50th: sweet dreams

63.1K 2.9K 781
                                    

Ella's point of view

Dopo che la chiave scattò nella toppa mi accolse uno strano, scomodo e indesiderato silenzio. Mi guardai attorno in cerca di captare ciò che aveva mutato l'atmosfera di casa mia.

«Annabeth?»

Non mi rispose altro che l'eco della mia voce. Eppure ero sicura di averla lasciata a casa.

Non mi ero preoccupata più di tanto quando precedentemente non aveva risposto al messaggio in cui la avvisavo della spesa saltata per colpa dei bisogni irrefrenabili di Tyler. Non me ne curai molto, sarebbe stata in grado di trovare comunque qualcosa da mettere sotto i denti per la cena.

Erano le dieci ed ero uscita appena tre ore prima.

Probabilmente stava dormendo; eppure mi sembrava avesse detto di voler guardare un vecchio film che raramente trasmettevano in televisione.

Era tutto così insolito.

Chiamai ancora il suo nome per sicurezza ma l'esito fu lo stesso.

A passi lenti e pesanti, salii le scale prudentemente assottigliando gli occhi come se a poco mi sarei trovata davanti ad un serial killer.

La maniglia della porta era gradevolmente fredda contro la mia pelle e mi assicurai di impugnarla saldamente.
La abbassai lentamente e spinsi avanti di qualche centimetro constatando che la porta non era chiusa a chiave.

Sbirciai all'interno della minuscola fessura, ma la luce alle mie spalle non era sufficiente per dare colore all'ambiente.

Avanzai ancora fino a quando non fui sicura di riconoscere la persona al centro del materasso. Anzi, le persone.

Annie e Harry dormivano beatamente tra le lenzuola candide. La pioggia scivolava ancora lungo i vetri, la tapparella non era stata fatta calare lungo la finestra ma il buio aveva già inghiottito la stanza.

Riconobbi subito le braccia tatuate di Harry che stringevano le spalle scoperte della mia amica, i loro visi sereni particolarmente vicini.

Sapevo che sarebbe tornato quella notte o addirittura il giorno dopo, non mi aspettavo certamente di trovarli avvinghiati tra le coperte dopo qualche ora rovente.
E sorrisi felice che Annabeth avesse trovato finalmente qualcuno a cui donarsi completamente, spogliarsi delle sue insicurezze - e anche dei suoi vestiti - .

Sgattaiolai fuori dalla stanza lasciando la porta socchiusa e raggiunsi la mia camera a passi felpati per afferrare l'unico strumento che mi avrebbe permesso di immortalare e rendere infinito il momento.

Quando il buio mi avvolse di nuovo pregai che nessuno dei due avesse cambiato posa, o peggio, si fosse accorto della mia presenza.

Li misi a fuoco per bene e premetti l'apposito tasto. La luce del flash illuminò la stanza e io sgusciai via prima che i due si accorgessero di me, mentre la polaroid stampava la foto appena scattata.

***

Harry's point of view

Pace.
Era questo lo stato in cui mi trovavo dopo anni di desiderio.
I muscoli intorpiditi da un amore sano, la mente sconnessa e le braccia avvolte intorno alla ragazza giusta.

Tutto fino a quando non percepii qualcosa muoversi in modo turbolento al mio fianco, e fui risvegliato dal mio stato di tranquillità che per tanto avevo aspettato.
Schiusi le palpebre infastidito e mi voltai alla mia destra sorpreso di trovare Annabeth che si muoveva scossa da fremiti. Il viso angosciato, le palpebre serrate e la fronte imperlata di sudore, per non parlare delle mani che afferravano con veemenza il lenzuolo come tentativo di aggrapparsi a qualcosa.

month » h.sDove le storie prendono vita. Scoprilo ora