CAPITOLO 11

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Draco afferrò Pansy Parkinson per un braccio e se la trascinò dentro la Stanza delle Necessità.

La ragazza ridacchiò contro le sue labbra.

«Inspirare un po' di Amortentia ti ha mandato su di giri?» gli domandò divertita mentre sbottonava la sua camicia.

Il giovane ringhiò. «Sta' un po' zitta, Pansy.»

Se solo avesse avuto idea del fatto che non era stato il suo profumo quello che Draco aveva sentito nella pozione; era lì con lei solo per cacciare via dalla sua testa quella rivelazione scioccante e cercare di dimenticarsene completamente.

Gli era stato chiaro immediatamente a chi appartenesse quella fragranza; l'aveva annusata solo pochi giorni prima, quando i capelli della ragazza gli erano finiti dritti in faccia e il suo profumo gli aveva invaso le narici.

'No, no, no. Lei è solo una Sanguemarcio... solo una sudicia, piccola, Sanguemarcio.'

Aveva setacciato tutta la Sala Comune dei Serpeverde in cerca di qualche ragazza Purosangue che potesse avere lo stesso odore, nella vana e disperata speranza che non si trattasse veramente del profumo della Granger, che non l'avesse davvero sentita nell'Amortentia; non aveva avuto fortuna.

'No, no, no. Non può essere. Non posso aver sentito il profumo dei capelli della Granger nell'Amortentia. Non posso essere in nessun modo attratto dalla Sanguemarcio.'

Era passato a quelle Mezzosangue, ma era stato un altro buco nell'acqua. Si era ritrovato a pensare che gli sarebbe andato bene chiunque altro: una Tassorosso, una Corvonero... anche una Grifondoro, ma non lei; persino un'altra Sanguemarcio qualsiasi sarebbe stata preferibile alla Granger. Le implicazioni di quella faccenda erano troppo grandi perché Draco potesse accettarle.

'Comportati da Malfoy. Sei un Purosangue. Dimentica l'Amortentia, non pensare alla Sanguemarcio. Odia la Sanguemarcio, Draco. Comportati da Malfoy.'

‿︵‿︵‿︵

Aveva mandato via quasi bruscamente Pansy subito dopo aver finito, spiacevolmente colpito dall'insoddisfazione con cui l'atto lo aveva lasciato; aveva sentito spesso i suoi compagni parlare di 'chiodo scaccia chiodo', ma non sembrava funzionare su di lui. Non riusciva a pensare ad altro se non a quella stupida Grifondoro.

'Che accidenti mi sta succidendo?'

Draco chiuse gli occhi e fece appello alla sua capacità di compartimentalizzare le emozioni; chiuse il ricordo di quell'insulsa lezione nell'angolino più remoto della sua mente e cercò di respirare a fondo per calmarsi. Gli bastava dover fare i conti con la disillusione per lo stile di vita dei Mangiamorte e le recenti consapevolezze prese riguardo la sua famiglia e su quello che si aspettavano realmente da lui, con annesse le più recenti scoperte sul suo essere che gli avevano provocato più guai che altro; non aveva bisogno di mettere in discussione completamente anche l'ideologia che aveva sempre sostenuto, di riflettere ossessivamente anche su quello.

Chiese alla Stanza di mostrargli il luogo in cui tutto era nascosto e si diresse verso l'Armadio Svanitore; fece qualche tentativo con degli incantesimi che aveva studiato da alcuni libri reperiti nella Sezione Proibita, ma non funzionò nessuno di essi, neanche parzialmente.

Ringhiò di frustrazione e poi fu colto da un improvviso e acuto dolore al braccio.

'Non di nuovo.'

L'Oscuro Signore non riusciva a fare un passo senza dover radunare i suoi seguaci? Era la seconda volta quella settimana che li chiamava a raccolta e per Draco ciò significava solo sofferenza.

Fine Line | DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora