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Mi sveglio con un dolore al collo, oltre che alla schiena. Ho dormito tutta la notte nella vasca ed ora sono tutta indolenzita. Scavalco il bordo con fatica per poi avvicinarmi allo specchio. Guardo il mio riflesso e subito mi salta all'occhio il mio collo. Sulla pelle abbronzata ci sono le impronte delle dita di Lloyd. Lividi viola che mi fanno salire la nausea. Non so nemmeno come definirlo, mi ha picchiata? Mi ha messo le mani addosso, non so come definirlo. Mi ha tirato una sberla e mi ha stretto la mano al collo. Decido di farmi una doccia fredda, per connettere e capire che cosa fare. Lloyd non ha mai fatto nulla di simile, era furioso con me ed ha perso il controllo. Forse in parte è colpa mia, se non vessi risposto al cellulare e se non avessi detto quelle cose, ora non saremmo qui a litigare ed a metterci le mani addosso. Abbiamo sbagliato entrambi. Mi avvolgo in un asciugamano, dopodiché apro la porta. Lloyd è seduto davanti ad essa, con la schiena contro il muro. Spalanca gli occhi non appena faccio un passo indietro, si alza velocemente e punta lo sguardo su di me.

"Blake.. ti prego parliamo"

Mette un piede davanti alla porta, così che io non possa chiuderla. Ha gli occhi rossi e le nocche delle mani distrutte.

"Devo vestirmi prima"

Lloyd abbassa lo sguardo al mio collo, rimane a fissare i segni per qualche istante, dopodiché annuisce e si allontana. Si siede sul letto con quello sguardo abbattuto, triste. È dispiaciuto, questo è poco ma sicuro. È cresciuto in un ambiente tossico, i suoi genitori lo picchiavano, lo torturavano psicologicamente, ed ha imparato la violenza. Forse è questo che lo ha spinto ad uccidere per lavoro.

"Mi dispiace, ho perso il controllo e sono stato impulsivo. Lo sai che non devi rispondere al mio telefono"

Prendo un costume pulito dal cassetto dell'intimo, insieme a degli short. Ormai non indosso altro. Mi libero dell'asciugamano umido ed indosso ciò che ho preparato, Lloyd sta in silenzio, aspetta che io dica qualcosa ma non ho nulla da dire.

"Blake ti prego dimmi qualcosa. Mi sento uno schifo per averti picchiata. Ti ho giurato che non sarei mai stato come mio padre, ed invece sono proprio come lui, cazzo"

Cammina per la stanza per venire accanto a me, ed io istintivamente faccio un passo indietro. Lui si blocca sul posto, serra la mascella per poi fare un passo indietro.

"Non volevo farti del male"

"Ma l'hai fatto, Lloyd, e per cosa? Per mantenere le tue sporche bugie, pensi che non dirò nulla alla polizia se ho paura di te?"

Lloyd si sposta verso il suo comodino, afferra il cellulare sopra di esso e me lo porge con gli occhi pieni di tristezza.

"Avanti allora, denunciami alla polizia, chiama i federali, o l'FBI non me ne frega un cazzo. Senza di te io non sono niente. Se perdo te perdo tutto quello che ho"

Spingo la sua mano lontana da me, non ho intenzione di denunciarlo, ma ho intenzione di fargli delle domande.

"Voglio sapere tutta la verità, e se mi menti io me ne vado. Scappo dove tu non puoi trovarmi, e mi vedrai solo per firmare le carte del divorzio"

Lui si limita ad annuire, mi fa passare per prima per uscire dalla camera. Ci sediamo a tavola, con la colazione già pronta, portata da Mateo. L'uomo mi fissa il collo per un istante, lascia il giornale sul tavolo e saluta mio marito per poi andarsene. È chiaro che Lloyd lo paga per stare zitto.

"Avanti, chiedimi quello che vuoi sapere"

Prende le uova da un piatto, insieme a delle salsicce ed una tazza di caffè. Io ho lo stomaco chiuso. Mi ritorna in mente il film che stava guardando ieri mattina. L'uomo che veniva torturato non era finto, era tutto vero.

"Da quanto tempo uccidi le persone?"

Scuote la testa prontamente, mentre mastica un pezzo di salsiccia come se stessimo parlando di un argomento normale.

"Quelle persone, come le chiami tu, sono stupratori, spacciatori, assassini spietati. È gente cattiva, Blake. Li chiudono in cella per qualche anno e quando escono fanno tutto da capo"

Mi si gela il sangue, ed un brivido mi corre lungo la schiena. Non so se crede alle sue parole, se accettare quello che fa. Dovrei accettare la cosa? Stiamo parlando di vite che prende come se fosse Dio. Non ha importanza se sono brave o cattive persone, non ha nessun diritto di togliere la vita.

"Questo non ti giustifica, Lloyd. Non sta a te decidere"

"No infatti, sta a Danny. Io faccio quello che la compagnia non può fare, faccio quello che Danny non può fare. Mi paga bene, mi permette di portarti sulla nostra isola!"

Si alza in piedi e indica il posto attorno a noi. Mi viene da vomitare nel pensare che tutto ciò che io e Lloyd possediamo proviene dalla morte.

"Io non la voglio un isola, non mi interessa avere un castello se l'hai comprato con del denaro sporco!"

Esclamo alzandomi in piedi. Lloyd fa lo stesso, faccio qualche passo per la stanza mentre lui rimane immobile a guardarmi.

"Che cosa dovrei fare adesso? Fingere che non sia successo nulla, fingere che tutto questo sia normale?"

Mi giro a guardarlo, per un attimo spero che mi dica che mollerà tutto, che non farà mai più del male a nessuno, buono o cattivo che sia. Ma Lloyd non dice nulla, scrolla le spalle e torna seduto.

"No. Ma potresti ignorare la cosa, lasciarmi fare il mio lavoro. Non voglio perderti, non posso perderti perché altrimenti non mi resta niente. Sono completamente solo al mondo, lo sai"

Si avvicina a me lentamente, vuole capire se mi farò toccare o se scapperò via come ho fatto prima. In questo momento però ho bisogno di mio marito, al di là del sicario e di tutta questa storia. Mi lascio stringere tra le sue braccia, e tutta la tensione si scioglie piano piano.

"Ti giuro che non ne saprai mai nulla, come ho fatto finora. Non ti alzerò mai più le mani, non mi vedrai mai come il fottuto assassino. Ti prego non mi lasciare"

Si che è sincero, e voglio provare a salvare il mio matrimonio. Probabilmente sono una stupida, o solo innamorata. Sta di fatto che non posso vivere senza Lloyd, come lui non può vivere senza di me.

Spazio Autrice

Ho aggiornato così presto perché stasera esco, dopo tre settimane di convalescenza. Prima o poi vi parlerò del mio intervento. Comunque spero che questo capitolo vi sia piaciuto. xx Eni.

UnknownDove le storie prendono vita. Scoprilo ora