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LLOYD

Guardo gli uomini davanti a me, e penso che sia uno scherzo. Sarà così facile trovare un accordo, è possibile che siano stanchi della guerra con Patel, e che quindi accettino ogni mia richiesta in cambio della pace.

"Posso offrirvi i territori che avevate prima, ed una parte dei profitti dei casinò. Ma niente di più. New York è grande, ma non così grande da soddisfare quattro fazioni"

I tre uomini si guardano per un attimo. I due più giovani devono essere i figli dell'uomo più grande al centro. Quest'ultimo alza le spalle, come per dire che non può obbiettare, così annuisce.

"Ma voglio che ci sia un contratto scritto, voglio che sia messo per iscritto che Staten Island è nostra soltanto, e che nessuno può farci affari oltre a noi"

Cedrick mi passa un contratto prestampato, sapevo che mi sarebbe servito. L'ho fatto di mio pugno, nei giorni seguenti al trapasso di Oscar. Sapevo che per ottenere Manhattan ed il Bronx avrei dovuto cedere qualcosa.

"Ecco qui. In questo contratto c'è scritto nero su bianco che Staten Island appartiene a voi, mentre il Bronx e Manhattan a me, il Queens ai Roman e Brooklyn agli Italiani. Com'è sempre stato"

L'uomo legge attentamente ogni riga, e solo infine firma con un sorriso sul volto.

"Se continueremo così, senza faide, potremmo fare grandi affari con lei"

Borbotta l'uomo, ormai troppo vecchio per governare la sua fazione. Blake entra nella stanza con un paio di short troppo corti ed un reggiseno sportivo. Non ci nota nemmeno, va dritta verso il frigo e cerca qualcosa. È sudata, con una coda spettinata ed un profumo così invitante. Deve aver fatto palestra, il che rende tutto ancora migliore. Ogni tanto mi piace guardarla mentre corre, la vista da dietro è meravigliosa. I due giovani buttano un occhio sul suo culetto stretto in quei maledetti shorts, ed io attiro la loro attenzione con un colpo di tosse.

"Scusate, lei è mia moglie. Blake"

Mi accorgo che ha le AirPods, per questo non mi sente quando la chiamo. Mi alzo e picchietto sulla sua spalla, si gira di scatto e si porta una mano al cuore, poi si accorge dei tre sconosciuti che la guardano.

"Siamo appena usciti da una guerra, non vorrai farmene scatenare un'altra. Aspettami nella doccia"

Ringhio a pochi centimetri dalle sue labbra, le lascio un veloce bacio per poi spedirla su per le scale.

"È stata lei ad uccidere Oscar Patel, corretto?"

Domanda il vecchio. Annuisco prontamente, torno al mio posto, anche se vorrei salire su e sculacciarla fino a farle diventare la pelle rossa.

"Corretto, ma lei non appartiene a questa vita. Vorrei tenerla fuori da tutto questo il più possibile"

L'uomo annuisce, e dopo un breve saluto, ed una raccomandazione, se ne va con i suoi figli guardoni. Non mi resta che correre su per le scale, facendo gli scalini due a due, e fiondarmi in bagno.

"Blake!"

Lei è dentro la doccia, come da me richiesto. Tutta bagnata e perfetta. Mi lecco le labbra quando i miei occhi trovano il punto tra le sue cosce. Lei gira e la vista è anche migliore.

"Non mi piace quando gli uomini ti mettono gli occhi addosso, sopratutto se sei vestita in un certo modo"

Inizio a spogliarmi, mi tolgo la maglietta per prima cosa, poi slaccio la cintura pensando ai suoi gemiti mentre la sculaccio, le scarpe, i Jeans, le calze ed infine i boxer che sembrano scoppiare.

"Lo so, scusa, stavo ascoltando la musica"

Chiude l'acqua e prende il bagnoschiuma, dopodiché inizia ad insaponarsi e la cosa mi fa perdere il controllo. Entro nella doccia per strapparle la bottiglietta dalle mani, mi verso una quantità generosa di bagnoschiuma, ed appoggio le mani sui suoi seni morbidi.

"Faccio io"

Le massaggio i seni, per poi salire sulle spalle e scendere verso la pancia e le gambe. Muovo l'indice in cerchi per farla girare, e non appena lo fa, le tirò una sonora sberla sul culo che la fa inspirare rumorosamente dalla bocca.

"Tu sei solo mia, e solo io posso guardarti"

Le accarezzo i glutei, spargendo il sapone sulla pelle, ma subito dopo arriva in altra sberla che la fa sussultare.

"Dillo avanti"

"Lloyd andi.."

Le colpisco di nuovo la pelle, ma questa volta appoggio una mano sulla sua gola e le spingo la testa indietro, finché non riesco a guardarla negli occhi.

"A chi appartieni?"

"A te"

"Esatto. Quindi solo io posso fare questo"

Faccio passare l'altra mano tra le sue gambe, trovando il suo punto delicato. Blake chiude gli occhi e si lascia andare contro il mio copro. La accarezzo, le lascio dei baci sul collo e sulle labbra, mentre muovo le dita lentamente contro il suo sesso.

"Tu sei mia"

"Io sono tua"

Ripete come una brava bambina. La premio lasciandola venire, il suo corpo trema contro il mio. Questi giorni sono stati soffocanti per lei, e questo era ciò di cui aveva più bisogno. Sentirsi bene e dimenticare per un attimo quello che ha passato a causa mia.

Spazio Autrice
Ho deciso di pubblicare prima perché oggi è stata una giornata un po' pesante e mi sono distratta con la scrittura. Spero che questo capitolo vi piaccia. Xx Eni.

UnknownDove le storie prendono vita. Scoprilo ora