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Lloyd entra in camera teso ed arrabbiato, ma anche dispiaciuto. Gira per la stanza con le mani in tasca e lo sguardo basso. Si sente in colpa per avermi trattata male? Lo spero tanto.

"Non puoi fare così... non puoi fare storie davanti al mio capo"

"No certo Lloyd, non devo fare storie perché è il tuo cazzo di lavoro. Io passo la metà della settimana senza nessuno, mi sento così sola in questa casa troppo grande per noi due, vorrei dei bambini con te, o un cane. Ma tu non ci sei mai, non posso mettermi incinta da sola"

Urlo senza poterne fare a meno. Ho bisogno proprio di calmarmi, non risolverò nulla urlandogli in faccia. Cammino verso il bagno, con Lloyd che mi segue. Apro il rubinetto, regolo l'acqua e chiudo il tappo. Lloyd se ne sta contro il mobile dei lavandini senza dire una parola, mi osserva e basta.

"Vorrei che tu avessi voglia di stare con me, come io ne ho di stare con te"

"Io voglio stare con te, Blake. Di che cazzo stai parlando?"

"Non sembra!"

Lloyd mi guarda dritta negli occhi, mi afferra per un polso ma io lo spingo via. Continua a provarci finché non perdere la pazienza.

"Smettila Blake, smettila!"

Urla con tutto il fiato che ha nel corpo. Mi paralizzo, stringe i miei polsi così forte da farmi male, è annebbiato dalla rabbia come poco fa nel suo ufficio. È la seconda volta in poche ore che mi spaventa così. Il suo viso è rosso, in mezzo alla fronte ha una vena che si gonfia sempre di più, e le labbra sono serrate in una linea sottile. Mi stringe i polsi così forte che le sue mani tremano.

"Mi stai facendo male... Lloyd"

Si ritrae come se gli avessi dato la scossa. Si allontana verso l'enorme finestra che da sul giardino, appoggia una mano al vetro, ed una su un fianco ed inspira rumorosamente dal naso. Vorrei parlargli di tutto quello che è successo, di cos'è cambiato in due settimane della sua assenza. Ma sento che è inutile, così chiudo il rubinetto e mi immergo nell'acqua tiepida. Riempio le mani di acqua e le porto conto il viso. Andrà tutto bene, continuerò la mia vacanza in solitudine ed aspetterò sue notizie, come se lui fosse in guerra.

"Mi sento così sola. Non ho nessuno con cui parlare dei miei progetti, e dei clienti nuovi che chiedono di me. Mi hanno cercata per un enorme progetto"

"Io sono qui per te. Ci sarò sempre anche se sono a chilometri di distanza da te!"

La rabbia torna come un fuoco che divampa velocemente. Il fumo nero mi riempie la testa, ed il sangue mi va al cervello.

"Quando ti chiamo mi dici che stai lavorando e mi metti giù. Il tuo stupido lavoro è più importante di me. Non ti stupire se un giorno tornerai a casa, ed invece di me nuda sul letto, troverai le carte per il divorzio!"

Lloyd sospira ed abbassa lo sguardo, posso vedere lo sconforto nel suo sguardo. Serra la mascella, si lecca le labbra e so che lo sta facendo per mantenere la calma, se ne va sbattendo la porta del bagno e della camera da letto, mi pento per un attimo di avergli detto quelle cose, ma poi ricordo che anche questa sera mangerò da sola in una casa vuota.

UnknownDove le storie prendono vita. Scoprilo ora