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Più avanziamo verso la lavanderia e più ho un brutto presentimento. Sarà l'idea di rivedere mio padre che mi angoscia, o il pensiero che potrei morire. Non so, sta di fatto che non mi piace questa sensazione che mi attanaglia il petto. Lloyd mi prende per mano, la stringe nella sua grande e calda e mi infonde un po' di sicurezza. Andrà tutto bene, io e Lloyd torneremo a casa insieme e rinizieremo a vivere una nuova vita, l'ennesima in pochi mesi.

"Capo siamo arrivati"

Ci comunica Cedrick. Si ferma sulla via principale, con la lavanderia alla nostra sinistra. Io e Lloyd ci guardiamo per qualche istante, mi sposta un ciuffo di capelli dal viso e mi sorride. Aspetta che io dia il via libera. Annuisco solo dopo qualche minuto, non sono pronta, ma voglio togliermi questo sassolino dalla scarpa. Scendo dalla macchina con mio marito, che mi tiene per mano. Non ho indossato il vestito che mi ha regalato Oscar, l'ho bruciato. Invece indosso un paio di jeans,  una maglietta di Lloyd, dei Led Zeppelin, ed un paio di stivali che mi arrivano sopra il ginocchio. Non voglio dargli alcuna soddisfazione. Lloyd invece indossa un paio di jeans ed una polo nera, ma lui risulterebbe bellissimo ed elegante anche con un solo calzino a coprirgli le parti intime. Camminiamo lentamente verso il capannone. Infondo alla via c'è un Suv blindato, abbaglia un paio di volte verso di noi, per farci capire che è tutto pronto. Il posto è circondato da alleati e questo mi aiuta molto a pensare positivo. Non appena ci avviciniamo alla recinzione, due uomini ci fermano. Sono armati dalla testa ai piedi, ci mostrano due fucili d'assalto e ci fanno cenno di aspettare.

"Signore.. sono arrivati"

Uno dei due parla tramite radio, e solo dopo aver ottenuto il consenso ci fa passare. Prima di entrare nel edificio vero e proprio, però, ci perquisiscono. Lloyd tiene gli occhi fissi su di me per tutto il tempo, anche quando l'uomo mi tocca tra le gambe e i seni. Il suo sguardo è così nero da farmi paura, ma per fortuna non sono io la causa. Nessuno mi controlla dentro gli stivali, Lloyd aveva ragione. Ha nascosto una Glock ed un pugnale, all'inizio ero contraria, ma ora non lo sono più.

"Possiamo andare? Oppure vuoi toccare mia moglie ancora un po'?"

Ringhia Lloyd per poi afferrarmi per un polso, mi trascina accanto a se con prepotenza per appoggiare un braccio sulle mie spalle, e marchiare il territorio. I due uomini annuiscono, aprono la serranda automatica e ci fanno passare.

"No tu no, devi aspettare qui"

Cedrick viene riportato fuori, io e Lloyd ci scambiano uno sguardo, ma lui sembra tranquillo. Infondo l'intero capannone è circondato.

Non c'è nulla della Lavanderia che c'era una volta. I macchinari sono ancora tutti lì, ma il capannone cade a pezzi. Camminiamo lungo la struttura fino al retro, una porta rossa ci porta su una rampa di scale, ed alla fine di essa ci sono altri due uomini che ci lasciano passare. Ricordo bene cosa c'è dietro alla porta blindata che superiamo. La mia camera era uno sgabuzzino delle scope, avevo spazio giusto per stare in piedi.

"Oh era ora!"

Sussulto quando sento quella voce tanto familiare. Mi fermo in mezzo al corridoio quando vedo mio padre. È su una sedia a rotelle, non ha la gamba sinistra. È così magro che sembra uno scheletro, si possono intravedere le ossa del viso e delle scapole. Ha perso tutti i capelli e i denti, e forse è davvero malato di cancro, ma per la droga. Ha consumato cocaina, anfetamina ed una marea di altre cose, per tutta la sua vita. È un morto che cammina, e se l'è causato da solo.

"Il grande e sanguinario Oscar Patel"

Esclama Lloyd con un sorriso divertito. Mio padre lo squadra da capo a piedi confuso.

"Chi dovresti essere tu? Il suo bodyguard?"

"Suo marito. In realtà. Sono qui per assicurarmi che mia moglie non venga uccisa" 

"Che premura"

Borbotta ironicamente. Ci indica una stanza al suo fianco, con la poca forza che ha, e senza aspettarci si infila dentro.

"Vedo che Grace non è cambiata affatto. Silenziosa, impaurita... è sempre stata una stramba"

La stanza è una sala da pranzo. Al suo interno ci sono un paio di uomini e una tavola apparecchiata per due. Me e lui. Peccato che gli è andata male. Ci invita a sedere, ed afferra un altro coperto per se stesso.

"Non mangiare nulla"

Sussurra Lloyd ad un mio orecchio. Io annuisco, avevo già preventivato questa cosa. Oscar è un manipolatore eccellente, è capace di sembrare un malato terminale, ed avere la forza di un ventenne.

"Marito... certo, hai sposato un uomo per proteggerti da me. Che cos'è un poliziotto? Un pugile?"

"Un sicario. Ero nella CIA, ma i miei metodi  non erano... apprezzati, dall'agenzia. Mi hanno cacciato dopo quattro mesi e qualcosa, e mi sono messo in proprio"

Lloyd sorride come se fosse a suo agio, mentre mio padre gli passa un bicchiere di scotch, e a me nulla.

"Un agente della CIA. Certo. Mi volevi fregare, beh è chiaro. Io avrei fatto lo stesso"

Mi guarda dritta negli occhi, con il solito odio con cui mi ha sempre guardata. Afferra un pezzo di carta da una cartellina blu, ed una penna.

"Ti ho detto che volevo cederti l'impero, e così farò. Sono un uomo di parola. Ma voglio sentire quello che hai da dire tu, non il tuo fottuto marito del cazzo" 

Ingoio un po' di saliva accumulata in bocca, mi muovo a disagio sulla sedia e cerco di mantenere la calma, di sembrare distaccata.

"Che cosa ti aspetti da me?"

"Niente. Non mi sono mai aspettato nulla da te, ho riprovato negli anni a fare dei figli maschi, ma sono nati tutti morti. Sei l'unico erede che ho. Voglio per lo meno provare un minimo di orgoglio. Voglio essere sicuro che tutto il mio sacrificio non vada a qualche fottuto coglione"

"Andrà nelle mani della CIA, e del FBI. Insieme al tuo corpo"

Sussurro al limite del pianto. Lui schiaccia la lingua nella guancia, mentre Lloyd si schiarisce la voce.

"Non succederà questo. Vecchio. Io e Blake renderemo New York un posto migliore"

"Grace. Si chiama Grace"

Lo corregge Oscar confuso, Lloyd annuisce, dopodiché manda giù lo scotch nel bicchiere. Mio padre ghigna, si sfrega le mani e mi guarda negli occhi.

"Tuo marito è un coglione, sai? Ti ha detto di non mangiare nulla, ma lui non ha seguito il suo stesso consiglio"

Pochi istanti dopo la testa di Lloyd si scontra con il tavolo ed io sono sola con il nostro. Mi alzo in piedi, facendo strisciare la sedia all'indietro, i due uomini nella stanza mi puntano le pistole contro, e mio padre sorride.

"Questo mi da il tempo di ucciderti, e di sbarazzarmi di questo idiota"

Mi sale il panico e faccio la prima cosa che mi sembra utile. Afferro la pistola nascosta nello stivale e sparo ai due uomini, dopodiché la punto su mio padre. Non so che cosa mi prende, ma vedere Lloyd inerme mi accende un fuoco dentro. L'uomo davanti a me sorride e sospira.

"Hai tirato fuori le palle. Ora siediti e parliamo del tuo futuro"

Rimango in piedi con la pistola puntata su di lui, nonostante il suo invito a sedermi. Lui annuisce, ed inizia a dire cazzate su cazzate.

Spazio Autrice
Ditemi che avete visto She Hulk. Possiamo parlare della Post credit? Vi è piaciuto il primo episodio? Ho così tante domande che mi esplode la testa. Comunque spero vi sia piaciuto questo capitolo e ci sentiamo domani. xx Eni.

UnknownDove le storie prendono vita. Scoprilo ora