Tragedia

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-Ecco, così: tieni entrambi gli occhi chiusi.
Erano trascorsi circa una decina di giorni e Sasha stava finalmente rimuovendo le bende dall'occhio di Hange. Connie, Eren, Mikasa, Jean, Eren e Levi erano tutti seduti intorno al tavolo di fronte a lei, ad attendere con ansia di vedere quello che sarebbe successo.
-Adesso toglierò la garza...Potresti sentire un po' di dolore - avvisò la ragazza.
Hange annuì, senza dire nulla.
Con delicatezza, Sasha rimosse la garza, che per fortuna, non si era incollata all'occhio. Tutti ebbero un colpo al cuore nel vedere la brutta ferita che si stava rimarginando e lo stesso Levi si sentì mancare il fiato per il dispiacere.
-Bene...adesso, lentamente, cerca di aprire gli occhi...- le disse Sasha.
Hange fece come richiesto e iniziò a sollevare lentamente le palpebre. L'espressione di Sasha trapelava profondo dispiacere perché notò che l'occhio sinistro di Hange stava iniziando irrimediabilmente ad opacizzarsi.
-Io...mi...oh, mi dispiace così tanto! - esclamò la ragazza con voce tremante per il dispiacere - Speravo tanto che saremmo riuscite a salvarlo...ma...
-Non devi dispiacerti...in fondo nemmeno io ci speravo più. Evidentemente certe cose devono andare così! - le rispose subito Hange, scuotendo le spalle rassegnata, dopo aver tratto un lungo e profondo respiro.
Prese lo specchio che aveva tra le gambe e iniziò a osservarsi il viso con meticolosità.
-Questa sì che è una bella cicatrice! - esclamò con poi entusiasmo cercando di nascondere la sua malinconia.
Quindi spostò lo specchio davanti al viso e osservò, uno per uno, i ragazzi seduti di fronte a lei.
-Ebbene, cosa sono quei musi lunghi? Io sono ancora viva! - esclamò cercando di tirarli su di morale.
Armin sorrise, commosso. Jean, Connie e Eren erano ancora visibilmente dispiaciuti mentre Levi, visibilmente turbato, aveva lo sguardo rivolto verso il pavimento.
-Davvero non riesci più a vedere? - le domandò Mikasa con apprensione.
-Solo dal destro - rispose Hange coprendo con una mano prima l'occhio sinistro e poi il destro per fare una prova - Non poteva andare diversamente, visto che la ferita è stata grave ma...poteva andare peggio!
Hange stava cercando di stemperare l'atmosfera pesante con la sua positività.
Si, sarebbe potuta andare peggio, pensò Levi: Hange sarebbe potuta non essere lì con loro.
-Guardate qui! - esclamò Hange alzandosi e mostrando a tutti una benda nera che aveva in tasca.
-Che cos'è? - le domandò Eren.
-È una benda - gli rispose la donna, indossandola - L'ho fatta apposta per nascondere questa brutta cicatrice!
Sistemò i capelli, affinché non rimanessero impigliati nell'elastico e poi indossò i suoi occhiali.
-Allora, che ve ne pare? - domandò con il suo grande entusiasmo, posando le mani sui fianchi.
Per qualche secondo ci fu silenzio, mentre tutti la guardavano.
-Sembri... - iniziò a dire Armin ma si bloccò, imbarazzato.
-Sembro cosa? Avanti, continua! - lo invitò la donna.
-Sul libro di mio nonno, lessi che molti secoli fa, il mare era navigato da dei marinai fuorilegge chiamati "pirati"- iniziò a spiegare timorosamente il ragazzo - c'era una immagine e...e alcuni avevano una benda simile alla tua.
-Pirati hai detto? - domandò Hange pensierosa tamburellando l'indice sulle labbra.
Armin annuì, un po' imbarazzato per averle detto una cosa simile.
-Quindi così sembrerei un Pirata...si! Mi piace! - esclamò infine ridendo, divertita - Voglio che mi racconti di più su questi uomini.
Armin sorrise intenerito mentre Levi scosse la testa, come rassegnato, accennando un lieve e quasi impercettibile sorriso.
-Ho deciso! - esclamò Hange rivolgendosi a tutti quanti - Questa sera andremo in taverna a festeggiare! Bisogna essere grati per quello che si ha e trovare sempre il lato positivo delle cose. Cosa ne dite?
-Ci sarà anche da mangiare? - domandò subito Sasha, con gli occhi che le brillavano.
-Ovviamente! - le rispose Hange.
-Evviva! - esclamò la ragazza con l'entusiasmo alle stelle - corro subito a prepararmi!
-Ehi Sasha, dove credi di andare? - sbottò Connie con disappunto, incrociando le braccia - È pomeriggio e dobbiamo ancora finire di fare le pulizie! Non penserai di dartela a gambe, vero?
-Credo proprio che lo farà! - gli suggerì Jean a bassa voce.
Senza ascoltarli, Sasha uscì di corsa dalla stanza, inseguita poi dai due ragazzi che la volevano riacciuffare per ricondurla al suo dovere.
-Quei ragazzi sono davvero uno spasso! - esclamò Hange ridendo di gusto.
Poi si volse verso Eren, Armin e Mikasa.
-Vi ringrazio, ragazzi, per essere stati presenti in questo momento - disse loro dolcemente.
-Lo abbiamo fatto con piacere... noi...ecco... ti siamo molto affezionati! - rispose Eren guardandola con i suoi grandi occhi color smeraldo.
-Sei davvero gentile, Eren...e inoltre volevo chiedervi scusa se in questi giorni sono stata distante ma, sapete, non è facile per me...non è facile essere il nuovo Comandante! Sostituire Erwin, non è per nulla facile...
Armin abbassò lo sguardo, rattristato.
-No, Armin, non devi essere triste. Se il Capitano Levi ha deciso di iniettare a te il siero, ci sarà un motivo...ed io ho totale fiducia in lui! - continuò Hange afferrandogli le mani e stringendole tra le sue - Promettimi, quindi, che non rimuginerai più su questa storia.
Armin la guardò commosso e con le lacrime agli occhi.
-Va bene, lo farò! - promise alla donna che continuava ad accarezzargli amorevolmente le mani.
-Bene ragazzi, ora potete andare! - disse loro sorridendo - ci vediamo all'ora di cena giù in cortile e avvisate anche gli altri, visto che sono scappati prima che comunicassi loro questo dettaglio.
-Va bene! - le rispose Mikasa sorridendo.
I tre ragazzi si alzarono ed uscirono dalla stanza, lasciando i due superiori da soli.
Hange guardò Levi che se ne stava seduto ancora lì, con lo sguardo sempre rivolto verso il basso, pensieroso e triste. Si avvicinò a lui e da dietro le spalle inizió ad accarezzagli dolcemente il viso e i capelli. Levi chiuse gli occhi, godendo del tocco delicato delle sue mani. Poi ne afferrò una e iniziò a passarla sulle guance e a baciarla.
-Levi, io sono qui - gli sussurrò Hange dolcemente, continuando ad accarezzargli il viso con l'altra mano.
Levi sospirò affranto, senza dire nulla.
-Non capisci... È una tragedia invece... - le disse con tono afflitto.
Hange si mise di fronte a lui e gli sollevò il viso per poterlo guardare negli occhi.
-Guardami, Levi! - esclamò guardandolo amorevolmente - Io sono qui! Ho solo perso un occhio: non farne una tragedia!
-Invece lo è!
-No, non lo è!
-E invece si!
-Dannazione, Levi! Perché mai pensi che sia una tragedia? - gli domandò infine spazientita.
-Adesso che hai perso l'occhio, non ti potrò più chiamare "Quattrocchi" ma "Treocchi" ...ed è orribile "Treocchi"! È una tragedia, non credi? - le domandò infine Levi, cercando in tutti i modi di essere serio e mantenere un'espressione impassibile.
Hange lo guardò per qualche secondo con un misto di sconcerto e frustrazione ma poi scoppiò a ridere fragorosamente, estremamente divertita.
-Sai qual è la vera tragedia, Levi? Il tuo strano senso dell'umorismo! - gli disse continuando a ridere, con la sua solita allegria.
Levi scosse il capo ridacchiando e le tirò il braccio, facendola sedere sulle sue gambe.
-"Treocchi" ...effettivamente hai ragione...preferisco che continui a chiamarmi "Quattrocchi" - gli confessò Hange allegramente, abbracciandolo e posando il viso sulla sua spalla.
Levi sollevò il viso in alto, come per ringraziare il cielo che lei fosse ancora lì, in vita, dopo tutto quello che era successo.
-So che sei preoccupato per me, ma non devi...so cavarmela anche con un solo occhio...- gli disse Hange dolcemente, cercando di rassicurarlo.
Levi emise un verso di disappunto e allora lei lo guardò con aria di sfida.
-Ah si? Allora ti sf..
-No! - la interruppe Levi.
-Ma se non ti ho detto nemmeno cosa voglio!
-Scommetto che vuoi sfidarmi in qualche cosa di estremamente stupido! - le disse l'uomo con tono decisamente annoiato.
-Si! Anzi volevo dire no, nel senso che non è stupido! - esclamò Hange con grande entusiasmo - Ti sfido ad una gara di tiro con il fucile, così vedremo chi è che non se la sa cavare con un occhio solo!
Levi la guardò incerto e pensieroso.
-Avanti! - lo incalzò Hange, stuzzicandogli le guance con le dita.
-Ci sto pensando su!
-Quindi?
Levi rifletté ancora per qualche secondo, con Hange in fermento che lo guardava con gli chhi che brillavano per l'eccitazione.
-Quindi? - gli domandò ancora, fremente come una bambina che sa che sta per ricevere un nuovo giocattolo.
Levi la guardò come rassegnato e trasse un profondo respiro.
-No! - le rispose infine.
-Non mi importa! - disse Hange sbuffando e alzandosi - Adesso vieni con me e ti dimostrerò cosa sono capace di fare!
Così, si diresse poi a passo svelto e pesante verso la porta.
-Ehi, Hange! - la richiamò Levi che era rimasto ancora seduto.
Hange si voltò e notò la sua espressione imbronciata e di disapprovazione.
-Oh, hai ragione, scusami! - esclamò tornando sui suoi passi, con un bel sorriso a trentadue denti.
Sorprendendolo, si chinò verso di lui, gli afferrò il viso con entrambe le mani e iniziò a letteralmente a tempestarlo di baci. Prima la fronte, poi le guance, il naso, poi di nuovo le guance e infine le labbra. Il tutto scompigliandogli i capelli nerissimi con le mani. Levi non riusciva a respirare, quasi soffocato da quella miriade di baci.
-Perfetto! Adesso ti puoi alzare! - esclamò soddisfatta dopo aver finito, guardandogli la faccia totalmente stravolta e arrosata.
Levi la guardò ancora intontito, mentre lei, energicamente, si dirigeva nuovamente verso l'uscita della stanza. Sorridendo, scosse la testa e si alzò.
-Comunque, volevo chiederti cosa ci scommettiamo e non "vieni qui e riempirmi la faccia di baci" - le disse cercando di sistemarsi i capelli.
-Oh, davvero? Che sciocca! - lo burlò Hange, fingendo innocenza - Vuoi scommettere quindi? Allora scommettiamo che chi perde, pagherà il conto finale in taverna questa sera.
-Accetto la sfida, ma poi non venire a piangere da me! - le disse Levi raggiungendola.
-Sarai tu a piangere, caro mio! - rise Hange con entusiasmo, anticipandolo lungo il percorso verso il poligono di tiro.
Levi la osservò con l'animo felice. Alla fine, quella sera, fu Hange a pagare il conto in taverna, ma perse la gara contro di lui solo per pochissimi punti, dimostrandogli, nonostante tutto, di essere ancora una tiratrice formidabile.

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