Marley

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Il sole era sorto da un po' di tempo e, all'orizzonte, iniziò già a intravedersi la sottile linea di terra del continente marleiano. La navigazione procedeva tranquillamente e, dopo aver fatto un'abbondante colazione, i soldati dalla squadra di Ricerca andarono ad indossare i nuovi abiti che avevano scelto la sera precedente.
Hange era davanti allo specchio del bagno a cercare di fare il nodo alla cravatta quando vide, grazie al riflesso, Levi entrare in camera. L'uomo appese il cappello ad un gancio appendiabiti fissato dietro la porta e poi si mise a osservare la donna che continuava a sbuffare ripetutamente perché non riusciva ad annodare la cravatta.
-Tsk! Che cosa inutile! - brontolò lei mentre la riscioglieva per l'ennesima volta - Non capisco come a voi uomini sia saltata in mente l'idea di fregiarvi di un indumento così...inutile!
Levi, che era proprio dietro di lei con le braccia incrociate e appoggiato al lato della porta, inarcò un sopracciglio ed emise un verso seccato.
-Stai ferma! - esclamò posizionandosi di fronte a lei e afferrando con decisione gli estremi della cravatta.
Con molta sicurezza, iniziò ad annodare i due lembi sotto lo sguardo divertito e incuriosito della donna e infine, con qualche colpetto deciso, strinse meglio il nodo sotto il colletto della camicia.
-Ecco! - disse sollevando lo sguardo e guardandola negli occhi - Stavi facendo solo un mucchio di storie!
Hange gli sorrise con gratitudine e, riprendendo a guardarsi allo specchio, iniziò a sistemarsi la cravatta sotto il panciotto che indossava sopra la camicia. Canticchiando, si legò i capelli al suo solito modo e poi si mise la benda e gli occhiali. Levi, che intanto continuava ad osservare ogni sua movenza seduto sul letto, notò che su di esso era posata una strana valigetta.
-Che diavolo c'è lì dentro? - domandò afferrandola per la maniglia.
-Oh, nulla di importante! - gli rispose Hange uscendo dal bagno - Ci sono solo dei documenti che devo consegnare a madame Kiyomi da parte del Generale Zackary. In poche parole, sono dei trattati commerciali.
Levi aprì la valigetta e iniziò a leggere il primo documento a portata di mano.
-Era quello che volevano - commentò risistemando tutto e richiudendo la valigetta.
-Si...diciamo che è il prezzo da pagare per il denaro che ci hanno donato e per l'appoggio che ci daranno durante tutta la missione...
Levi sospirò e riposò la valigetta sul letto, accanto a lui. Proprio in quel momento udirono degli schiamazzi provenire dal corridoio: erano i ragazzi che, a quanto pare, stavano correndo con grande eccitazione verso il ponte di coperta per ammirare il paesaggio.
-Adesso vado e gliene dico quattro, a quei mocciosi! - sbottò Levi, alzandosi in piedi e sistemandosi la giacca.
Contemporaneamente, Hange aprì l'armadietto e tirò fuori un impermeabile in tinta con i pantaloni.
-Lasciali fare! - gli consigliò con dolcezza - In fondo è una novità anche per loro...
Indossò l'indumento e se lo abbottonò.
- Stiamo esplorando qualcosa di estremamente nuovo, per tutti noi. È normale che siano un po' su di giri! - aggiunse infine mentre, con le mani, si sistemava le maniche.
Levi sbuffò e si risedette, piegandosi in avanti sulle ginocchia. Poi sollevò lo sguardo ed iniziò ad osservarla: con quei vestiti addosso aveva un aspetto decisamente singolare e un po' buffo ma era bella ugualmente. Per lui, era sempre bella.
-Va tutto bene, Levi? - gli domandò lei, un po' preoccupata, notando una strana espressione sul suo viso.
Levi non le rispose e, dopo aver tratto un profondo respiro, si mise in piedi e si abbottonò la giacca.
-Raggiungiamoli sul ponte, prima che combinino qualche idiozia - disse con la sua inconfondibile espressione imbronciata sul volto.
-Avanti, non essere teso! Gliel'abbiamo ripetuto un'infinità di volte che devono stare attenti a ciò che dicono e a come si comportano per non dare troppo nell'occhio! Non sono più dei bambini! - gli rispose Hange con leggerezza, sollevando le spalle.
A quel punto, cogliendola di sorpresa, Levi la tirò verso di sé afferrandola per la cravatta.
-In tutta sincerità, non sono loro che mi preoccupano, Quattrocchi! - le sibilò minacciosamente, fissandole le labbra con intensità.
Capendo a chi si stesse riferendo, Hange ridacchiò maliziosamente e gli diede un lungo e appassionato bacio, come se avesse voluto corromperlo.
-Stai tranquillo! - lo rassicurò poi allegramente e con intraprendenza, poggiando entrambe le braccia sulle sue spalle, facendogli i grattini dietro la testa e dandogli infine un piccolo bacio sulla punta del naso mentre lui la guardava con la sua solita espressione annoiata - Non accadrà nulla di cui ti debba pentire, te lo posso assicurare!

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