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Mi sveglio a causa di un rumore meccanico, lo riconosco subito. È il Tapis Roulant. Lloyd ogni tanto ha degli incubi su suo padre, o sua madre, o la sua infanzia in generale. Rivive i momenti peggiori, le volte in cui suo padre si accaniva su sua madre, o su di lui. Quando succede, accende il Tapis Roulant e corre finché le gambe non gli fanno male. Mi sposto le lenzuola di dosso e raggiungo la cabina armadio dove prendo degli shorts ed una canottiera. Scendo in cucina per farmi del caffè, ed una volta pronto raggiungo Lloyd nella sua palestra. È una stanza con qualche bilanciere, una ciclette, due Tapis Roulant, e altre cose per fare movimento. Lloyd corre come mamma l'ha fatto. I suoi glutei sodi guizzano, come i muscoli della schiena. Ha le cuffie, perciò non mi sente. Mi siedo su una panca e lo osservo. È così bello, anche con tutte quelle cicatrici seminate per il corpo. Sorseggio il caffè mentre il rumore del nastro, e dei suoi piedi che battono su di esso, fanno da sottofondo.

"Sì?"

Risponde ad una chiamata. So che dovrei andarmene, ma la curiosità mi tiene ferma sulla panca.

"Quando?"

Si ferma sul nastro, ma non si gira. Non dovrei essere qui, sento un brivido lungo la schiena e per un attimo mi si ferma il respiro. So che sarà furioso perché ho ascoltato, potrei andarmene, ma poi lui mi vedrà.

"No, non posso. Il mio matrimonio è in bilico, mia moglie ha bisogno di me qui, non posso andare a New York adesso... certo, perché no? Me la porto e poi? Deve rimanere fuori da questa merda!"

Riprende a corre, ed io ne approfitto per scappare via senza che se ne accorga. Torno in camera con il cuore che mi esplode nel petto. Lloyd pensa che il nostro matrimonio sia in bilico, è per questo che ieri era così nervoso? Non faccio in tempo a rispondere alla mia stessa domanda, Lloyd entra in camera e sembra piuttosto teso. Si avvicina al letto, e quando mi vede sveglia mi sorride.

"Buongiorno gattina"

Sa che odio quando mi chiama gattina, è imbarazzante. Si avvicina a me per lasciarmi un bacio a stampo e per rubarmi il caffè. Va verso il bagno ma si ferma poco prima.

"Andiamo a New York per il Weekend, c'è un asta di beneficienza per qualche associazione.. cose di questo genere. Metti in valigia un vestito elegante, ma non sexy. Quelli tienili per me"

Mi fa un occhiolino per poi chiudersi in bagno. Lo seguo senza pensarci un istante, voglio sapere se sta bene. Ha pur sempre avuto uno dei suoi incubi, e noi ne parliamo sempre.

"Lloyd, hai avuto un incubo?"

Quando apro la porta, lui è già sotto la doccia. Mi siedo sul bordo della vasca, con il ginocchio dentro premuto contro il petto.

"Non preoccuparti, era il solito. Lo stronzo mi gonfiava e mia madre rimaneva lì a singhiozzare come un idiota"

Non da importanza a queste cose, forse è un meccanismo di difesa, se non ci pensa troppo non gli farà male.

"Quando partiamo?"

"Dopo colazione. Anzi, se non ti dispiace"

Lloyd apre la porta della doccia, e mi guarda con un ghigno eccitato. Mi spoglio senza ribattere, mi infilo sotto l'acqua tiepida, davanti a lui. E mi lascio lavare i capelli. È una cosa che lo rilassa, ed ha lo stesso effetto su di me. Ripenso ancora alla chiamata di lavoro di Lloyd, mi chiedo che cosa si riferisse con Deve rimanere fuori da questa merda. Potrebbe semplicemente parlare dell'asta di beneficenza o magari del suo lavoro. Solo il tempo mi darà le risposte che cerco.

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