Durante il mio risveglio, nel silenzio surreale della nostra camera da letto, sentivo echeggiare nella mia testa solo la voce martellante della madre di Dario. La sua cattiveria andava bene oltre i racconti frammentati di Dario, ben oltre quello che poteva essere una madre che accoglie per la prima volta la fidanzata del figlio.Già, la sua fidanzata.
In quel frangente, presa da uno strano vortice di parole e pensieri, dubitai di tutto quello che mi stava intorno. Dubitai di me, di lui, del nostro amore e di tutto quello che ci eravamo promessi durante quell'anno di convivenza. All'improvviso, i progetti di vita matrimoniali e genitoriali, sembrarono sciocchezze e cose senza senso. E così, come tutte le cose inutili, erano state spazzate via dalle sue parole e dalla sua arroganza senza che io potessi fare qualcosa.
Mi sentii come intrappolata in una stanza insonorizzata dove la mia voce si perdeva tra le sue mura. Gli occhi di Dario, pur cercando i miei, non riuscivano a trovarli e agganciarli.
Mi sentii persa, come se avessi perduto la rotta. Come se quell'amore si fosse volatilizzato dentro nell'oscurità dei suoi occhi marroni.
Poi, durante il tragitto verso casa, tra le lacrime e i perché domandati al vento, mi addormentai staccando finalmente quel filo conduttore con quei pensieri tristi e deliranti, ritrovandomi poi l'indomani mattina da sola in quel mega lettone.
Strinsi con la mano destra il cuscino sottostante cercando un po' di conforto, quando notai sul mio dito l'anello che Dario mi aveva regalato insieme al suo cuore.
Ricominciai a piangere ripensando a tutto quello che anche lui aveva passato. Lo avevo sicuramente devastato.
Mi sentii terribilmente in colpa.
Mi guardai intorno notando che lui non aveva toccato il letto. Non aveva dormito con me e sicuramente non era stato bene tutta la notte.
Tolsi immediatamente il plaid che lui aveva con cura poggiato su di me, avviandomi verso la porta che era stata chiusa. Girai la maniglia dando uno sguardo fugace verso il salotto buio e silenzioso. Strinsi le braccia al petto guardandomi intorno spaurita e preoccupata. Avevo una paura terribile che Dario avesse passato la notte fuori.
Sul tavolinetto davanti al divano c'era un bicchiere vuoto, i suoi occhiali, una vodka finita per metà e la sua camicia bianca piegata male. Continuai la mia perlustrazione guardando ogni angolo della casa stringendo ancora più forte le braccia al petto.
Fino a che, entrando in cucina, non lo trovai di spalle appoggiato davanti al lavello con le braccia tese. Il capo chino, e quasi penzolante, dava l'impressione di uno sfinimento che andava ben oltre la notte appena passata.
Le sue scapole nude e contratte mostravano una posizione stanca e quasi assuefatta guardando qualcosa all'interno del lavello.
Poi, come se avesse sentito la mia presenza, si voltò verso di me con sguardo colpevole stringendo le labbra tra di loro.
« Ciao... », disse flebilmente mettendo le mani in tasca. Portava ancora i pantaloni neri della sera prima e sembrava stravolto.
« Ciao... », replicai scrutando il suo viso marcato dai segni nella notte insonne appena passata.
« Ho preparato del caffè e del latte... », disse lui sviando lo sguardo verso le porcellane. « Serviti pure, io vado a fare una doccia... », finì passandosi le mani tra i capelli superandomi.
« Dario... », lo chiamai con un filo di voce voltandomi verso di lui. Trovai ad attendermi i suoi meravigliosi occhi azzurri coperti per metà dai suoi capelli scompigliati. « Io non... », riuscì a dire con il cuore in gola. Non volevo questo, non volevo questa distanza che mi faceva male più di una coltellata.
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Ogni Parte Di Noi
ChickLitSEQUEL DI "OGNI PARTE DI TE" Dario e Anita, ormai felicemente fidanzati, vivono il loro amore come in una favola. Tutto sembra andare per il meglio, fino a quando il passato di entrambi si ripresenta stravolgendo il presente, proprio durante i prep...