CAPITOLO 32

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L'unica volta in cui aveva rivisto Hermione Granger dopo quella conversazione era stato all'esame di Apparizione; era stato concesso, ad alcuni studenti, di sostenerlo in anticipo.

La lista dei fortunati includeva sé stesso... ed Hermione Granger.

Classico.

Non gli aveva rivolto la parola, neanche quando le si era avvicinato per chiederle se potessero vedersi al Dormitorio.

Lo aveva semplicemente guardato, aveva deglutito, ed era corsa via.

Sembrava più taciturna del solito; non la vedeva ridere né scherzare neanche con Potter e la Donnola, né con il suo amico Tasso, né con gli altri Grifondoro. Non alzava la mano in classe e spesso chiedeva ai professori di ripetere la domanda quando si rivolgevano direttamente a lei; una volta aveva persino negato di sapere la risposta ad un quesito della McGranitt.

Non sapeva cosa avesse detto quella notte per abbatterla in quel modo.

Glielo aveva fatto capire, no? Che non aveva voluto niente di tutto quello, che non aveva mai voluto fare quelle cose... che qualsiasi cosa credesse ora non contava più nulla per lui, perché aveva finalmente capito la realtà dei fatti.

Forse no. Forse aveva detto qualcosa che le aveva fatto pentire di aver creduto in lui.

E lui non riusciva neanche a capire cosa.

‿︵‿︵‿︵

Il bagno dei Prefetti era illuminato dalla sola luce lunare.
«Ho paura, Ced» disse Hermione, stringendolo forte a sé. «Per te e per Harry.»
«Non Krum?» domandò lui con sarcasmo.
La ragazza gli spinse delicatamente un braccio e gli rivolse un'occhiataccia.
Sapeva benissimo che tra lei e Krum ci fosse solo amicizia; avevano riso insieme per giorni a causa del malinteso del Ballo del Ceppo, anche se Hermione si sentiva un po' in colpa per non aver fatto sapere a Harry che Cedric e Cho ci erano andati insieme da amici. Le avrebbe chiesto come facesse a saperlo e lei non aveva ancora ideato un piano per dire ai suoi amici della sua relazione con il Tassorosso.
Lottarono per qualche secondo; lei fingeva di essersi arrabbiata, lui provava a riavvolgerla tra le sue braccia. Alla fine, la Grifondoro si arrese e si accoccolò nuovamente tra le braccia del suo ragazzo.
«Ero seria, sai. Ho una brutta sensazione...»
«Jean, stai tranquilla» le sussurrò in un orecchio. «Andrà tutto bene.»
Lei chiuse gli occhi e sospirò; la fece voltare per guardarla in faccia e le prese il volto tra le mani.
«Andrà tutto bene» ripeté con convinzione.
Poi si sfilò l'anello di famiglia dal dito e glielo porse.
«Tienilo tu» le disse. «Me lo ridarai quando uscirò dal Labirinto, va bene?»
Una promessa. La promessa che sarebbe tornato da lei.
Hermione tirò su col naso e si fece coraggio; annuì.
«Però dopo di che, basta nascondersi. Intesi?»
«D'accordo» acconsentì la ragazza, abbozzando un timido sorriso.
«Promesso?» le chiese Cedric.
«Promesso

Hermione si svegliò di soprassalto, il volto bagnato, di sudore e lacrime mischiati, e il cuore che palpitava prepotentemente.

Quell'idiota di Draco Malfoy doveva proprio nominare Cedric Diggory? Stavano parlando di argomenti delicati e lui se n'era uscito menzionando il suo unico tallone d'Achille, l'unica cosa che poteva minare la solidità della sua Occlumanzia e della sua capacità di mantenere sotto controllo le proprie emozioni.

Lo sapeva che non era colpa sua, quella volta; non lo sapeva, nessuno lo sapeva.

Quella di Cedric non era stata l'unica promessa infanta quella notte.

Si rigirò l'anello disilluso tra le mani; aveva provato a restituirlo ad Amos Diggory quando lo aveva incontrato dopo la fine del quarto anno; Silente l'aveva accompagnata a visitare la tomba del ragazzo prima di ritornare a casa dei suoi genitori per le vacanze estive.

Fine Line | DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora