CAPITOLO 42

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Hermione odiava Draco Malfoy.

Era passato tanto tempo dall'ultima volta che aveva avuto quel pensiero, troppo distratta dal dolore che il ragazzo stava provando nell'ultimo periodo da arrivare quasi a dimenticare chi fosse; come, fosse.

Più di quanto odiasse Malfoy, però, detestava il fatto che le aveva fatto notare quella cosa. Lei non se n'era mai resa conto, che aveva quella tendenza, e non solo era terribilmente incavolata con sé stessa per quello, per aver fatto trapelare all'esterno quel senso di inquietudine circa il posto a cui appartenesse, quel senso di trovarsi bloccata in mezzo tra i due mondi senza mai riuscire ad aderire perfettamente a uno o all'altro, ma era anche estremamente arrabbiata perché a notarlo era stato proprio Draco Malfoy.

Aveva puntato a quello per anni, aveva cercato sempre di farla sentire come se non appartenesse veramente al mondo magico e, nonostante lei avesse sempre pensato di essere in grado di scrollarsi via di dosso le sue cattiverie senza dargli credito, quella domanda le aveva fatto prendere una orrenda consapevolezza: ci era, almeno in parte, riuscito.

Cosa voleva adesso? Un riconoscimento al merito?

Sbuffò, mentre si lasciava cadere pesantemente sul divano della Sala Comune dei Grifondoro; aveva anche lasciato il volume che stava consultando sul tavolo del Dormitorio Segreto; quindi, avrebbe dovuto ultimare il tema senza di esso.

«Che tu sia maledetto, furetto del cavolo» borbottò tra sé e sé.

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«Voglio parlare con la Granger» disse Draco, il tono di voce che non ammetteva alcun rifiuto.

Aveva provato a chiamarla più volte con il galeone incantato, ma la ragazza aveva l'aveva ignorato ogni singola volta, mandando invece il professor Piton da lui a portargli i suoi appunti.

"Non voglio vederti, idiota!"

Sentiva la sua voce irritata urlare quelle esatte parole nella sua mente ogni qualvolta i capelli unti del professore facevano capolino nel Dormitorio. Probabilmente pensava che se il motivo per cui stava facendo riscaldare il galeone fosse stato urgente, avrebbe comunque contattato il docente.

Piton alzò un sopracciglio e gli rivolse uno sguardo impassibile; ignorò la sua richiesta.

«Il compito di uccidere il Preside è stato affidato al Signor Nott» lo informò in tono neutro.

«Grazie al cazzo» rispose caustico Malfoy; come se non lo avesse saputo fin dall'inizio.

Non pensò di chiedere dell'Armadio Svanitore, aveva altre priorità in quel momento.

«Ho detto che devo parlare con la Granger» ripeté irritato. «Le dispiace mandare lei, domani?»

«La signorina Granger mi ha fatto sapere che è molto impegnata in questi giorni» replicò in tono untuoso Piton. «Credo stia aiutando il Signor McLaggen con l'Incanto Patronus.»

Draco fece una smorfia a quelle parole.

«Altra cosa di cui volevo parlarle» asserì gelido il Serpeverde. «Da quando si insegna quell'incantesimo a Hogwarts?»

Ci aveva provato, ma proprio non ci riusciva; qualche scintilla bianca di volta in volta, ma mai niente di concreto; neanche uno stupido Patronus incorporeo... e la Granger stava aiutando la Piovra.

'Avrebbe potuto essere qui e star aiutando te, se tu non fossi un tale imbecille', lo rimbeccò la vocina nella sua testa.

E poi, non aveva detto che tutti i Grifondoro sapevano già effettuare l'incantesimo?

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