LLOYDCorro sul tapis roulant anche se le gambe mi fanno male. Mi merito questo dolore, la mia coscienza non mi da tregua. Ho avuto l'incubo peggiore della mia vita, Blake mi lasciava. Ma non era solo questo, lei era felice di divorziare, aspettava solo la mia firma su quel pezzo di carta. Mi guardava con divertimento, anche se piangevo inginocchiato davanti a lei, anche se la imploravo di restare con me. Il mio subconscio mi ha voluto dare un assaggio di quello che mi aspetta se non cambio. Lei se ne andrà con il cuore spezzato, e mi lascerà solo con i miei pensieri, con i miei traumi e la mia furia, nera come la pece. Mi fermo quando non Ho più fiato, scendo dall'attrezzo e tolgo gli auricolari. Esco dalla palestra dell'hotel, un po' troppo affollata per i miei gusti, e torno in camera da Blake. Il letto è vuoto, per un attimo mi prende il panico, ma poi la sento cantare nella doccia. Sorrido addolcito da quella melodia, mi tolgo la tuta e le scarpe, e la raggiungo sotto la doccia. Lei sussulta non appena apro la porta, ma poi si rilassa quando mi vede.
"Buongiorno"
Le poso un bacio sulla fronte mentre lei mi guarda con uno sguardo strano.
"Dove sei stato?"
"A correre nella palestra al piano superiore. C'era troppa gente, pensavo che allenarsi alle cinque del mattino fosse abbastanza per non incontrare nessuno, ma evidentemente c'è chi inizia prima"
Sbuffo ricordando lo strano ragazzino pelle ed ossa che cercava di tirare su cinquanta chili per braccio.
"Hai avuto un incubo?"
Il suo sguardo si addolcisce, mi accarezza il viso con una mano calda, prima di attirarmi verso le sue labbra. Devo ancora abituarmi a questa cosa, ho iniziato a parlarle degli incubi solo quando siamo andati a vivere insieme, dopo il matrimonio. Era inevitabile, arrivavo anche a piangere nel sonno, o svegliarmi urlando e inventare scuse era impossibile. Così le ho parlato di mio padre, delle cinghiate sulla schiena, dei soprusi, e le punizioni corporali che avvenivano ogni volta che prendevo un brutto voto a scuola, o se venivo ripreso dall'insegnante, se mi sporcavo i pantaloni. Blake mi consolava ogni notte, dopo ogni incubo. Poi ho iniziato a correre e lei mi consola ogni volta.
"Ti va di parlarne?"
Il cervello mi suggerisce di mentirle, ma le bugie hanno portato il mio matrimonio a questo punto, perciò le dico la verità.
"Nell'incubo tu te ne andavi, Blake. Mi lasciavi ed eri molto felice di farlo"
Blake si alza sulle punte ed unisce la sua fronte alla mia. Chiude gli occhi, il suo respiro caldo mi solletica la pelle e mi fa venir voglia di fare l'amore con mia moglie.
"Va tutto bene, sono ancora qui. Hai tempo per rimediare agli sbagli, smettila di mentirmi, di scommettermi e di farmi stare male, e le cose torneranno com'erano una volta"
Sorride in quel modo, che mi fa impazzire, che mi toglie il fiato. La prendo in braccio, facendo aderire il suo bacino contro il mio. Le nostre intimità di sfiorano e questo basta per farla gemere.
"Come faccio a vivere senza di te?"
Domando a me stesso. Non Sono solo parole, io non potrei essere felice senza di lei, mi butterei sull'alcol o sulla droga. Con tutti i ricordi, tutti i pensieri negativi. In sua presenza ogni pensiero è vapore, e svanisce lentamente.
"Non lo so, e non voglio saperlo. Ho deciso che tutto ciò che riguarda il tuo lavoro deve rimanere fuori dal nostro matrimonio. Non voglio sapere con chi tratti e quello che fai quando lavori. Fingerò che tutta questa parte della tua vita sia stato solo un incubo, ma tu devi smetterla di trattarmi di merda, perché io sono tua moglie, merito rispetto"
Appoggio le labbra sulle sue zittendola, ho bisogno di lei in questo momento. Basta parlare di me. Spingo il mio bacino contro il suo, il mio membro guizza in avanti colpendo proprio il suo punto delicato tra le gambe. Blake geme nella mia bocca, e questo suono mi manda in palla. Chiudo l'acqua e trascino Blake in camera. La faccio sdraiare sulle lenzuola, fregandomene se siamo bagnati. Infilo una mano tra i nostri corpi e raggiungo il suo sesso. La stuzzico mentre le bacio il collo, e le succhio i seni. Blake è in estati sotto le mie mani, infilo due dita in lei e pompo dentro e fuori velocemente. Blake sussurra il mio nome, solleva il bacino per essere più vicina alle mie mani, la lascio venire e la guardo mentre si contorce dal piacere.
"Questo è un bel modo per cambiare pagina"
Sorride divertita. Mi afferra per un polso e mi sbatte accanto a lei, si porta le mie dita alla bocca e succhia via tutto il suo piacere. È la cosa più sensuale che io abbia mai visto. Si siede a cavalcioni su di me, mentre io la aiuto a farmi entrare in lei. Le afferro i glutei e le do il ritmo giusto, il rumore dei nostri corpi che sbattono uno contro l'altro è l'unico suono nella stanza, oltre ai gemiti di mia moglie. Una volta Blake mi ha mandato una casetta con registrati su i suoi gemiti, la conservo in cassaforte, l'ho digitalizzata e salvata sul mio cellulare. La metterei come suoneria se non fossi così geloso.
"Lloyd!"
Quello è il segnale, è vicina all'orgasmo. La spingo sotto di me, prendo possesso della situazione e spingo in lei ferocemente. Non si lascia scappare nemmeno un sospiro, mi guarda con gli occhi pieni di eccitazione, finché non raggiunge l'orgasmo e mi rompe un timpano con un gemito così forte che probabilmente tutta New York l'ha sentito. La seguo a ruota, schizzo sulla sua pancia come non facevo da molto tempo. Rotolo su un fianco, e la prendo tra le mie braccia. Me ne frego del mio sperma che si attacca alla mia pelle. Avevo bisogno di questo, noi ne avevamo bisogno. Blake si spinge vicino a me, raggiunge la mia bocca e mi bacia con una tale passione da farmi sentire le farfalle nello stomaco.
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Unknown
FanfictionLloyd Hansen ha due vite, ma sua moglie ne conosce una sola. Per lei, Lloyd, è un agente della CIA, sta dalla parte dei buoni. È orgogliosa di lui. Ma in realtà Lloyd è ben diverso. È spietato, freddo, tossico. Farà di tutto per proteggere sua mogli...