29

654 24 4
                                    



LLOYD

La governante spinge il vassoio integro sul tavolo, ha un espressione piuttosto dispiaciuta sul volto. Blake non ha voluto mangiare. Ancora. Siamo tornati a Boston da diverso tempo. Ho assunto un impresa edilizia per aggiustare la facciata, tappare i buchi nel muro e cambiare le finestre, sto cercando di rendere tutto perfetto, come lo era prima. Ma Blake non mangia, parla poco e sta sempre chiusa in camera. Non ho idea di che cosa sia successo in quel bunker, Cedrick mi ha detto che ha trovato mia moglie distrutta, con il viso sporco di sangue, in un pianto isterico. Mentre io mi facevo un fottuto sonnellino di bellezza. L'ho lasciata sola ancora una volta, e lei ne è uscita distrutta.

"Ci penso io, può andare"

Ordino alla donna che annuisce e si toglie dalle palle. Afferro il vassoio pieno di frutta fresca, pancakes e uova, una spremuta d'arancia e due fette di pane tostato con il burro spalmato sopra. Una colazione abbondante per recuperare le forze. Salgo le scale due a due e raggiungo la nostra camera da letto. Blake è stesa sotto il lenzuolo, a giudicare come si muove sta dormendo, o fa finta per mandarmi via. Le strappo via il lenzuolo, ottenendo la giusta reazione.

"Che cosa fai?!"

"Sono stanco di vederti così Blake, devi mangiare, devi farti una cazzo di doccia e devi tornare in te!"

Esclamo a gran voce, mi siedo accanto a lei con il vassoio in mano ed afferro una fragola con le dita.

"Avanti, un morso"

Avvicino la fragola alle sue labbra, ma lei mi schiaffeggia via la mano.

"Mi devi lasciare in pace, Lloyd"

"No. Perché questo vorrebbe dire che sono un pessimo marito. Nella buona e nella cattiva sorte? Eccoci qui cazzo, ora tu mangi la colazione, poi ci facciamo una doccia e parliamo di quello che è successo!"

Insisto nonostante mi fa male urlare addosso. Blake si alza dal letto e cammina per la stanza.

"Vuoi parlarne? Parliamone. Ho ucciso tre uomini, Lloyd. Sono proprio come lui, io l'ho ucciso, gli ho sparato in testa!"

Quasi non la riconosco, con la carnagione pallida, gli occhi rossi e cerchiate dalle occhiaie e i capelli arruffati. Mi alzo in piedi per stringerla contro di me. Blake respira pesantemente, e trema come una foglia.

"Basta adesso, tu non sei come lui. Se lo meritavano tutti, non erano dei fottuti santi, quindi basta torturarti così"

Le lascio dei baci sul collo, che la aiutano a calmarsi. Così la porto verso il bagno, preparo la vasca mentre lei sta seduta sul gabinetto con uno sguardo perso nel vuoto. Quando la vasca è pronta mi avvicino a lei, la spoglio lentamente dopodiché la trascino nella vasca.

"Le cose andranno meglio"

Si gira a guardarmi, immergo la spugna sotto l'acqua e la strizzo sulla sua testa. Sembra quasi sollevata nel sentire l'acqua tiepida sul suo corpo. Si immerge quasi totalmente, lascia fuori solo il naso e la bocca, poi torna su e si rannicchia con le gambe premute contro il petto.

"Lui non era mio padre. Mia madre si è fatta suo fratello e sono nata io. Così lui li ha uccisi ed io sono rimasta tra le scatole. Ha fatto pagare a me i loro errori"

Si gira a guardarmi con una tale tristezza che mi si spezza il cuore. Le accarezzo il viso, cercando di darle conforto e lei sembra grata di questo.

"È morto, Blake. Nessuno ti ridarà la tua infanzia, ma è morto. Dobbiamo superare questa brutta pagina, ed iniziare quella nuova è pulita"

"Sembra così facile"

Sussurra. Io annuisco, senza un motivo preciso. Mi verso dello shampoo in una mano ed insapono i suoi lungi capelli. Blake chiude gli occhi mentre massaggio la cute con i polpastrelli. È la cosa più bella che io abbia mai visto, è così perfetta e dolce. Non doveva rovinarsi così, ma non ha avuto altra scelta.
Le risciacquo i capelli con il soffione e la lascio uscire. Si infila l'accappatoio e si guarda allo specchio. Passa le dita sotto gli occhi, poi prende tutte le sue creme, e maschere, ed inizia a prendersi cura di se stessa. È un inizio.

"Vieni a fare colazione"

La afferro per un polso e la trascino in camera. Lei non sembra più tanto triste, ma so che questo è l'ennesimo trauma che segnerà la sua vita. Mangia lentamente le fragole ed i lamponi, devo quasi costringerla a toccare le uova ed i pancakes, ma alla fine finisce tutto.

"Signore, i Messicani sono qui"

Mi avverta Cedrick da dietro la porta. Ho quasi dimenticato l'incontro che mi permetterà di entrare a New York con i miei affari. L'impero è di Blake, I Roscini ed i Roman hanno sparso la voce come da me richiesto, ed ecco che i nemici vengono a tastare il terreno. Lascio un bacio sulla fronte a Blake, dopodiché mi alzo ed esco dalla stanza. Spero solo che la solitudine non la faccia ripiombare nel buio.

UnknownDove le storie prendono vita. Scoprilo ora