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Guardo la strada sotto di me, New York che non smette mai di lasciarmi meravigliata, e di muoversi. Questo appartamento è il più bello che ho visto finora. Mi chiedo quanti immobili possieda mio marito. Lloyd mi raggiunge davanti alle grandi vetrate con un bicchiere d'acqua.

"Grazie"

"Mi devi dire qualcosa?"

Mi ricorda all'istante. Si prende cura di me anche se è incazzato nero, questo è Lloyd. Si siede sul divano, ed io faccio lo stesso, ma ad una distanza di sicurezza.

"Quello che ti ho detto sulla mia infanzia è vero. I miei genitori sono delle persone orribili. Mia madre è sempre stata una tossica di primo livello, si faceva di cocaina anche mentre era incinta di me. Mentre mio padre lo conosci già"

Lloyd gioca con una pallina anti stress mentre mastica una gomma. È arrabbiato, lo si capisce da come strizza la pallina e da come respira. D'improvviso si alza e mi viene vicino, si abbassa alla mia altezza e mi guarda dritta negli occhi.

"Non c'è altro?"

"Che cosa dovrei dirti, Lloyd? Ho cambiato nome e documenti, ma sono quella che hai sposato. Io ti ho raccontato la verità, ho solo omesso quello che mi faceva mio padre e chi era"

Lloyd annuisce, dopodiché mi lascia un bacio sulla fronte e si alza. Apre la porta d'ingresso, dalla quale entrano gli stessi uomini che volevano scoparmi davanti a lui.

LLOYD

Blake spalanca gli occhi quando vede i due stronzi che fino a qualche giorno fa ci davano la caccia. Si siedono a distanza da Blake, come gli avevo espressamente ordinato. Evidentemente il loro odio verso Oscar Patel è più forte dell'odio che hanno per me. Mi inginocchio davanti a Blake, sperando che decida di darci ogni particolare che ricorda di suo padre.

"Ho bisogno che tu mi dica tutto quello che può essere utile per trovarlo. Patel è un fottuto scarafaggio, lo cerchiamo da molto tempo, ma nessuno sa dove cazzo è"

"E come posso saperlo io? Sono scappata dieci anni fa, non.."

Sembra avere un ricordo, qualcosa di importante. Mi lancia un occhiata e sospira.

"Mio padre possiede diversi capannoni nel Bronx, ma c'è ne uno che ha una specie di bunker sotto, ci mandava tutti lì quando c'era una guerra. Mi offriva come rametto di ulivo, ma nessuno mi voleva"

Ammette con imbarazzo. C'è una cosa certa in tutta questa storia, lo venderò come lui ha cercato di fare con mia moglie.

"Ok e ti ricordi dove si trova?"

"No, sono passati tanti anni..."

"Pensaci di più"

Ordina Roscini. Potrei sparargli in bocca solo per averle rivolto la parola, ma mi concentro su Blake.

"Era una lavanderia industriale, c'erano altri capannoni vicini, e c'era sempre un odore orribile, come di sostanze fuse"

"Sai quante cazzo di lavanderie industriali ci sono a New York?!"

"Ha detto che non lo sa cazzo, ti devi far bastare questo!"

Scatto verso Roscini, quando alza la voce contro di lei. L'uomo mi guarda attentamente, dopodiché sorride.

"Devi ringraziare Dio che Patel se ne sbatte di sua figlia, altrimenti l'avrei fatta fuori con le mie mani"

"Oh davvero? Allora perché non ci provi"

Mi alzo infuriato, lo stesso fa Cedrick all'ingresso. Roscini afferra la pistola dalla sua fondina, e per un attimo penso che finirà male, però Blake si mette tra di noi.

"Lloyd calmati. Gli diamo mio padre e poi ce ne andiamo da qui"

Si alza sulle punte, mi posa una mano contro la nuca e mi costringe a guardarla negli occhi.

"Ti prego non dargli un motivo per ucciderci, troviamo mio padre, lo facciamo uccidere e poi c'è ne torniamo a Boston"

Annuisco, nonostante la voglia di farlo a fette. Prendo Blake per mano e mi allontano verso le scale le portano sul soppalco.

"Cedrick mandali via. Io e Blake lavoriamo su quella cazzo di lavanderia industriale"

"Sì Signore"

Non aspetto un secondo di più. Ho bisogno di distrarmi e distrarre Blake. Il soppalco è abbastanza grande da ospitare un bagno, ed una specie di camera da letto senza pareti. Al centro del soppalco c'è un letto matrimoniale, con due comodini ed una panca ai piedi. In bagno invece c'è una cabina armadio, piena dei nostri vestiti. Mi sdraio al centro del materasso, e porto Blake sopra di me. Lei si gode il battito del mio cuore nel suo orecchio, ed io mi godo il suono del suo respiro. Ho proprio bisogno di lei, senza far sesso, solo lei su di me, con le sue mani addosso ed il suo profumo che mi impregna i vestiti.

UnknownDove le storie prendono vita. Scoprilo ora