Ricchezza

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-A cosa stai pensando?
Hange era ancora a letto tra le braccia di Levi quando lui, scostandole con delicatezza i capelli dal viso, le pose quella domanda dopo aver notato il suo sguardo pensieroso.
-Sai, ho riflettuto molto in queste ore - sospirò lei, accucciandosi ancora di più verso di lui.
-Credevo di non averti dato tempo ne modo per riflettere - le rispose lui con un sorrisetto malizioso e soddisfatto sulle labbra.
Capendo l'ironia, Hange ridacchiò divertita e si morse il labbro inferiore.
-In effetti...ma credo che, in fondo, era una decisione che avevo maturato da giorni e che non avevo l'orgoglio né il coraggio di prendere - gli disse iniziando a giocherellare con l'anello nuziale che l'uomo portava sempre legato al collo proprio come lei.
Levi sospirò.
-Allora sputa il rospo! - le disse baciandole la fronte.
Hange trasse un profondo respiro, tempo per riordinare le idee.
-Tutta questa storia è come una dannatissima partita a scacchi - iniziò a spiegare con serietà - in cui ho perso una delle due Torri. La cosa mi ha così sconvolta che non riuscivo a trovare una soluzione. Pensavo di aver perso la partita e invece non mi ero accorta che mi restavano ancora le altre pedine...
Levi inarcò un sopracciglio, riflettendo sulla metafora.
-Se quei due pensano di avermi fregata, si sbagliano di grosso! - borbottò ancora Hange, riferendosi a Zeke ed Eren - Inoltre non credo che siano così idioti da attivare i Colossali proprio adesso, quando Marley è ancora al pieno della sua potenza bellica...stanno tramando qualcosa, lo sento! Ma adesso tocca a me fare la prossima mossa...
-Cioè?
-Ho deciso che torneremo a casa.
A Levi si fermò il respiro per l'incredulità e l'inaspettata decisione: mai avrebbe immaginato che Hange avrebbe accantonato la missione esplorativa.
-Stai dicendo...che vuoi tornare a Paradis? - le chiese sbigottito.
-Si. Dobbiamo tornare immediatamente a Paradis e....fermare Historia prima che...prima che faccia qualche sciocchezza, ecco! - spiegò Hange abbassando lo sguardo melanconicamente - Se proprio lo deve fare, lo farà quando glielo dirò io! Zeke vuole che lei erediti il suo Gigante? Mi sta bene, ma devono venire da noi strisciando! A meno che non abbiano altro in mente, ma preferisco tornare a Paradis. Dobbiamo trovare un piano alternativo, consultandoci con le Alte Sfere...restare qui ormai non ha più alcuna importanza, per quel che mi riguarda.
-Tu vuoi davvero lasciare Eren qui? - le domandò Levi, ancora sconcertato.
-Ha fatto la sua scelta! - gli rispose Hange con la stessa freddezza di quando impartiva un ordine - Gli ho dato la possibilità di ritornare da noi e lui è arrivato persino a minacciarci! Non so cosa gli stia passando per la testa e adesso non ho nemmeno voglia di saperlo...e non so se ne avrò più mai...
Levi sospirò affranto. Non gli piaceva arrendersi all'idea che Eren fosse ormai irrecuperabile ma il ragazzo sembrava irrimediabilmente voler proseguire la sua strada da solo. Nonostante questo, il cuore gli sussultò per l'emozione al solo pensiero di poter avere di nuovo il suo bambino tra le braccia, poter stringere le sue manine morbide, vedere i suoi grandi occhi azzurri e il suo dolce sorriso: tutto questo gli riempiva l'animo di gioia. Anche se restava un soldato adesso doveva fare i conti con il fatto di essere diventato padre, un dettaglio che lo rese felice fin dal primo istante in cui lo venne a sapere.
-Inoltre, dovrò presentarmi al Generale Zackary e fare rapporto per quanto è successo - continuò Hange - Abbiamo perso un Gigante e la responsabilità di quanto è accaduto è soltanto mia. Sicuramente sarò processata...
Per nulla intimorito da tale eventualità, Levi le afferrò la mano e la intrecciò con la sua.
-Dovranno prima passare sul mio cadavere - le disse in un modo così intenso e minaccioso che Hange fu attraversata da un brivido di timore - Non sarai da sola, perché ci sarò io. E poi ci saranno anche i mocciosi a testimoniare, per cui non devi temere nulla.
Hange si sollevò un pochino e, sorridendo rassicurata, gli diede un affettuoso bacio sulle labbra.
-Abbiamo impiegato tutte le energie in nostro possesso per ritrovarlo, rischiando persino la nostra incolumità qui! - continuò lui, guardandola poi dolcemente - Non abbiamo nulla di cui rimproverarci.
-Tu credi? - gli domandò lei, un po' affranta.
-Hange, abbiamo fatto tutto il possibile e non potevamo prevedere che quel dannato moccioso si sarebbe comportato così mandando al diavolo tutto quanto! Io avevo notato che dopo la battaglia di Shiganshina era diventato insofferente...che si comportava in modo strano. Anche noi avevamo perso i nostri amici in quella strage e anche noi abbiamo sofferto...tutti abbiamo sofferto! Ma in lui c'era di più. Mi ero illuso che, con la missione all'interno del Wall Maria, si fosse rinsavito. Alla fine, considerai il fatto che è pur sempre un adolescente e che col tempo gli sarebbe passata - concluse accarezzandole il viso.
-Questa storia dell'adolescenza ancora me la dovete spiegare! - brontolò Hange, immusonita e tamburellando l'indice sulle labbra.
-Certe volte parli come se non avessi mai avuto sedici anni! - ribatté Levi, un po' frustrato.
-A sedici anni avevo altro a cui pensare! - gli rispose lei, saccente, riferendosi ai suoi studi e alle sue ricerche.
-Tsk! Sei proprio una Quattrocchi di merda! - esclamò Levi, tirandole il naso.
Hange ridacchiò divertita e poi si riposò sul suo petto, sospirando.
-Glielo dirai oggi ai mocciosi? - le domandò Levi, mentre le accarezzava delicatamente la schiena.
-Si, anche se sono consapevole che non potremo ripartire immediatamente. Almeno inizieranno a prepararsi - gli rispose lei, rilassata, godendosi le gentili carezze dell'uomo.
Poi trasse un profondo respiro e tentò di sedersi ma Levi le afferrò con forza il polso.
-Ehi, dove credi di andare? - le chiese minacciosamente, freddandola con lo sguardo.
Dopodiché, veloce come un fulmine, la mise con sotto di sé senza permettere che lei sfuggisse.
-Levi...dobbiamo alzarci e parlare con i ragazzi...è tardi! - si lamentò Hange, tentando di liberarsi da quella forte presa e dal peso del suo corpo che la sovrastava.
-Hai detto che glielo dirai oggi, non è vero? - le domandò lui, inarcando un sopracciglio ma mantenendo un'espressione seria e impassibile.
-Si, allora? Che problema hai?
Sul viso di Levi apparve ora un sorriso malizioso e, lentamente, si chinò su di lei verso l'orecchio.
-Il problema è che non hai specificato a che ora - le sussurrò con ardore iniziando con la lingua ad assaporare la pelle del suo collo.
Hange avvertì un brivido intenso lungo tutto il corpo ma cercò di mantenere la lucidità, anche se era impossibile visto che lui la stava accarezzando dappertutto. E lei adorava sentire sul suo corpo le sue mani grandi e forti, che la accarezzavano con delicatezza ma anche con intensità.
-Ah! Levi...è giorno...si staranno chiedendo dove...smettila! Mi fai il solletico! - ridacchiò quindi, con il viso tutto rosso per l'emozione.
-Shhh...adesso fa silenzio...e guardami... - la zittì subito Levi, con tono caldo e passionale mentre continuava a godere di ogni millimetro della sua pelle.

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