fatto da Armin. Non volle svegliarla: sapeva che avrebbe aperto gli occhi non appena le sue narici avressero fiutato l'odore della colazione. Si avvicinò alla finestra e spostò la tenda iniziando a contemplare, felice, il paesaggio totalmente innevato. Sorrise e si stiracchió la schiena. Di nuovo, avvertì un altro calcio, solo un pó più forte del primo.
-Si, si, ho capito! - rise divertita - devi mettermi sempre fretta, proprio come quel rompiscatole di tuo padre! Sei proprio suo degno figlio!
Fintanto che Hange si vestì, Armin aveva già preparato la colazione per tutti. Come previsto, Sasha scattò dal letto non appena avvertì l'odore del cibo e li raggiunse immediatamente, anche se indossava solo il pigiama.
-Oh! Sta nevicando! - esclamò a bocca piena, dopo aver osservato il paesaggio fuori dalla finestra.
-Ben tornata tra noi! - esclamò Connie con il suo solito sarcasmo mentre si versava del caffè.
-Non me ne ero accorta...
-Ma davvero? Quando Armin se n'è accorto, ci ha svegliati tutti quanti e fidati, avrebbe svegliato l'intero Quartiere Generale! Sei tu, che sei una dormigliona! - le disse in tono provocatorio.
-Invece scommetto che tu ti sei svegliato subito, non è vero? - gli rispose Sasha indispettita, allungandosi sul tavolo verso di lui.
I due avevano iniziato a bisticciare come al solito. Hange sospirò rassegnata, ma continuò a sorseggiare il suo tè, felice. Armin la guardó, contento, visto che ormai i loro rapporti si erano riappacificati. Spesso, il tardo pomeriggio, se ne stava con lei e cercava di imparare tutto quello che non gli era stato insegnato durante il lungo periodo di addestramento tra i cadetti. Hange era davvero una fonte inesauribile di informazioni e di sapere. Quando l'ascoltava, capiva che aveva passato tutta la vita a studiare e soprattutto, a studiare i Giganti. Vedeva che quando ne parlava, le si illuminava lo sguardo di una luce particolare. Ultimamente, aveva notato che lo chiamava e gli spiegava di tutto, come se fosse un suo allievo. Del resto Hange apprezzava la mente fine e acuta del ragazzo, che ne compensava la debolezza fisica.
Finito di far colazione, Sasha corse ad indossare i suoi abiti, mentre gli altri indossarono subito i loro cappotti assieme a tutta la tenuta da neve e uscirono subito fuori, in giardino.
-Wow! È davvero fantastico! - esclamò Hange carica di entusiasmo e di energie.
Intanto i due ragazzi si diressero verso la stalletta per controllare i cavalli e sistemare sul loro dorso altre coperte, affinché stessero al caldo.
Hange si fermò davanti all'ingresso e si guardò intorno: era come se avesse dimenticato quel paesaggio, quando nevicava. Improvvisamente le tornarono in mente alcuni ricordi della sua infanzia come quello di lei e il suo papà che giocavano allegramente a palle di neve, proprio in giardino, mentre la sua mamma, affacciatasi alla porta, li rimproverava che se non fossero stati attenti, la neve avrebbe gelato loro le mani, cosa che accadeva puntualmente. Ma lei adorava giocare con il suo papà: anche se era impegnato con il suo lavoro, l'uomo riusciva sempre a ritagliarsi un pó tempo da dedicarle per giocare insieme in allegria. La sua mamma, invece, era una donna un pó più severa ma molto affettuosa. Quei ricordi le sembravano lontanissimi, come se avesse cercato, in qualche modo, di estirparli dalla mente.
Sorrise con malinconia e fece un profondo respiro. Intanto Sasha le si mise accanto, mentre cercava di indossare i guanti.
-Che freddo! - esclamò la ragazza, cercando poi di riscaldarsi le mani con il fiato, che uscendo, creava una nuvoletta di vapore.
-Si, però è davvero bello! Mi piace la neve! - le disse Hange, con entusiasmo, mentre si sistemava la sua benda nera.
Sasha sorrise ma non fece a meno di osservare il pancione.
-Sai, ho notato che sta crescendo sempre di più - le disse la ragazza, sorridendo.
Lo sguardo di Hange si fece improvvisamente serio.
-Già...e purtroppo sarà faticoso anche farlo sparire... - le rispose senza guardarla.
-Che cosa vorresti dire?
-Voglio dire che, non appena partoriró, dovrò allenarmi più duramente per far si che sparisca il più presto possibile!
-Hange, ma tu...
Hange a questo punto si voltó e la guardò. Sasha capì che la donna non aveva altra scelta: del resto, se si erano nascosti per tutto quel tempo, era proprio per nascondere la nascita di quel bambino. Tutte le volte che ci pensava, le venivano le lacrime agli occhi.
-Sasha...io...non...volevo...- disse Hange accorgendosi che gli occhi della giovane di erano riempiti di lacrime.
Sasha le afferrò entrambe le mani e le strinse tra le sue.
-Hange, non devi affrontare tutto questo da sola. Quando il piccolo nascerà, potrai sempre contare su di me...e sono convinta che lo stesso varrà anche per Connie e Armin! Potrai per sempre, contare sul nostro aiuto... perché noi ti vogliamo bene Hange...noi ti vogliamo tanto bene!
Con grande stupore di Hange, la ragazza l'abbracció. Hange, commossa e intenerita, corrispose l'abbraccio, accarezzandole affettuosamente i capelli.
-Grazie Sasha...siete davvero dei cari ragazzi...e...anche io vi voglio bene! Non dimenticherò mai tutto ciò che state facendo per me! - le disse la poi con dolcezza.
Sasha alzò lo sguardo, incontrando quello della donna e si sorrisero.
-Bene! - esclamò Hange rinvigorita - andiamo a dare una mano a quei due! Chissà cosa staranno fac...
Improvvisamente una palla di neve la colpì in pieno viso. Sasha, sbigottita, si guardò intorno e vide Armin e Connie che ridacchiavano divertiti.
-Razza di idioti! Per poco non le rompevate gli occhiali! - disse loro, furiosa, mentre continuavano a ridersela sotto i baffi.
Si voltó e vide che Hange, ridacchiando sadicamente, stava riponendo gli occhiali nella tasca del cappotto. La donna poi si voltó verso Armin e Connie.
-Avete dichiarato guerra alla persona sbagliata! - disse con il suo sorriso minaccioso.
Armin e Connie avvertirono un terribile brivido lungo la schiena.
-Credo...credo che abbiamo commesso un errore... - sussurrò Armin a Connie, che guardava Hange terrorizzato.
Hange si piegò e iniziò a formare una palla di neve. Poi prese la mira e la lanciò addosso a Connie, colpendolo in piena faccia. I due ragazzi erano totalmente pietrificati. La donna emise la sua risata vittoriosa.
-Caspita Hange! Hai davvero una mira formidabile! - esclamò Sasha divertita.
-Anche tu, Sasha...devi solo acquisire più sicurezza in te stessa! Quando finirà di nevicare, ci alleneremo a sparare...ti va? - le propose Hange, con un grande sorriso, mentre preparava un'altra palla di neve.
Sasha non riuscì a risponderle per la gioia.
-Adesso aiutami a dare una lezione a quei due! - le disse subito dopo facendole l'occhiolino.
-Si! - esclamò Sasha con entusiasmo - Glielo faremo vedere noi di cosa siamo capaci!
Prese la palla di neve che aveva Hange tra le mani, prese la mira e colpì di nuovo Connie.
-Ehi! Non ci sono solo io qui! - esclamò il ragazzo innervosito.
Armin scoppiò a ridere e si prese una bella palla di neve in testa.
-Ci conviene correre ai ripari! - consigliò a Connie - ripariamoci accanto la stalla!
-Bene, Armin! Hai deciso di trincerarti! - esclamò Hange - Ma non vi basterà a salvarvi dalla mia furia.
E rise di nuovo, mentre si accindeva a lanciare la sua palla di neve.
-Quella donna, quando ride così, mi fa venire i brividi! - esclamò Connie mentre correva al riparo.
Hange e Sasha si ripararono dietro il muretto del cortile, bombardando ininterrottamente i due ragazzi.
-Maledizione, da qui non si vede nulla! - disse Connie, sporgendosi all'angolo e schivando una palla di neve.
-Dobbiamo coglierle alle spalle - disse Armin - qui siamo in posizione di svantaggio...se raggiungiamo il muretto dall'altra parte, avremo la neve a anche una barriera per proteggerci!
-Ottima idea! - esclamò Connie. Più in fretta che poterono, cercarono di fare in giro dietro la casa. Quando giunsero nei pressi del muretto, strisciarono per evitare di farsi vedere. Sentirono le voci di Hange e Sasha, che continuavano a lanciare palle in quella posizione, intimandoli di uscire allo scoperto. Sdraiati, Connie e Armin modellarono delle palle di neve.
-Al mio tre, sbuchiamo fuori e lanciamo...va bene? - sussurrò Armin all'amico.
Connie annuì, caricandosi di energia. Al tre, i due sbucarono da dietro al muretto, ma le due non erano più all'interno del cortile. Improvvisamente, Hange e Sasha sbucarono dalla parte opposta del muretto, che dava verso la stalletta e scagliarono le loro palle di neve addosso ai due ragazzi impietriti.
-Armin Arlert! - esclamò Hange a gran voce, vittoriosa - Pensavi davvero di farmela sotto il naso? Hai ancora molto da imparare!
E rise come al suo solito, mentre Sasha continuava a bombardarli.
Armin si rifugiò dietro al muretto, meravigliato.
-Armin! Che cosa facciamo? - gli domandò Connie mentre cercava di lanciare qualche palla di neve.
-Dobbiamo fare in modo che si stanchino...continuiamo a lanciar loro le palle e vedrai che si arrenderanno...in quello stato Hange non potrà resistere a lungo e sarà lì che daremo loro il colpo di grazia! - gli risponde il ragazzo, continuando a creare delle palle di neve.
Dall'altra parte, Hange non era stata con le mani in mano. Mentre lei avrebbe distratto i ragazzi, Sasha sarebbe entrata dalla finestra di una delle camere e indossato il dispositivo di manovra tridimensionale. Poi sarebbe salita sul tetto e avrebbe atteso il segnale di Hange.
-Hanno diminuito il ritmo di lancio! - notò Armin, dopo alcuni minuti.
-Si saranno stancate...come hai detto tu! - gli disse Connie, a denti stretti, mentre lanciava la sua palla.
-Adesso basta, mi sono stufata! - sentirono esclamare dall'altra parte.
Era Hange: mentre Connie continuava a lanciarle addosso le palle, Armin si sporse per osservare la donna che aveva fatto il giro del muretto e continuava a lanciare loro delle palle di neve che aveva tra le braccia. Si affacció e le lanciò delle palle di neve.
-Siete delle schiappe! - rise la donna, divertita - Non mi avete presa nemmeno una volta!
A questo punto, Armin prese la mira e scagliò con tutta la forza che aveva la sua palla, colpendola in pieno sul pancione.
Hange si paralizzó, e fece cadere le sue palle per terra. Era come senza fiato. Sofferente, cercò di avvicinarsi all'ingresso della casa, ma non appena toccò la maniglia della porta, si accasció per terra.
-Oh no, che cosa ho fatto! - balbettó Armin, in preda al panico.
-Aiutiamola! Si sta sentendo male! - esclamò Connie saltando il muretto con il balzo.
Armin lo seguì senza indugiare. Hange era per terra e in preda al dolore si stringeva la pancia. Non poteva essere: era troppo presto e non doveva accadere così. Il ragazzo era in preda al panico.
-Hange! Hange, resisti, stiamo arrivando! - disse Connie mentre correva verso di lei.
Non appena furono a due passi da lei, Hange, con espressione dolorante, si sollevò sui gomiti. Poi, lentamente, la sua espressione cambiò finché non scoppiò a ridere, con un misto di sadismo e divertimento.
-Adesso Sasha! - urlò la donna con tutta la voce che aveva in corpo.
Armin fece in tempo a sollevare lo sguardo e vedere Sasha in piedi sulla cima del tetto.
-Addio! - disse loro la ragazza, con sorriso malizioso.
Immediatamente diede alla superficie del tetto un colpo fortissimo con il piede, causando la caduta improvvisa della neve addosso ai ragazzi, che paralizzati dallo sconcerto, non ebbero il tempo di scappare, travolti da quella piccola valanga. Hange e soprattutto Sasha in cima al tetto, ridevano a crepapelle per aver imbrogliato così i due ragazzi.
-Hange! - esclamò Connie cercando di rialzarsi - Sei davvero diabolica! Mi fai fatto prendere un colpo!
-Mio caro Connie, per vincere, certe volte, bisogna giocare sporco, con un conseguente prezzo da pagare! - gli rispose Hange, mettendosi in piedi, ripulendosi dalla neve addosso.
Armin era ancora a terra: cercò di risollevarsi, tutto indolenzito e guardò Hange. La donna lo guardò dritto negli occhi e gli porse la mano per aiutarlo a risollevarsi.
-Vedi Armin, hai ancora molto da imparare!
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Offri il tuo cuore - A Levihan Story.
FanfictionAmmetto di essere in ritardo ma, come molti, sono rimasta estremamente colpita dal personaggio di Hanji/Hange Zoe dell'anime e manga di Hajime Isayama noto come "Attacco dei Giganti" . Ovviamente ho letto molte storie che fantasticavano di una ipot...