Disarmato

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Una calma profonda ci pervase, fondendo i nostri corpi e tralasciando tutto il resto. Il freddo, i nostri nasi rossi e la pelle d'oca che ci accomunava, non ci fermarono nel nostro intento di assaporare quell'istante. In quel singolo momento, ebbi la sensazione di piroettare come se entrambi avessimo le ali, come se li avessimo sempre avute, ma che solo con lei avevo davvero imparato ad usarle.

« Adoro questa canzone. », sussurrò lei spostando delicatamente una ciocca di capelli che si era posata sopra le mie ciglia.

« Io adoro te. Desidero te. Amo te. », affermai accompagnando i suoi fianchi.

« Amore... », sibilò lei accarezzandomi le labbra inferiori con il pollice prima di invadermi con uno dei suoi baci.

Quel suo bacio innesco subito dentro di noi una bomba. Come accadde quella sera di un anno prima.

« Dolci pinguini. », la voce di Saverio, alla quale ormai eravamo abituati in certe situazioni, ci entrò nelle orecchie facendoci fermare a rallentatore verso di lui. « Sicuramente avete in corpo cinquanta gradi fahrenheit, ma ci sono meno cinque gradi fuori, e poi c'è Mirko che sta suonando il pianoforte. Non sia mai che vi perdiate un momento di così alto livello! »

« Arriviamo subito... », rise Dario, facendo allontanare Saverio. « Mi sa, che ci tocca entrare. Non possiamo perderci Mirko al pianoforte. »

« Già, adoro sentirlo suonare. », mi prese per mano, portandomi all'interno del locale dove si poteva sentire Mirko e la sua "All of Me" . « E adoro questa canzone... »

« Ricordo bene quella sera e le testate che ho dato alla porta della mia camera. »

« In che senso? »

« Mi ero ripromesso di lasciarti in pace dopo quello che mi avevi detto sul balcone. Ma non sono stato molto bravo... »

« Quindi hai preso a testate la porta? », chiese sorridendo.

« Esattamente, signora Mancini. Ho preso a testa ogni centimetro di quella porta pur di non venire in camera da te. Non volevo farti soffrire... anche se poi ho fatto tutto il contrario. »

« Shhh », appoggiò delicatamente l'indice sulle mie labbra. « Quello ormai è il passato. Un passato che ci ha resi quelli che siamo oggi. E poi, devo confidarti un piccolo segreto... »

« Sarebbe? »

« Anch'io quella sera ho lottato contro me stessa pur di non venire da te. Certo, non ho preso a testate la porta. », rise buttandomi le braccia al collo muovendosi a ritmo. « Ma avevo una voglia assurda di rimangiarmi ogni singola parola detta tra le tue braccia. », risi come un coglione abbassando lo sguardo.

« Non mi hai mai detto nulla. », affermai alzando nuovamente lo sguardo su di lei.

« Beh, dottore, neanche lei mi aveva mai detto di questo piccolo particolare. Siamo pari, no? », risi nuovamente come un coglione sentendomi in colpa.

Era inutile. Ogni qualvolta si toccavano alcuni tasti del nostro passato mi sentivo un verme. Un codardo.

« Perdonami. »

« Dario, non c'è più niente da perdonare. Siamo qui, l'uno nelle braccia dell'altra, e stiamo per festeggiare questo nuovo anno che ci porterà tante cose bellissime. Sarò tua moglie, non ti basta come castigo? », rise lei trovandomi serio.

« Tu sei la mia benedizione. Sei la cosa che è andata nel verso giusto in questa vita senza senso. E io non posso che essere onorato del ruolo che avrò nella tua vita. Anzi, che ho già nella tua vita. Perché per me sei già mia moglie. »

Ogni Parte Di NoiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora