46th: thank you

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Ella girava lentamente il cucchiaino nel caffè color pece e io fissavo quel vortice scuro che si fondeva continuamente.

Dire che era semplice era alquanto impossibile. La mia quiete interiore, quel periodo di pace e distacco da me stessa nella casa di Harry era sfumato quando tornai a fare i conti con la realtà, che comprendeva un'amica ignorata per giorni.

«Non è stato bello venirlo a sapere dai giornali e da Harry.»

Avrei preferito che mi urlasse contro e non esprimesse tutto quel disappunto con l'amaro in bocca. Avrei preferito non aver lasciato vagare la mente troppo lontano e avrei preferito uscire e correre sotto la neve che di colpo aveva avvolto Londra con una bufera improvvisa.

«Mi vergogno così tanto di me stessa.»

Mi tirai le radici dei capelli e desiderai ardentemente di trovarmi in un oasi nel deserto, sola, con il solo silenzio a rimbombare troppo forte.

«Fai bene. Mi sono sentita dimenticata» Le scappò tanto di quel rammarico dalle labbra che quasi mi fece paura.

«Non voglio mentire. - dissi con un fil di voce - Ti ho dimenticata veramente.»

«Sai cosa farebbe una qualsiasi persona a questo punto? Ti metterebbe in difficoltà come più riesce. Dividerebbe l'affitto e le bollette a metà precisa, consapevole che non saresti in grado di pagarlo e godrebbe vederti sgobbare fino a tardi per guadagnarti qualche spicciolo.» Deglutii al suono di quelle parole fin troppo taglienti. «Oh no, aspetta. Questo non è più il tuo caso. Ora c'è Harry e il tuo lavoro da puttana di una celebrità!
Lui ti sta rovinando. Ti sta tenendo fuori dalla vera real--»

Saltai in piedi e la sedia strisciò rumorosamente sulle mattonelle del pavimento. I pugni chiusi, la mascella contratta, gli occhi ridotti a fessure.

«Invece, sai cosa mi ha appena rovinata in questo momento? Il modo in cui mi guardi e come mi hai chiamata. Il modo in cui siamo io e Harry non ti va bene fondamentalmente. Forse sei solo talmente accecata dall'invidia che non ti sei resa conto di star perdendo una delle amiche più importanti che hai!»

Mi trovai a lottare in cerca d'aria, pentendo mi subito di cosa mi era scappato.
Mi guardava con aria superiore, sebbene si trovasse ancora a sedere e io la sovrastassi in altezza.

«Di chi dovrei essere gelosa? Della mia amica che ha una relazione malsana con il cantante di una boyband? Annabeth, i soldi non sono la prima cosa che cerco in un uomo.»

«Non si tratta di soldi, si tratta di intesa. E tu, dopo anni, ti sei stancata di Tyler, litigate continuamente e sfogate tutto nel sesso. Scommetto che non ti soddisfa nemmeno quello ma non hai il coraggio di lasciarlo.»

A quel punto si alzò anche lei è distese i palmi sul tavolo di legno, avvicinando le nostre facce.

«Quello che c'è tra me è Tyler non ti riguarda.» Sibilò.

«Come non ti riguarda quello che c'è tra me è Harry.»

Sembrò pensarci su e la sua espressione si rilassò improvvisamente.
Mi chiesi perché di quel cambiamento, quando pochi secondi prima ci urlavamo a vicenda. Erano rare le nostre litigate, e se c'erano state, erano causate da ragioni futili.

«Invece credevo che quello che c'è tra me e te, in qualche modo mi riguardasse.» Borbottò.

Mi calmai definitivamente dopo le sue parole. La ammiravo per questo, era sempre ricca di autocontrollo ed era in grado di capeggiare in tutte le situazioni.

«E mi dispiace tanto. Mi sono fatta prendere da... Così tante cose, e mi sento un mostro.»

«Ho aspettato apposta una tua chiamata. Sapevo che avessi bisogno di tempo ma... Non è mai arrivata.» Confessò affranta.

month » h.sDove le storie prendono vita. Scoprilo ora