35th: hurricane

95.6K 3.8K 1.5K
                                    

Canzone per il capitolo: XO - Beyoncé

Tanti, troppi pensieri affollavano la mia mente. Quel barattolo pieno di troppe preoccupazioni che minacciava di esplodere con il passare di ogni giorno.

Ero una persona incoerente, lo ammettevo, e mi pentivo di esserlo. Ero troppo debole, per niente determinata e lasciavo che qualsiasi contatto con il mondo mi travolgesse. Rinunciavo presto ed inciampavo negli ostacoli, riuscivo a rialzarmi ma non mi preoccupavo di curare le ferite.

Qualsiasi ragazza come me avrebbe avuto bisogno di una sbronza, io avevo bisogno di un sostegno. Qualcuno che desse indicazioni ad un uccellino che aveva imparato a volare troppo presto.

Nella stanza regnava la pace. Avevo bisogno di quiete, silenzio così che potessi sentire chiaramente il battito costante del mio cuore.

Mi lasciai scivolare contro il muro senza un motivo preciso, fin quando la porta si aprì scricchiolando.

Sapevo esattamente chi fosse. Lui non cambiava mai idea. Lui vinceva sempre, come mi aveva detto appena ci siamo conosciuti.

Sembra passato così tanto tempo, in così poche settimane ho avuto l'opportunità di vedere varie sfumature di Harry

In quel momento mi guardava, penetrandomi con quegli occhi teneri e vivi in cui non facevo altro che tuffarmi. Non leggevo la sua espressione e tantomeno mi importava. Ero solo esausta. Esausta di fare scelte sbagliate e stanca che tutti le mie ambizioni si rigirassero diventando incubi ad occhi aperti.

La porta venne chiusa alle sue spalle e lui vi si appoggiò contro dondolando sulle gambe, mentre io mi alzavo in fretta. Sembrava a disagio quanto me e non potei evitare di sentirmi sollevata per non essere l'unica in quella situazione di confusione.

Mi spostai indietro e mi sedetti lontano, mantenendo una distanza di sicurezza e accavallai le gambe in attesa che parlasse. Non lo avrei forzato, perciò decisi di non salutarlo. Era qui per un motivo che solo lui sapeva e avrebbe dovuto essere il primo ad aprire bocca. Purtroppo avevo il brutto presentimento che qualcosa sarebbe andato storto.

«Annabeth.»

Per la prima volta odiai il mio nome pronunciato per esteso. Desideravo segretamente che mi chiamasse Beth; sebbene odiassi quel nome non potevo negare di sentirmi legata a lui in modo particolarmente intimo quando mi chiamava così.

Mugolai in risposta sentendo la gola improvvisamente secca per dire altro e Harry sospirò. Il silenzio incombeva ancora su di noi.

«Volevi parlarmi, giusto? Allora fallo.» Cercai di essere meno severa ma più distaccata possibile. Le brutte parole che mi aveva detto l'altro giorno rimbombavano ancora nella mia testa impedendomi di pensare ad altro.

«Ti sei tinta i capelli.» Affermò senza emozione nella voce.

«Ah, con tutto ciò che potevi dirmi, hai deciso di farmi notare che ho cambiato colore di capelli?» Sbraitai agitando le mani.

«Cosa ci fai qui?» Scosse la testa sussurrando. Deglutii per la sorpresa ma soprattutto per il modo in cui lo disse. Non lo avevo mai visto così. Non mi aveva mai parlato così. Lo guardai incredula incapace di rispondere, ma dovevo concedergli una parola.

«Scusa?» La mia voce uscì spezzata, il contrario di come volevo che fosse.

«Perché sei qui? Io... Non capisco. Hai idea di cosa sia Victoria's Secret?»

«Mi pagano. Ecco perché.» Distolsi lo sguardo dai suoi occhi che mi guardavano amareggiati.

«Hai bisogno di soldi? Te li avrei dati io, ma finire quasi nuda sulle rivis--»

month » h.sDove le storie prendono vita. Scoprilo ora