CAPITOLO 33

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Draco l'aveva evitata dopo quella discussione sulla politica Purosanguista.

Davvero, Hermione non si capacitava di come potesse semplicemente accettarlo, rassegnarsi all'idea di un triste, freddo, matrimonio a contratto che gli avrebbe sottratto qualsiasi possibilità di amare ed essere amato.

Non riusciva ad immaginare minimamente un Draco Malfoy innamorato, dovette ammetterlo, ma lo aveva inquadrato immediatamente come qualcuno a cui l'amore era sempre mancato; ne aveva avuto prova ogni volta che il Marchio aveva preso a bruciargli e lui, dopo la prima volta in cui era stata lei a chiedergli di poterlo abbracciare, aveva preso l'abitudine di tendersi verso di lei e cercare conforto tra le sue braccia.

Il conforto era l'unica cosa che aveva da offrirgli per aiutarlo quando accadeva.

Magari Malfoy aveva pensato che gli avesse teso una mano perché le aveva fatto pena, ma la verità era che, nonostante si fosse dispiaciuta per il dolore che aveva e continuava a patire e per le brutte situazioni in cui il ragazzo si era trovato, Hermione non aveva mai provato pena per lui, se non quando le aveva raccontato l'iter della politica purosanguista.

«È tornata!» esclamò Ron all'improvviso, strappandola ai suoi pensieri.

«Chi?» domandò confusa Hermione.

«Katie Bell» specificò, indicando con gli occhi un punto al capo più interno del tavolo dei Grifondoro.

Harry si alzò immediatamente e, senza dire una parola e senza darle modo di farlo tornare a sedere, aveva puntato dritto verso la ragazza.

Hermione imprecò tra sé e restò ad osservarli parlottare finché il suo istinto non le suggerì di voltarsi; Draco era entrato in Sala Grande proprio in quel momento.

Lo vide bloccarsi a metà strada, proprio al centro della stanza, e immobilizzarsi alla vista della Bell che, di rimando, aveva incrociato lo sguardo con quello del Serpeverde ed era rimasto a fissarlo come imbambolata.

Il cucchiaino con cui Hermione stava mangiando il budino ricadde nel piatto, facendo schizzare il dolce in faccia a Ron, che le sedeva accanto e si era appena sporto verso il suo orecchio per sussurrarle qualcosa.

'Oh, no.'

La Grifondoro non carpì neanche mezza parola di quello che il rosso le disse; aveva lo sguardo puntato su Draco, che sembrava aveva il respiro pericolosamente accelerato.

Il biondo le lanciò uno sguardo impercettibile e poi corse via dalla Sala, mentre si slacciava la cravatta.

Hermione riconobbe immediatamente i segni; fece per alzarsi e seguirlo, ma fu tirata per un braccio da Cormac McLaggen.

«Hey, Granger!» la salutò con un sorriso malizioso.

«Non ora, Cormac!» trillò lei, cercando di liberarsi dalla presa del ragazzo.

Aveva appena visto Harry correre nella direzione in cui si era diretto Malfoy qualche istante prima.

'Oh, no. No. No. No. No!'

Doveva liberarsi in fretta di McLaggen e raggiungere i due prima che scoppiasse il finimondo.

«Hey, dove vai così di fretta? Volevo solo chiederti se ti andasse di venire con me a Hogsmeade questa domenica...»

Hermione gli fece un gesto confuso con la mano mentre letteralmente scappava via, ripercorrendo i passi di Harry e Draco.

Si mise a correre più veloce che poté, dritta verso il bagno di Mirtilla Malcontenta, sperando che fossero lì.

Fine Line | DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora