30th: careful considerations

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Riconobbi subito l'aria inglese. Fredda, ferma e pronta a entrarti in tutte le cellule del corpo.

Sfregai le mani insieme per produrre calore e alzai la sciarpa sul naso, prima di avviarmi con Harry verso il nastro trasportatore per prendere i nostri bagagli.

I paparazzi ci stavano alle calcagna e volavano attorno a noi come fastidiosi avvoltoi. Sarei presto scoppiata e li avrei insultati pesantemente senza ritegno, me lo sentivo.

Harry si muoveva frettoloso per l'aeroporto, come se conoscesse ogni angolo di esso, mentre io mi limitavo a seguirlo.
Dopo aver preso la mia valigia camminai rapida verso di lui intrecciando le nostre dita, mentre una mandria di fotografi e ammiratori creava una calca intorno a noi.

Non potevo non ammettere che la piccola vacanza in California mi fosse piaciuta. Piuttosto, non potevo tralasciare i momenti intimi tra me e Harry che si erano verificati un po' troppo spesso.

Una volta fuori Harry fermò un taxi e caricò i nostri bagagli dietro, mentre io mi buttai a capofitto sui sedili per sfuggire alla folla urlante.

Durante il tragitto mi accorsi che alcune auto ci stavano seguendo, ancora fotografi. Quando l'autista accostò davanti a casa mia uscii sbuffando e presi la mia valigia.
Harry mi seguì lasciando il povero conducente ad aspettarlo.

«Piccola, qualcosa non va?»

Feci cenno con la testa verso il gruppo di fotografi appostati dietro la siepe.

«Ora sanno anche dove abito, fantastico.» Ironizzai.

Harry raccolse la mia valigia da terra e la portò davanti alla porta di casa.

«È opprimente. Continuano a farci foto! Un giorno di questi li mando a quel paese.» Sbottai irritata.

«Vedi di abituarti, è così. Ma se ti dovessero disturbare chiamami, li riduco per bene dal primo all'ultimo.»

Fui improvvisamente più sollevata, Harry aveva sicuramente il potere di farli finire sotto processo o qualcosa del genere, ma nonostante ciò mi sentivo a disagio con qualcuno che seguiva esattamente tutte le mie mosse.

«Ragazzino, il tassametro corre!» Il tassista diede una suonata di clacson che fece infuriare Harry.

«Un attimo, dannazione!»

Aprii velocemente la porta e devi scivolare la valigia dentro, così che Harry se ne potesse finalmente andare.

«Harry! Annabeth! Un bacio per la stampa!» Urlò una voce lontana. Proveniva da quel gruppo di paparazzi dietro al cespuglio.

Harry sfoggiò un sorriso sfacciato e iniziò ad avvicinarsi, mentre il sangue fluiva alle mie guance.

«No Harry, scordatelo.»

«È per la stampa.»

«Proprio per questo. Non voglio essere manipolata da loro come un burattino.»
Indietreggiai, non tanto da far notare ai fotografi che non volevo baciarlo.

«Rilassati.» Soffiò sulle mie labbra, e a quel punto fu inevitabile chiudere gli occhi.

Posò le labbra che avevo bramato da giorni, sulle mie, sotto gli occhi di un tassista puzzolente e di alcuni paparazzi troppo curiosi.
Si allontanò troppo presto, lasciandomi quella sua essenza inimitabile che mi penetrò nella pelle.

Per evitare qualsiasi altra cosa entrai in casa ridacchiando e chiudendomi la porta alle spalle.

***

«Quindi se ho ben capito, Victoria's Secret ti vuole come fotomodella?» Chiese Ella incredula.

Mi girai verso frigorifero evidentemente imbarazzata e finsi di cercare qualcosa al suo interno.

month » h.sDove le storie prendono vita. Scoprilo ora