Dolce E Velutato

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Durante il mio lavoro di svuotamento delle valigie e sistemazione negli appositi alloggi, mi chiesi tante volte come poteva averci trovati anche qui. Mia madre, non era di certo una investigatrice privata, ma qualcosa mi faceva sospettare che avesse chiesto di proposito a qualcuno, o addirittura che avesse chiesto a qualcuno di seguirci. La seconda opzione mi sembrava più una puntata di CSI, ma con lei c'era da aspettarsi di tutto. Infilai nell'apposito contenitore lo spazzolino e il dentifricio che avevo utilizzato dopo aver fatto la doccia, e uscendo ancora in accappatoio, mi chiusi la porta del bagno alle spalle trovandomi davanti Anita che dormiva beatamente. In realtà, anche troppo beatamente. Non si era mossa di un centimetro, e sembrava che non dormisse da anni, se non avesse già dormito un ora e mezza buona. La cosa mi preoccupò un po'. Mi avvicinai delicatamente a lei sdraiandomi in accappatoio. Le accarezzai la guancia destra dove era ricaduta una ciocca di capelli, sentendo il suo respiro regolare tramutarsi e i suoi occhi aprirsi leggermente.

« Amore... », bofonchiò lei, stringendo il cuscino sottostante e socchiudendo gli occhi.

« Scusami, non volevo svegliarti. Ma non è da te dormire così tanto. Mi avresti già portato sulla neve o a fare quel famoso pupazzo di neve di cui mi avevi parlato a casa. »

« Tanto? Ma che ora è? », si alzò lei di scatto guardandosi intorno.

« Abbiamo saltato praticamente il pranzo. », risi guardandola divertito. Aveva i capelli scompigliati e le labbra più carnose del solito.

« Cosa? Ma davvero? », si rilassò lei sedendosi sul materasso e guardandomi sorrise anche lei. « Che c'è che non va? Ho un gatto morto in testa? »

« Una specie », ridacchiai allungando la mano verso il groviglio di capelli che si era creato sul lato destro.

« Sono un disastro. », rise anche lei cercando di districare la matassa.

« Sei perfetta. », la guardai adorante. Era davvero perfetta, e aveva qualcosa di diverso. Qualcosa che mi attirava a lei più del solito.

« Grazie... », rispose lei arrossendo lisciando i capelli. « Comunque, vedo che tu non hai perso tempo. Hai già fatto la doccia. »

« Qualcosa la dovevo pur farla mentre la mia piccola orsetta era in letargo. »

« Avresti anche potuto svegliarmi. »

« Svegliarti? Eri così tranquilla e rilassata. Non avrei mai potuto farlo. »

« In effetti avevo proprio bisogno di dormire. »

« E adesso cosa vuoi fare? »

« Vorrei tanto quella cioccolata. Possiamo fare merenda? », chiese con gli occhi che le brillavano. « So che abbiamo saltato il pranzo, ma vorrei tanto quella cioccolata con dei biscotti. Ti va? »

« Certo che mi va. », affermai felice. « Facciamo tutto quello che vuoi.», le sussurrai accarezzandole il viso.

Lei rispose con bacio e accompagnando la mia mano che scendeva sul suo seno. Ansimai stringendolo di riflesso sotto il mio palmo. Sorrisi poi, baciandola e facendole capire che avevo voglia di lei.

« Anita, non credo mangerai quella cioccolata... »

« Non mi corrompi signorino. », ribatté sulle mie labbra sorridendo. « Voglio quella cioccolata, e l'avrò! »

« Come vuole lei signora Mancini. Però ti conviene sbrigarti, mi ha chiamato Saverio, è sta per arrivare. »

« Faccio in un baleno. », affermò sulle mie labbra lasciandoci un bacio.

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