Era trascorsa un'ora da quando Hange stava conducendo i suoi sequestratori verso la Foresta degli Alberi Giganti. Durante il tragitto iniziò improvvisamente a piovere e si sollevò il cappuccio del mantello sulla testa. L'indumento, che veniva dato in dotazione all'Esercito a tutti i Corpi, non era del tutto impermeabile e non era la prima volta che passava molte ore sotto la pioggia bagnandosi fino alle ossa. Rabbrividì e avvertì un forte capogiro. Per evitare di cadere, si tenne alla sella con entrambe le mani. Non voleva dare a quei traditori la soddisfazione di svenire davanti ai loro occhi e mostrare tutta la debolezza che stava provando. Doveva essere forte, stringere i denti e condurli da Levi. Ormai era bagnata dalla testa ai piedi e il suo corpo fu nuovamente attraversato da un fortissimo brivido di freddo tanto che iniziò a temere di avere la febbre.
-Forza...resisti...- disse tra sé a denti stretti.
-Hai detto qualcosa? - le chiese Floch che cavalcava al suo fianco mentre gli altri continuavano a tenerla sempre d'occhio con i fucili a portata di mano per evitare che scappasse.
-Ci siamo quasi...- gli rispose dopo aver tratto un profondo respiro e indicando la foresta all'orizzonte.
-La Foresta degli Alberi Giganti! - esclamò Floch, sorpreso.
Mai avrebbe potuto immaginare che Hange avesse potuto nascondere Zeke in quel luogo così singolare. Il ragazzo non era dotato di una fine intelligenza ma almeno sapeva riconoscere quella di Hange.
-Esattamente! Zeke si trova lì... - aggiunse lei, con sicurezza e sguardo fermo.
Sul viso di Floch apparve ora un sorriso soddisfatto: finalmente Eren si sarebbe potuto ricongiungere al fratellastro e insieme avrebbe messo in atto il piano per la salvezza di Eldia. Tuttavia, persino lui era all'oscuro delle reali intenzioni di Zeke cioè modificare geneticamente tutti gli eldiani del mondo attraverso il potere del Gigante Originale e far sì che non potessero più procreare, fino ad estinguersi del tutto. Nessuno poteva saperlo, perché era un dettaglio di cui ne erano a conoscenza solo Zeke, Eren e ovviamente Yelena. Nessuno degli Jaegeristi, incluso lui, poteva immaginare che erano soltanto delle marionette manovrate da queste persone per compiere il loro spregiudicato complotto.
-È stato saggio, da parte tua, collaborare senza opporre troppe resistenze ma non possiamo lasciarti andare finché non vedrò Zeke con i miei stessi occhi - disse ad Hange con i suoi soliti modi arroganti e con soddisfazione - Inoltre, non vorrei che al Capitano Levi venissero in mente delle strane idee. In caso contrario, non esiterò a ficcarti un proiettile nella testa.
-Levi è pur sempre in soldato! - gli ricordò lei guardandolo dritto negli occhi - Rispetto a tutti voi, lui sa qual è il suo posto.
-Sicuramente, ma non credo che sarebbe felice di veder schizzare in aria il cervello della sua donna - le disse Floch in modo sarcastico - Quindi gli converrà starsene buono e ubbidire alle nostre richieste.
Hange non rispose alla provocazione e continuò a cavalcare verso la meta finale.
La Foresta ormai non era molto distante e li separava da essa un piccolo ponte di pietra costruito in passato per guadare il fiume. Così iniziarono ad attraversarlo, notando quanto le acque si fossero ingrossate per via della forte pioggia.
All'improvviso, tutti udirono un forte boato, molto simile a una esplosione e tutti, sorpresi, tirarono le briglie dei loro cavalli per fermarli. Anche se il suono della pioggia era molto forte, quello strano rumore fu udito chiaramente da tutti loro.
-Che cosa è stato? - domandò Floch guardando nella direzione da cui il rumore era provenuto.
-Sicuramente è stato un tuono - gli rispose uno dei suoi compagni.
Non appena aveva sentito quell'esplosione, Hange aveva avvertito un sussulto al cuore: conosceva benissimo quel suono e non era stato causato da un fulmine bensì dalla deflagrazione delle sue Lance Fulmine. Tuttavia, anche se i suoi occhi tradivano come sempre i suoi pensieri, non disse nulla in modo da non insospettirli ancora di più.
Floch la guardò per un istante con la coda degli occhi e notò la sua espressione pensierosa: forse Hange non gliela stava raccontando giusta e anche a lui, quel rumore, sembrò tutto tranne che un tuono.
-Dirigiamoci verso l'origine di quel suono - ordinò quindi con risolutezza dando poi un colpo di talloni ai fianchi del cavallo - Sono sicuro che lì troveremo qualcosa.
Iniziarono a cavalcare speditamente verso quel punto finché non iniziarono a intravedere del fumo bianco salire verso il cielo. Aumentarono ancora l'andatura e infine, colti di sorpresa, tirarono le briglie per arrestare i cavalli.
-Ma cosa? Fermi! C'è un Gigante! - esclamò subito Floch con timore.
In effetti, proprio davanti a loro c'era un Gigante era riverso per terra, a pancia in giù, immobile come se fosse morto ed emanava vapore da tutto il corpo. Nonostante ciò, mentre tutti erano concentrati a tenerlo d'occhio visto che si sarebbe potuto alzare e divorarli, Hange fu colpita dalla vista dei corpi dilaniati di due cavalli morti, trafitti dalle schegge di un carro, ormai ridotto a pezzi, che stavano trainando. L'esplosione era stata così violenta che aveva lasciato persino i segni sul terreno. Quelli non erano i cavalli o il carro di qualche mercante bensì quelli appartenenti all'Esercito, dedusse mentre avvertiva una strana stretta al cuore. Com'era possibile che uno dei loro carri si trovasse lì? Dov'erano finiti i soldati che lo guidavano?
-Ci sono brandelli di corpo dappertutto - commentò all'improvviso uno degli Jaegeristi mentre osservava la zona circostante.
A quelle parole, Hange venne colta da un orrendo presentimento e, per l'agitazione, il respiro le divenne più affannoso. Iniziò a guardare freneticamente dappertutto e scorse, poco lontano da lei, il corpo di qualcuno. Forse erano i resti di uno dei soldati alla guida del carro, pensò. Con il cuore in gola, smontò da cavallo e corse verso di esso, incurante del fatto che gli Jaegeristi avrebbero potuto spararle.
Non appena fu più vicina riconobbe immediatamente di chi era quel corpo esanime accartocciato su sé stesso come se fosse privo di ossa.
-Levi! - esclamò terrorizzata, chinandosi accanto ad esso mentre alcuni Jaegeristi la seguirono per tenerla d'occhio.
Fu come se il suo cuore in quel preciso istante le venisse strappato dal petto, lentamente, cessando di battere e provocandole un dolore inimmaginabile. Ciò che aveva davanti agli occhi, era uno spettacolo a cui non avrebbe mai voluto assistere: Levi giaceva a terra, morto, con il viso completamente dilaniato dalle ferite, trafitto dalle schegge del carro, e completamente ricoperto di sangue. Levi, il suo amato Levi era stato ucciso. Il suo motivo di vita, colui che per lei rappresentava ogni cosa, aveva perso la vita a causa, sicuramente, dell'esplosione delle sue Lance Fulmine.
Rimase attonita, immobile, totalmente pietrificata davanti a quella vista straziante per pochissimi ma interminabili secondi. Cosa era successo? Com'è stato possibile che qualcuno avesse disinnescato le Lance e fosse riuscito ad eliminarlo così facilmente, come se fosse un comune soldato, lui che era l'uomo più forte al servizio dell'umanità. Le sembrava che stesse vivendo il suo peggiore incubo. Non poteva essere vero. Non doveva essere vero.
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Offri il tuo cuore - A Levihan Story.
FanfictionAmmetto di essere in ritardo ma, come molti, sono rimasta estremamente colpita dal personaggio di Hanji/Hange Zoe dell'anime e manga di Hajime Isayama noto come "Attacco dei Giganti" . Ovviamente ho letto molte storie che fantasticavano di una ipot...