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Lloyd è di spalle che guarda la tv a basso volume. Si è svegliato come se ci fosse puzza di gas in casa, si è precipitato in soggiorno ed ora guarda la tv con le chiappe di fuori. Non che la vista non sia magnifica, ma mi sarebbe piaciuto averlo nudo nel letto, magari su di me.

"Lloyd"

Gli poso una mano al centro della schiena e lo affianco. Lui mi appoggia una mano tra le spalle e mi spinge tra le sue braccia. Non è preoccupato, anzi, sembra quasi sollevato. Così mi giro a guardare la tv a mia volta.

"Neil Hunt è stato arrestato alle prime luci dell'alba, Sono state trovate le tracce del dna nel bunker, dove giaceva il copro senza vita di Oscar Patel, e di altri due uomini. Gli agenti dell'FBI non hanno ancora lasciato dichiarazioni, ma è chiaro che questo sia l'ennesimo delitto di Mafia"

Afferro il telecomando e spengo la tv. Sono sollevata, anche se mi dispiace per quell'uomo. Lloyd mi circonda i fianchi con le sue braccia ed insieme dondoliamo.

"Passerà anche questa. La cosa importante è che tu sia qui con me"

"Hai sentito Danny?"

Mi giro verso di lui, che annuisce ed indica le sue AirPods. È probabile che Danny lo abbia chiamato e gli abbia detto di guardare il notiziario.

"Ha pagato centosessanta mila dollari alla famiglia di Hunt. Si farà cinque anni in prigione, e qualche mese ai domiciliari. Gli hanno dato la stessa condanna che volevano dare a te, con il patteggiamento"

"Ed ora?"

Sono al quanto confusa. In questi mesi c'è ne capitata una dietro l'altra, ma adesso non c'è nulla. Non ci sono sparatorie, nemici da combattere, ci siamo solo io e Lloyd nudi nel soggiorno.

"Ed ora ti porto in camera, e festeggiamo a modo nostro. Butta le pillole, basta contraccettivi"

Mi solleva dal pavimento e cammina verso le scale. Sorrido per poi posare le labbra sul suo collo.

"Ne sei sicuro? Dovrai stare con me un po' più di tempo, niente trasferte per lavoro in Francia e a Vienna. Basta sparatorie, basta Danny. Sarai bloccato qui con me, a fare il marito ed il padre"

"Fa culo Danny. Ed ho già un piano perfetto"

Entra in camera e mi adagia sulle coperte tiepide. Si sdraia accanto a me, per parlarmi del suo piano perfetto.

"C'è ne andiamo a New York, lascerai qui Ada, come amministratrice della sede di Boston, e ne aprirai una a Manhattan. Io mi occupo degli affari di famiglia, e tu ed il bambino ne starerete completamente fuori"

Si ferma ad ogni parola per baciarmi il collo, le spalle ed il viso. Mentre io immagino la cosa. Trasferirci non è una cattiva idea. Boston era per noi un luogo sicuro, lontano dalla vita che conducevo prima. Ma ora Oscar è morto e New York è sicura per noi.

"Promettilo. I nostri figli non sapranno mai chi è Grace, o Lloyd Hansen. Sapranno solo le cose buone di noi due"

"Te lo giuro sulle mie palle"

Cerco di non ridere ma fallisco, mi lascio scappare una risata, e Lloyd mi segue.

"Sei un idiota, giuralo su qualcosa di importante!"

"Le mie palle sono importanti, portano tutto il necessario per fare un bambino!"

Mi fa quasi male la pancia per le risate, per come la voce di Lloyd diventa acuta. Ci guardiamo negli occhi, senza smettere di ridere, poi lui si avvicina di più a me mi bacia dolcemente.

"La prima volta che ti ho vista ho subito capito che mi avresti fottuto il cervello. Con il tuo sorriso, ed i tuoi occhi. Avevo paura, anzi, ero terrorizzato di non poterti amare come meritavi. Ho sempre avuto un esempio tossico dell'amore, ma con te è diverso"

Mi giro su un fianco per guardarlo senza avere il torcicollo. Lloyd non parla quasi mai della sua infanzia, o della vita prima che arrivassi io. Solo una volta mi ha raccontato dei suoi genitori e di suo padre che lo picchiava, ma poi non c'è più stato un discorso di quel genere.

"Mio padre era un uomo morboso, lo sai. Era ossessionato da mia madre, al limite della malattia. Era così ossessionato da lei che non riusciva a stare calmo se usciva da sola. Pensava che qualcuno l'avrebbe portata via da lui, e così quando tornava a casa la picchiava"

Istintivamente gli accarezzo la nuca ed i capelli. Lloyd chiude gli occhi e si lascia trasportare dal mio tocco, e dal momento.

"Ed ogni volta che la picchiava io ripetevo a me stesso che non l'avrei mai fatto con nessuna donna. Mia madre è scappata, non ne poteva più, e mi ha lascito con lui. Che per la rabbia e la disperazione ha iniziato con me, ed alla fine io..."

Si ferma per un istante, mi guarda negli occhi ed io annuisco, dandogli quella sicurezza di cui ha bisogno.

"Ed io una notte ho preso il suo fucile e gli ho sparato in faccia"

Cerco di non reagire a quella nuova informazione. Ma tutto ciò spiega il suo lavoro, e com'è finito in questa vita. Lloyd cerca una reazione nei miei occhi, e tutto quello che faccio è appoggiarlo come posso.

"So cosa vuol dire sentire tutta quella rabbia che ti infiamma le vene"

"Non succederà mai più con te, te lo giuro sulla mia testa, sul mio cuore, sulla mia anima"

"Lo so, ora però pensiamo a noi. Basta con il passato, e con i nostri genitori. Abbiamo un bambino da mettere in cantiere, oppure sbaglio?"

Lloyd sorride, cambia totalmente. Ha una luce negli occhi che mi scioglie il cuore. Mi stende sotto di lui, mi bacia le labbra e poi scende sempre più giù. È inutile dire che passiamo tutta la giornata a provarci, ancora ed ancora, finché non siamo troppo stanchi e troppo indolenziti per fare qualsiasi cosa.

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