CAPITOLO 12

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Hermione sbuffò all'ennesima richiesta di Ron di sostituirla durante la ronda. 

Non avevano neanche mai chiarito quello che era successo alla Torre, semplicemente sembrava che rosso avesse optato per il 'far finta che non sia mai successo e tanti saluti'.

«Cos'è questa volta? L'onomastico di Lavanda?» aveva sbottato scocciata in risposta e Ron era diventato un tutt'uno con i suoi capelli.

«E dai Hermione» insistette supplichevole. «Non ti chiedo neanche aiuto con i compiti da un sacco di tempo. Cosa ti costa farmi questo favore?»

La ragazza alzò un sopracciglio. «Ho il sospetto che tu i compiti ultimamente non li stia facendo affatto, Ronald Weasley.»

L'amico si morse la guancia mentre assumeva un'espressione colpevole che le fece roteare gli occhi dal disappunto.

«Se non vuoi quella spilla» aggiunse acidamente, «puoi riconsegnarla alla McGranitt. Sono abbastanza certa che Harry sarà felice di accettarla e adempiere ai doveri che comporta, quando la professoressa gliela proporrà.»

Ron fece una smorfia; diventare un Prefetto era stata una delle poche volte in cui era riuscito a distinguersi da Harry, sebbene la questione non lo rendesse speciale agli occhi dei genitori, visto che tra Bill, Charlie e Percy tutti i ruoli di rilievo per gli studenti ad Hogwarts erano già stati ricoperti da qualcuno dei suoi fratelli in passato.

Ma Lavanda gli aveva fatto capire che era pronta a fare il passo successivo, quella notte. E non aveva intenzione di rinviare per una stupidissima ronda.

«È l'ultima volta che te lo chiedo, Herm» ci riprovò guardandola implorante.

Hermione sospirò rassegnata.

«E va bene!»

‿︵‿︵‿︵

Quella ronda sembrava durare più del solito; Hermione si trascinava pigramente per i corridoi, sbuffando di tanto in tanto.

Per un momento aveva pensato che sostituire Ron per quel turno l'avrebbe aiutata a distrarsi, ma camminare da sola nel silenzio più assoluto di solito sortiva l'effetto opposto: stimolava il suo cervello a pensare.

Sentire l'odore di Cedric dopo tanto tempo l'aveva destabilizzata, gettandola in un tipo di sconforto tutto nuovo; non pensava che avrebbe mai avuto l'occasione di risentire il suo profumo dal vivo e aveva dovuto resistere alla tentazione di ricreare il filtro da sé per poterla annusare di nuovo. Pozione che era illegale e uso che sarebbe stato il passo decisivo verso l'autodistruzione.

Aveva storto il naso e sbuffato sonoramente quando aveva visto che Malfoy sarebbe stato anche lui di ronda quella sera, ma non si era presentato e questo l'aveva irritata ancora di più, paradossalmente.
Nonostante non avesse la minima voglia di vedere la sua faccia perennemente schifata e il suo ghigno del cavolo, né di sentire la sua voce fredda e strascicata trovare nuovi modi per deriderla, si era scoperta infastidita dal fatto che non si era nemmeno disturbato di farsi sostituire, l'idiota. Litigare con la Parkinson sarebbe stata una bella distrazione dai suoi pensieri, in fondo.

Si chiese se lo avrebbe beccato ad uscire dalla Stanza delle Necessità se fosse salita al settimo piano e si fosse appostata dietro una colonna ad attendere, o se, voltato l'angolo davanti a sé, lo avrebbe trovato nel bagno di Mirtilla Malcontenta.

I suoi pensieri furono bruscamente interrotti da un sussurro flebile che la fece sobbalzare.

«Hermione

Si guardò intorno per cercare di capire da dove fosse venuta la voce che l'aveva chiamata, ma non vide nessuno; non era neanche riuscita a riconoscerne il proprietario, non aveva mai sentito nessuno pronunciare il suo nome in quel modo, con quella voce.

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