Era nervoso. Non si spiegava come mai ogni volta che si decideva a fare un passo avanti con la Granger, lei glielo impediva; e quando non era lei a farlo, qualcun altro ci metteva lo zampino. Sembrava una maledizione e lui non aveva idea di come spezzarla.
Anche in quel momento, mentre gli era stesa accanto a fissare il soffitto, era tentato di sporgersi verso di lei e baciarla, ma sapeva che sarebbe successo qualcosa che li avrebbe interrotti o che azzardando quella mossa l'avrebbe fatta andare via.
Non voleva che andasse via.
'Forse dovresti solo accettare l'idea che potrebbe non volerti', gli sussurrò la scomoda vocina nella sua testa. 'Sì, ma continua a tornare nel mio letto; non va da Weasley o Potter. Forse non è ancora riuscita ad accettare l'idea che tra noi due possa esserci qualcosa.'
'Forse non vuole accettarlo', si rispose da solo.
Sbuffò, si sentiva sul punto di impazzire quando conversava con sé stesso in quel modo; però, al contempo, aveva sempre funzionato quando aveva avuto bisogno di schiarirsi le idee su qualcosa.
Non era più lo stesso, da quando non erano soli.
Il tempo che trascorrevano assieme si era notevolmente dimezzato; lei andava a stanarlo dalla sua camera per i pasti, - lui usciva volentieri e di sua spontanea volontà solo quando fiutava il sentore di uno scherzo dei gemelli ai danni di Ron, non si sarebbe perso le sue reazioni per nulla al mondo -; a volte, invece, cercava di convincerlo a restare con loro nei momenti di... convivialità, come li aveva chiamati lei.
I gemelli erano pazzi e Blaise gli dava manforte; si inventavano i giochi più strani, tipo quello con il Veritaserum che avevano fatto qualche giorno prima. Ronald finiva sempre per fare la figura dello scemo in qualche modo, e Draco partecipava principalmente per assistere a ciò e sfotterlo; e per vedere lei, ovviamente.
Nel suo ambiente la Granger era diversa; sembrava più sciolta, più rilassata, ma al contempo più chiusa rispetto a quando era da sola con lui.
Non aveva con gli altri il tipo di conversazioni che condivideva con lui; le loro erano profonde, serie spesso, oppure intellettuali. Con gli altri parlava semplicemente del più e del meno; al contempo, però, aveva notato che era piuttosto evidente che con lui studiasse più attentamente le parole da usare, che fosse più tesa, in sua presenza.
Un po' gli dava ai nervi, quella cosa; voleva che si sentisse libera di esprimersi come preferiva, voleva che fosse a suo agio quando erano insieme; temeva ancora che la allontanasse? O che la potesse insultare in qualche modo? Non lo avrebbe mai fatto.
'Ma lei non lo sa, non riesci ancora a esprimere ciò che provi. E forse è per questo che rifiuta l'idea di voi due così fermamente.'
«Cosa succede, Draco?», gli domandò Hermione, voltandosi su un fianco per guardarlo; era andata da lui per controllarlo, aveva la febbre dalla notte prima, quando il Marchio non aveva fatto altro che bruciargli fino all'alba; era rimasta al suo fianco per tutto il tempo.
«Mmh?»
«Hai sbuffato», precisò la ragazza, abbozzando un timido sorriso. «Cosa ti infastidisce?»
Quindi, non era l'unico arrivato al punto di conoscere il linguaggio del corpo dell'altro, di saper distinguere le reazioni, di capire cosa fosse indice di cosa.
'Perché cavolo non si accorge che la voglio, allora? Lo sa e non ricambia, o non vuole riconoscerlo perché, per qualche motivo, ha paura di farlo?'
Gli tornò in mente l'anello di Diggory, il tono spezzato con cui gli aveva raccontato di aver avuto una relazione con il ragazzo.
'Sta facendo paragoni tra noi due? Si sta rendendo conto che non sono giusto, per lei? O è ancora innamorata di lui e mi respinge per questo? O forse, ancora peggio, non è veramente riuscita a superare i nostri trascorsi come sostiene, invece, di aver fatto?'
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Fine Line | Dramione
FanfictionDraco Malfoy non aveva mai avuto una scelta, finché Hermione Granger non gliene aveva data una. Finché Hermione Granger non era divenuta la scelta stessa. (Dalla storia) - What if dal sesto anno - Dramione (slow burn) - Past Cedric/Hermione (menti...