Dolore. Solamente dolore. Fu questa la prima sensazione che Levi provò non appena riprese a poco a poco i sensi. Cercò di aprire gli occhi ma il dolore a quello destro era insopportabile, indescrivibile. Il più semplice movimento gli risultava impossibile. Persino respirare gli faceva male. Ogni osso e ogni singolo muscolo sembravano distrutti, maciullati, come se fosse stato schiacciato da decine di Giganti Anomali. Non c'era un punto del suo corpo che fosse rimasto immune da tutta quella sofferenza. Stava vivendo un incubo? Era la realtà? Purtroppo, in quel preciso istante, non riusciva a comprendere: il dolore era tale che gli stava annebbiando la mente.
Cercò di nuovo di aprire lentamente le palpebre ma nulla. Solo quella sinistra rispose al comando ma la vista era offuscata. Non riusciva a capire se fosse giorno o notte perché era troppo buio. Tuttavia, mentre si concentrava a mettere a fuoco quel poco che riusciva a vedere, comprese di trovarsi in una foresta. All'improvviso, riapparvero nella sua mente alcuni frammenti di ricordi: i suoi uomini trasformati in Giganti per opera di Zeke affinché potesse fuggire e ricongiungersi con Eren; lui che lo ricattura per riportalo a Stohess e poi un'esplosione, una violentissima e tremenda esplosione. E quindi il buio. Il nulla. Se non fosse per tutto il dolore che stava provando avrebbe pensato che fosse morto.
Poi, come la prima stella che spunta dopo l'oscurità della tempesta, gli apparve davanti agli occhi il viso di Hange. Del resto, il volto della donna fu la prima e l'ultima cosa che gli venne in mente poco prima di lasciarsi travolgere dalla terribile onda d'urto dell'esplosione. Si dice che quando si sta per morire si riescano a rivivere i momenti più importanti della propria vita, tuttavia, in quel frangente, Levi vide solo il volto di sua moglie e nient'altro. Il suo primo ed ultimo pensiero erano sempre rivolti a lei: la donna che amava. Nella sua mente, inoltre, riecheggiava la sua voce disperata, come se fosse lontana o un eco quasi impercettibile.
-Resisti, Levi! Resisti!
Tutto era confuso. Tutto era indecifrabile. Trasse un profondo respiro e, in quell'attimo udì un lieve sussurro.
-Levi...
Con il dolore che non gli concedeva tregua, cercò di voltarsi alla sua sinistra, la direzione da cui proveniva quella voce e, nonostante la vista sfocata, con immenso stupore, riconobbe il volto di Hange che dormiva proprio accanto a lui. Allora non era stata una mera illusione: Hange era davvero lì. Com'era possibile? Allora, quando le parve di vederla mentre lo sollevava da terra, non era stato un crudele inganno dettato dalla sua mente piegata dalla sofferenza. Comprese che era riuscito a sopravvivere all'esplosione proprio grazie a lei che, chissà come, era riuscita a strapparlo dalle braccia della Morte.
-Levi...
Come le accadeva spesso, stava parlando nel sonno ma la sua voce era flebile e tremante e le sue guance erano rigate dalle lacrime che inconsciamente stavano uscendo dai suoi occhi. Vederla soffrire era qualcosa che gli provocava un infinito dolore nell'animo. Lei che era stata sempre sorridente, allegra, dalla risata contagiosa, ora era lì, poco distante da lui, rannicchiata su sé stessa e che piangeva. Cercò di muovere il braccio: voleva svegliarla, asciugare quelle orribili lacrime e dirle di non piangere perché era ancora vivo; ma una fitta di dolore intenso percorse tutto il suo corpo, dalla testa ai piedi, come se avesse la schiena rotta. Avrebbe dato qualunque cosa per poterla stringere a sé ma il suo corpo non rispondeva ai suoi comandi. Sconfortato e afflitto, trasse un profondo respiro per cercare di resistere a quelle fitte insopportabili ma fu invano, perchè cadde nuovamente in un sonno molto profondo.-Da soli non possiamo fermare Zeke...non ci resta che affidare tutto ad Armin e al Comandante Pixis...ormai è tutto perduto...
Ancora la voce di Hange. Cercò di aprire gli occhi, ma vi riuscì a malapena. La vide seduta di spalle, accanto a lui, mentre si teneva la testa tra le mani.
-Forse è arrivato il nostro turno, anche se abbiamo creduto ci agire nel modo più giusto...dobbiamo andare al più presto da nostro figlio...e...magari potremmo vivere qui insieme, in questa foresta...tu che ne pensi, Levi?
Davanti a quella manifestazione di fragilità, Levi sentì tremare il suo cuore. Avrebbe voluto allungare il braccio per sfiorarla ma anche questo non rispose al comando della mente. Attraversato dall'ennesima ondata di dolore, svenne e ricadde nel buio del sonno senza sogni.

STAI LEGGENDO
Offri il tuo cuore - A Levihan Story.
FanfictionAmmetto di essere in ritardo ma, come molti, sono rimasta estremamente colpita dal personaggio di Hanji/Hange Zoe dell'anime e manga di Hajime Isayama noto come "Attacco dei Giganti" . Ovviamente ho letto molte storie che fantasticavano di una ipot...