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BLAKE

Tornare al lavoro è traumatico, molto peggio di quanto pensassi. Mi ero abituata così tanto alle giornate con Lloyd, che quasi mi manca non averlo in torno. Dopo la cazzata che ho fatto ieri, Lloyd è stato silenzioso e distaccato. Sto cercando un modo per farmi perdonare, ma non lo trovo. Il sesso è scontato, forse dovrei portarlo fuori a cena e baciarlo all'infinito finché non dimenticherà perché è arrabbiato. Premo il tasto del microfono nel interfono e chiamo la mia assistente, Ada.

"Mi hai chiamata, Blake?"

"Prenota un tavolo per due nel miglior ristorante di Boston, alle otto. Ed assicurati che ci sia la bistecca sul menu, mio marito ama la bistecca"

"Sì signora, altro?"

Scuoto la testa e liquido Ada con un grazie appena accennato. Dopodiché afferro il cellulare e chiamo Lloyd. La prima cosa che sento è la televisione, ad un livello davvero esagerato.

"Si?"

"Hey Amore, potresti venire al mio studio alle sette e mezza? E portami uno dei vestiti rossi che ho nell'armadio, il più elegante che trovi"

"Perché? Rayan ti offre qualche altra caramella?"

Le sue parole sono come una pallonata sul naso, una di quelle che ti lascia il segno rosso per svariati minuti. Me le merito, ma allo stesso tempo mi fanno pentire di aver pensato ad una cena romantica.

"No.. voglio portarti a cena fuori"

"Non ho fame"

"Lloyd" 

Mi attacca il telefono in faccia, che in confronto ciò che ha detto pochi istanti fa è solletico. Rimango per qualche istante a fissare la scrivania ed a sentire quel maledetto suono della linea vuota. Richiamo Ada e le faccio annullare la prenotazione, probabilmente nemmeno tornerò a casa per cena, non ne vale la pena. È così arrabbiato con me che non vuole nemmeno mangiare seduto ad un tavolo, a conversare come due sposi. Il pomeriggio passa così in fretta che nemmeno me ne accorgo, sono le nove ed io non ho nemmeno cenato. Ada entra nel mio ufficio con uno sguardo scocciato.

"Scusa se te lo dico Blake, ma sono stanca ed ho fame. Vorrei andarmene a casa, dalla mia famiglia"

Mi sento in colpa, oltre che ferite mio marito, sto sfruttando Ada. È una donna di trent'anni, con due figlie ed un marito, non so molto di lei, ma in cinque anni di lavoro non si è mai lamentata per gli straordinari, ne per gli orari strani, o per la montagna di lavoro a cui la sottopongo ogni giorno.

"Scusa Ada, puoi andare. Ti pagherò queste due ore di straordinari"

Prometto alla donna, che annuisce e mi saluta con un sorriso. Decido di andare a mangiare una pizza e poi tornare a casa. Entro nel vialetto alle dieci in punto, Lloyd è seduto sotto il portico con una sigaretta in mano. Scommetto che adesso mi farà la ramanzina, sempre se gli importa qualcosa di me. Mi libero dei tacchi e cammino fino al portico in silenzio. Lloyd mi segue dentro senza dire o fare niente.

"Ero in ufficio, se ti interessa. C'era molto lavoro da fare"

Salgo le scale diretta verso la camera da letto, rimetto le scarpe nella cabina armadio, poi mi spoglio per fare una doccia ed in tutto questo Lloyd mi segue in silenzio come un Pincher con l'ansia da separazione.

"Mi dispiace per aver rifiutato la cena, e per averti attaccato in faccia. Sono arrabbiato perché hai infranto il tuo patto di purezza e ti sei fatta una canna.. ti perdono Lloyd, ora perché non vieni a fare una doccia con me?"

Spero di trovare un sorriso sul volto di Lloyd, ma invece lo trovo serio a fissare il pavimento, seduto sul bordo della vasca e con i gomiti sulle ginocchia.

"Cristo santo dimmi qualcosa!"

Sbotto stanca di questo silenzio soffocante. Perché non mi urla in faccia? O non tira i pugni al muro? Perché non reagisce. Mi ha trovata mezza nuda con un altro uomo, e l'unica cosa che ha fatto è stata fare battutine, ed intimare Rayan di andarsene.

"Lloyd.."

"Sai cos'è la cosa che mi fa incazzare? Grace"

Finalmente alza lo sguardo su di me, ma non mi piace affatto. Anzi, mi sento la gola secca e lo stomaco bruciare.

"Che hai chiesto a quel ragazzino di aiutarti a staccare la mente, ma non a me che sono tuo marito. Avrei preferito beccarti con il suo cazzo in bocca, te lo giuro"

Rimane a guardarmi per un istante. Mi fa sentire ancora più di merda quando torna a fissare il pavimento senza dire una parola.

"C'era lui li in quel momento"

"Ed io c'ero ad ogni tuo fottuto incubo, e c'ero quando tu non ti sei alzata dal letto per giorni senza nemmeno mangiare. Io sono tuo marito!"

Chiarisce urlando. La sua voce rimbalza su tutte le pareti e mi buca le orecchie. Non aggiunge altro, esce dalla stanza sbattendo la porta. Non so che cosa succederà adesso, ma farò di tutto per ottenere di nuovo la sua fiducia.

UnknownDove le storie prendono vita. Scoprilo ora