Quel lunedì era arrivato fin troppo presto. L'ansia di sapere dove mi avrebbe portato aveva preso il sopravvento dalle prime ore di quella mattina, e ora mi ritrovavo alle tre di pomeriggio a mollo nella vasca da bagno.
Dopo una buona ora decisi di uscirne e riconnettere la mente alla realtà. Harry ancora non mi aveva chiamata, che se ne fosse dimenticato? Non sapevo né dove mi voleva portare né a che ora avremmo dovuto vederci. Decisi di lasciar perdere e di affrontare la situazione quando effettivamente ce ne fosse stato bisogno. Mancava ancora tanto tempo.Non mi preoccupai di vestirmi bene né di prendere borsa e cellulare.
Camminavo stretta nel mio giubbotto pesante verso il posto che mi avrebbe alleggerito l'anima. Aprii la porta del negozio con normale disinvoltura, come se fosse mio. Il vecchio proprietario si girò verso l'ingresso dopo aver sentito il campanellino che tintinnava appena si apriva la porta. Mi salutò con un sorriso cordiale e mi invitò con un gesto ad avvicinarmi a lui. Erano ormai tanti mesi che gli facevo visita quasi ogni giorno e mi trattava sempre nel migliore dei modi, come se fossi sua nipote.«Cara, è da tanto che non ti vedo. Hai avuto da fare in questo periodo?»
Mi chiese mentre mi appoggiavo al bancone avanti a lui.«Eh già Signor Grooth. Ho un ragazzo.» Sapevo che gli facesse piacere ricevere un po' di attenzioni, raramente si presentava qualcuno al suo negozio, così ritagliavo un po' del mio tempo per raccontargli qualcosa.
«Un fidanzato? A quest'età dovresti già essere sposata.»
Risi per le sue tradizioni antiquate. Lui stesso si era sposato molto giovane.«Ma ho appena vent'anni! I tempi sono cambiati ormai. E ti dirò di più, il mio fidanzato è un cantante famoso.»
«Famoso? Perché vai a cercarti quella gentaccia, figlia mia. Sono ossessionati dal denaro e prima o poi anche tu finirai per affogarci dentro.» Mi disse a mo' di rimprovero.
«Non è così Signor Grooth. È un bravo ragazzo, non mi fa mancare niente ma non ha le mani bucate.» Inventai sul momento. Era vero: io non conoscevo affatto Harry, non conoscevo le sue abitudini né il suo rapporto con i soldi. Sapevo solo che aveva speso una fortuna per permettermi dei bei vestiti, ma non credevo che spendesse necessariamente tutti i suoi soldi in cazzate varie.
«Stai comunque attenta: fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio. Ora vai, il tuo pianoforte ti aspetta.»
Ed ecco perché ero lì. Non avevo abbastanza soldi per comprarmi un pianoforte né tantomeno lo spazio materiale dove metterlo, così cominciai ad entrare nel negozio del Signor Grooth e ammirare il lucido pianoforte a coda che nessuno is azzardava a comprare. Ogni giorno il suo prezzo scendeva e in quel momento era disposto a venderlo alla metà del suo vero valore. Il suo negozio era sempre deserto, nessuno osava avviarsi in quello stretto vicolo come feci io qualche mese fa.
Fu una sorpresa quando un giorno si avvicinò a me, con la sua andatura lenta e vissuta, e mi diede il permesso di suonare. Da quel momento diventò un abitudine uscire da lavoro e passare una mezz'ora a suonare quel pianoforte, con la compagnia dell'anziano signore che mi ascoltava entusiasta.
E ugualmente quel giorno mi tornai a sedere sullo sgabello morbido per far incontrare le mie dita con l'avorio freddo dei tasti del pianoforte.
Mia nonna aveva un pianoforte a casa sua, e molte volte passavo i pomeriggi a capire come funzionasse un bestione del genere. Mio padre non poteva pagarmi delle lezioni, così iniziai da sola, riproducendo frammenti di canzoni che sentivo alla radio. Poi la crisi prese il sopravvento e mia nonna dovette vendere tanti oggetti a lei cari, tra cui anche quel vecchio pianoforte. Fu un dispiacere immenso trovare il salotto vuoto, senza quella forza che ero riuscita a domare da sola. Era la mia più grande soddisfazione.
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month » h.s
Fanfiction❝E forse mi accorsi troppo tardi che le bastò solo un mese per farmi cadere nella sua ragnatela d'amore.❞ lostsof © all right reserved cover by @woahmarvel highest rank in fanfiction #1