Il Volo

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Quel giorno fu davvero pesante per Hange. La riunione dei Vertici dell'Esercito, la visita di Historia e gli strani vaneggiamenti di Eren, questa volta, avevano messo a dura prova la sua resistenza psicologica. Quando era stanca, amava salire in cima alle mura e starsene sola, a guardare il paesaggio ma ormai era notte: si sdraió e iniziò a contemplare l'immensità del cielo stellato.

<<Tutto bene, Quattrocchi?>>domandò Levi, sbucando improvvisamente dietro alle sue spalle.

<<Sono solo molto stanca...>>rispose lei sospirando e continuando a guardare ancora il cielo.

Levi si sedette non poco lontano e alzò gli occhi verso il cielo, rimanendo in silenzio per alcuni minuti.

<<È strano...>> iniziò a dire.

<<Che cosa è strano?>> gli domandò Hange.

<<È strano quanto possa essere bello questo mondo, quando c'è la pace>> continuò, guardando le stelle.

<<Non vi sarà mai pace se non scopriamo cosa si cela dietro l'esistenza dei Giganti...le cose diventano sempre più complicate e senza il Comandante Erwin, temo che la situazione tenderà a complicarsi sempre di più...avevamo bisogno dellea sua forza...delle sue intuizioni...>>

<<Hange, ho deciso io di lasciar andare Erwin...era giusto che lui morisse così...era anche un suo desiderio...>> le confessò lui mestamente, guardandola con la coda degli occhi.

<<Desiderio...>> sogghignó la donna.

Che cosa, lei, desiderava di più? Studiare i Giganti, con qualunque mezzo e in qualsiasi modo, questo era certo.
Ora che era stata nominata Comandante, purtroppo, avrebbe dovuto dedicare meno tempo alle sue ricerche. Pensò che si sarebbe riposata un paio di giorni e poi avrebbe ricominciato con il suo nuovo lavoro. Ora che Moblit non c'era più, avrebbe dovuto anche trovare un nuovo assistente e non pensava minimamente di chiederlo a Levi. Le avrebbe solo dato fastidio, con le sue manie spastiche di ordine e pulizia, che di certo rispettava nel suo amico ma lei non aveva tempo da perdere in simili sciocchezze. Levi rimaneva comunque un soldato, il migliore, e doveva dedicarsi solo ad allenarsi ed a combattere.
Le venne in mente il primo giorno che fu presentato al Corpo di Ricerca, con il suo atteggiamento arrogante e da spaccone. Erwin ci vide giusto nell'arruolarlo con loro e tanto che, ormai, era diventato l'uomo di punta della Squadra di Ricerca.

<<A cosa stai pensando?>>le chiese Levi, interrompendo bruscamente i suoi pensieri e scorgendo uno strano riflesso nei suoi occhi.

<<Mi sono appena ricordata quando sei arrivato da noi, Levi>> ridacchiò divertita, portandosi una mano alla bocca per cercare di trattenere le risatine.

<<E cosa ci trovi di così divertente?>> domandò lui, seccato.

<<Beh...sei cresciuto, Levi! Sei maturato...devo ammettere che prima eri uno sciocco, burbero e arrogante sbruffone mentre adesso...adesso sei diverso, sei diventato uomo!>> gli rispose ridendo, come se la cosa fosse estremamente divertente.

Hange era così: poteva affrontare qualsiasi situazione o discorso con un grande sorriso stampato sul viso ma dimostrava anche un estremo senso di serietà e freddezza, quando occorreva. Ma questo, di certo, non era il caso.
Si alzò in piedi e si sgranchì la schiena, indolenzita dall'essere stata troppo tempo a contatto con la superficie piana e solida delle Mura mentre Levi stava ancora riflettendo sulle parole che gli aveva detto poco fa.

<<Ah! Che bella serata!>> esclamò con grande entusiasmo.

Levi non le rispose, guardandola di sottecchi dal basso verso l'alto fino a quando lei iniziò ad armeggiare con la cintura a cui era fissato il congegno di manovra tridimensionale.

Offri il tuo cuore - A Levihan Story.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora