Draco Malfoy non la guardava neanche più in faccia; quando la incrociava nei corridoi, o a lezione, deglutiva, impallidiva e cambiava direzione oppure si voltava a parlare con Pansy, che era sempre al suo fianco. Non li aveva mai visti trascorrere tanto tempo insieme. Hermione sospettava che andasse in giro con lei così spesso per evitare che lei provasse a parlargli, il che era completamente superfluo perché la Grifondoro non aveva alcuna intenzione di avvicinare il biondino, né voleva discutere dell'accaduto.
La verità era che si era spaventata talmente tanto che più volte aveva sognato quel momento orrendo che avevano condiviso nel bagno di Mirtilla, in cui terrorizzata aveva cercato di aiutarlo a venire fuori dal più brutto attacco di panico a cui Hermione avesse mai assistito. Aveva più volte aiutato il suo vicino di casa a superare situazioni simili, ma Draco... Con Draco sembrava esser durato per ore; sembrava quasi che lui non volesse, uscirne.
La vita di Hermione era già abbastanza complicata senza doversi fare carico di Malfoy, eppure, un angolino remoto della sua mente continuava a tornare al ragazzo, senza darle tregua.
'Cosa cavolo stai combinando, Malfoy?'
Non era una giornata particolarmente fredda, solo un po' ventosa, tanto che molti studenti avevano deciso di trascorrere l'ora libera nei giardini della scuola.
Harry e Ron erano andati a trovare Hagrid, ma Hermione non era dell'umore.
«Ci vediamo dopo in Sala Comune o direttamente a cena» gli aveva detto.
«Devi andare in biblioteca?» aveva insistito Ron, scrutandola preoccupato.
«Stai bene, Hermione?» le aveva chiesto Harry, anche lui in pensiero per l'amica; era pallida e sembrava particolarmente triste.
Hermione non sapeva come convincerli a lasciarla stare, a lasciarla sola; voleva solo piangere e non poteva farlo davanti a loro, perché avrebbero voluto spiegazioni sul motivo delle sue lacrime. E lei non poteva dirgli dopo un anno e mezzo che aveva avuto una relazione con Cedric Diggory e che era uno di quei giorni in cui le mancava così tanto che a malapena riusciva a respirare.
«Sto bene, ho solo bisogno di dormire. Stanotte sono rimasta sveglia fino a tardi per... La ricerca di Pozioni» mentì spudoratamente.
Le avevano sempre detto che era una terribile bugiarda. Hermione pensava ogni volta che fosse l'opposto: lei era un'ottima bugiarda, talmente brava che era riuscita ad ingannare tutti quanti. O forse era come le avevano fatto notare in passato i suoi amici: riusciva perfettamente a mentire quando si trattava di dover proteggere sé stessa o le persone a cui teneva. O di evitare di affrontare dei sentimenti che non voleva neanche riconoscere, figurarsi cercare di superare. Come se si potesse superare una cosa del genere, comunque.
Hermione corse nel suo dormitorio e controllò che fosse deserto, poi crollò sul letto e lasciò cadere le lacrime. Quando si fu calmata, evocò il suo Patronus.
L'anno prima, quando Hermione ne aveva visto la forma per la prima volta, era stata contenta.
"Le cose che perdiamo trovano sempre il modo di tornare da noi, anche se non sempre come noi ce l'aspettiamo" le aveva detto una volta Luna e lei, nel vedere la sua lontra danzarle attorno allegra, le aveva creduto; aveva pensato che fosse il modo di Cedric di dirle che era sempre accanto a lei, di tornare da lei.
Un anno dopo sembrava più una punizione, uno scherzo del destino; serviva un ricordo felice per evocarlo e il suo riguardava il suo primo amore, tragicamente morto alla fine del suo quarto anno, lo stesso ragazzo dal cui Patronus il suo aveva preso la forma. Era un costante promemoria di quanto avesse perso, della felicità che non sarebbe mai più stata in grado di provare, ma per la quale si sentiva al contempo grata. Motivo per cui quel ricordo continuava a funzionare.
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Fine Line | Dramione
FanfictionDraco Malfoy non aveva mai avuto una scelta, finché Hermione Granger non gliene aveva data una. Finché Hermione Granger non era divenuta la scelta stessa. (Dalla storia) - What if dal sesto anno - Dramione (slow burn) - Past Cedric/Hermione (menti...